Adesso basta, scioperiamo! Piazze piene in tutta Italia
Mobilitazione riuscita ovunque. Da Firenze a Bologna, da Napoli a Padova, nei cinque appuntamenti delle Marche, a Perugia e a Lanciano straordinaria la risposta di lavoratrici e lavoratori
“Lo sciopero sta avendo una adesione che da anni non avevamo e le piazze sono piene”. Mentre Maurizio Landini pronunciava queste parole dal palco di Piazza del Popolo a Roma, le foto delle manifestazioni scorrevano sui display dei telefonini, postate sulle pagine Facebook della Cgil dei territori del Centro Italia – e non solo – e sulle bacheche di migliaia di militanti.
La giornata di protesta è riuscita. Lo testimoniano le immagini nella Capitale e lo confermano le piazze a Firenze, Perugia, nelle Marche, in Abruzzo e Molise, le istantanee che rimbalzano da una parte all’altra del Paese, a Napoli come a Bologna come a Milano. La gente ha incrociato le braccia ed è scesa in strada a protestare, non solo contro una Legge di Bilancio che non sta dando le risposte attese, ma anche contro l’attacco del ministro Salvini, la decisione senza precedenti di precettare le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti in una giornata di sciopero generale, sperando di far fallire la mobilitazione. La mobilitazione è riuscita, ovunque in Italia, e il tentativo di negare un diritto sancito dalla Costituzione si è trasformato in un boomerang.
Toscana
A Firenze la partecipazione allo sciopero generale “è straordinaria”, ha detto il segretario della Cgil Toscana Rossano Rossi: “siamo intorno alle 50mila persone, un dato che ha superato le nostre aspettative”. Il corteo ha preso il via da piazza Indipendenza per sfilare lungo le vie del centro storico fino a piazza Santissima Annunziata dove si è tenuto il comizio finale.
Umbria
Anche a Perugia Piazza IV Novembre si è riempita rapidamente di manifestanti in sciopero che hanno seguito il comizio finale. Circa 2000 le persone scese in strada per protestare.
Abruzzo e Molise
Grande partecipazione in Piazza Plebiscito di Lanciano, provincia di Chieti, dove si è tenuta la manifestazione Cgil e Uil di Abruzzo e Molise.
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“Lo sciopero sta avendo una adesione che da anni non avevamo e le piazze sono piene”. Mentre Maurizio Landini pronunciava queste parole dal palco di Piazza del Popolo a Roma, le foto delle manifestazioni scorrevano sui display dei telefonini, postate sulle pagine Facebook della Cgil dei territori del Centro Italia – e non solo – e sulle bacheche di migliaia di militanti.
La giornata di protesta è riuscita. Lo testimoniano le immagini nella Capitale e lo confermano le piazze a Firenze, Perugia, nelle Marche, in Abruzzo e Molise, le istantanee che rimbalzano da una parte all’altra del Paese, a Napoli come a Bologna come a Milano. La gente ha incrociato le braccia ed è scesa in strada a protestare, non solo contro una Legge di Bilancio che non sta dando le risposte attese, ma anche contro l’attacco del ministro Salvini, la decisione senza precedenti di precettare le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti in una giornata di sciopero generale, sperando di far fallire la mobilitazione. La mobilitazione è riuscita, ovunque in Italia, e il tentativo di negare un diritto sancito dalla Costituzione si è trasformato in un boomerang.
Toscana
A Firenze la partecipazione allo sciopero generale “è straordinaria”, ha detto il segretario della Cgil Toscana Rossano Rossi: “siamo intorno alle 50mila persone, un dato che ha superato le nostre aspettative”. Il corteo ha preso il via da piazza Indipendenza per sfilare lungo le vie del centro storico fino a piazza Santissima Annunziata dove si è tenuto il comizio finale.
Umbria
Anche a Perugia Piazza IV Novembre si è riempita rapidamente di manifestanti in sciopero che hanno seguito il comizio finale. Circa 2000 le persone scese in strada per protestare.
Abruzzo e Molise
Grande partecipazione in Piazza Plebiscito di Lanciano, provincia di Chieti, dove si è tenuta la manifestazione Cgil e Uil di Abruzzo e Molise.
“Con questo sciopero vogliamo indicare un altro Paese possibile, un altro modello di sviluppo – ha detto dal palco Carmine Ranieri, segretario generale della Cgi Abruzzo Molise –. Vogliamo chiedere rispetto per le lavoratrici e i lavoratori, per quelli che lo sono stati, pensionate e pensionati, per i disoccupati, per i lavoratori di domani e gli studenti che protestano con noi per un futuro migliore…
Voglio dedicare la fine del mio intervento alle lavoratrici e ai lavoratori della Johnson Controls che oggi sono qui con noi: la multinazionale ha confermato la chiusura dello stabilimento di Corropoli entro la fine dell’anno con il conseguente licenziamento di 60 dipendenti. Alle lavoratrici e ai lavoratori di questa azienda e di tutte le crisi in atto in questi giorni, va il sostegno di questa piazza, il sostegno di lavoratrici e lavoratori che ben sanno di far parte di una storia comune, che ben conoscono l’importanza dello stare insieme e della lotta per difendere i diritti.
Questo è il sindacato, patrimonio della classe lavoratrice, un patrimonio di valori da non disperdere, anzi da rigenerare, perché questa è la parte sana del Paese, perché questa è la parte giusta… e allora non ci fermeremo, uniti nella lotta per riconquistare i nostri diritti”.
Marche
Incredibile la partecipazione alle manifestazioni organizzate nelle cinque piazze delle Marche: Macerata, Jesi, Fermo, Ascoli-Piceno e Pesaro. “La dimostrazione che siamo sulla strada giusta”, scrive la Cgil regionale sul proprio profilo Facebook.
Nel resto del Paese
Oltre allo sciopero generale nelle regioni del Centro Italia oggi si fermavano in tutto il paese le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici, della conoscenza e dei trasporti. manifestazioni sono state organizzate in tutto il Paese.
Veneto
10mila persone in piazza a Padova per lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del Comparto Pubblico, Istruzione e Ricerca, Trasporti, Igiene Ambientale, Poste, Consorzi di Bonifica, proclamato da Uil e Cgil e alla quale hanno aderito anche gli studenti dell’Udu e della Rete degli Studenti.
“Le persone che vivono di lavoro o di pensione – dichiara Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto – subiscono una crisi sociale sempre più grave, su cui il Governo fa finta di nulla, pensando di cavarsela con la propaganda. Ma la propaganda non aumenta i salari dei dipendenti pubblici, non finanzia scuola e sanità, non abolisce la Legge Fornero. Servono risorse e occorre andare a prenderle dove ci sono: evasione fiscale, extra profitti, rendite finanziarie e immobiliari. Non ci firmeremo finché non avremo risposte”.
L’appuntamento è a venerdì prossimo, 24 novembre, quando sciopereranno lavoratrici e lavoratori di tutti i settori privati del Nord.
Campania
Un migliaio di lavoratrici, lavoratori e pensionati questa mattina in piazza Plebiscito a Napoli per il primo dei cinque scioperi indetti da Cgil e Uil contro la manovra finanziaria del Governo. Pubblico impiego, trasporti, sanità, scuola, appalti di vigilanza, pulizia e ristorazione collettiva, lavoratori e lavoratrici dei Consorzi di Bonifica: questi i settori che oggi hanno incrociato le braccia nella nostra regione, rispondendo alla mobilitazione lanciata dalle due confederazioni.
“La risposta non può che essere la mobilitazione e lo sciopero, perché – ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – buttarla sull’ideologia e la politica, come vuole fare qualche ministro, non significa dare le risposte giuste ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini sui problemi di questo Paese. É una manovra che non ci convince, che non va bene. Siamo preoccupati perché la Campania pagherà il prezzo più alto, in termini di lavoro, di pensioni, di sanità. Abbiamo chiesto al Prefetto di ribadire alla Presidenza del Consiglio che siamo organizzazioni sindacali responsabili, che hanno scioperato e manifestato in maniera civile, che il diritto allo sciopero non va intaccato e che soprattutto che va rispettata e difesa la Costituzione. Noi scegliamo lo sciopero quando non ci sono risposte alle nostre richieste”.
“In giornata invieremo al presidente Vincenzo De Luca la piattaforma con le motivazioni dello sciopero indetto da Cgil e Uil e lo inviteremo ad essere con noi alla manifestazione del 1° dicembre a Napoli. Noi siamo in piazza anche per lui, perché in questa legge finanziaria ci sono tagli anche a Regioni e Comuni. De Luca – ha aggiunto Ricci – dovrebbe essere con noi a protestare perché la Regione subirà un taglio importante, in percentuale, dei 350 milioni che saranno sottratti agli enti locali e il trasporto pubblico locale sarà penalizzato. Mi dispiace. Parlare di tutto e non confrontarsi con i sindacati non fa bene a questo Paese”.
Emilia-Romagna
Più di diecimila persone hanno riempito le piazze dei capoluoghi di provincia dell’Emilia-Romagna in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil per le categorie di funzione pubblica, lavoratori della conoscenza e trasporti e logistica. Il dato esclude Reggio Emilia, città nella quale hanno scioperato tutti i settori, che nel resto della regione sciopereranno il prossimo 24 novembre, per la concomitanza con la festa del patrono cittadino.
Le adesioni allo sciopero nel settore pubblico vanno dal 60 all’80% mentre nei nidi e scuole dell’infanzia l’adesione è stata del 90%.
Molte scuole hanno chiuso e altre hanno riorganizzato il servizio, la segreteria regionale Flc Cgil Monica Ottaviani dichiara che “in attesa dei dati definitivi si tratta di dati positivi, in generale in tutti gli ordini di scuola, con scuole che hanno riorganizzato il loro servizio e scuole chiuse”.
Nel settore logistica e facchinaggio si segnalano percentuali estremamente significative di adesione nel mondo dei corrieri cioè Fedex, Ups, Sda, Brt, Gls in tutta la regione (tra il 50% e il 100%).
Nella logistica di magazzino settore cooperativo partecipazione elevata soprattutto negli appalti più grossi (esempio: progetto lavoro in Max Mara al 80%) e medie comprese tra il 30 e il 70% in Cfp .
Nella logistica di magazzino non cooperativa si segnalano picchi in palletways al 100% e zeroquattro (50%) a Bologna e magazzini realco al 100% centrale adriatica, Petra e MM operations tra il 70 e 90%. Alle cooperative va aggiunta idealservice con percentuali al 60%
Negli spedizionieri (arcese/One express) l’adesione registrata è intorno al 30-50%.
Da segnalare la filiera driver in appalto Amazon intorno al 30/40% e per la prima volta anche partecipazione da parte di lavoratori e lavoratrici diretti di Amazon e di un nutrito gruppo di lavoratori interinali.
La media ragionata del settore si attesta intorno al 50%. Sul trasporto pubblico locale, al netto della precettazione, percentuali che si attestano tra il 30 e il 70% in Start e Seta con picco all’80% in Tep (mentre Tper non scioperava essendo in sciopero settimana scorsa).
Settore ferroviario (anche qui al netto della precettazione) 25%.
Sicilia
“Oggi scioperano e sono in piazza le lavoratrici e i lavoratori di settori importanti perché riguardano diritti fondamentali di tutti i cittadini, come quelli alla salute, all’istruzione, alla
mobilità, ai servizi che solo una pubblica amministrazione efficiente può garantire. Sono lavoratori bistrattati da questo governo nazionale, che si spinge pure a volere fare cassa sulle loro pensioni, che non mette risorse sufficienti per il rinnovo dei contratti e il contrasto al caro-vita. Ma bistrattati sono in realtà tutti i siciliani e tutta la Sicilia che, il governo come se non bastasse ciò che toglie a tutti, vuole pure penalizzare con l’autonomia differenziata che darebbe un colpo fatale alla sanità pubblica e all’istruzione pubblica”. Lo ha detto Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, nel comizio di Palermo, davanti all’Ars, per il sit-in nel giorno dello sciopero generale delle categorie Cgil e Uil del pubblico impiego, dell’istruzione, dei trasporti, dei consorzi di bonifica.
“Tutto questo – ha aggiunto Mannino – accade nel silenzio e con l’assenso del governo regionale le cui politiche sanitarie hanno mostrato il vero volto di un esecutivo inefficiente. Noi chiediamo un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione e nella sanità – ha sottolineato il segretario della Cgil Sicilia – perché questi settori funzionino, perché ci sia una risposta concreta ai precari, ai giovani, alle donne”.
Mannino ha quindi rimarcato: “Chiediamo le stabilizzazioni e la riqualificazione in settori collegati alla pubblica amministrazione come i consorzi di bonifica. Chiediamo che si punti sull’istruzione
pubblica come vera leva per il futuro delle giovani generazioni. Chiediamo questo e sviluppo e lavoro e lo ribadiremo il 20 con lo sciopero generale e con la grande manifestazione regionale che si terrà a Siracusa e con successivi appuntamenti di mobilitazione perché il governo nazionale inverta la rotta delle sue politiche antimeridionaliste e contro i lavoratori, i pensionati, i giovani e le donne e il governo regionale esca da questa imbarazzante e deleteria fase di inerzia che va avanti da troppo tempo”.
Friuli Venezia Giulia
“I primi dati sulle adesioni allo sciopero e la grande partecipazione alle nostre manifestazioni sono segnali importanti. Segnali che ci confermano quanto siano condivise le nostre rivendicazioni tra i lavoratori e i pensionati”. È quando dichiarano i segretari generali di Cgil e Uil Fvg, Villiam Pezzetta e Matteo Zorn al termine delle manifestazioni che hanno caratterizzato la mattinata di oggi, accompagnando lo sciopero generale nei settori pubblici, nei trasporti, nella scuola e nelle poste.
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“Lo sciopero sta avendo una adesione che da anni non avevamo e le piazze sono piene”. Mentre Maurizio Landini pronunciava queste parole dal palco di Piazza del Popolo a Roma, le foto delle manifestazioni scorrevano sui display dei telefonini, postate sulle pagine Facebook della Cgil dei territori del Centro Italia – e non solo – e sulle bacheche di migliaia di militanti.
La giornata di protesta è riuscita. Lo testimoniano le immagini nella Capitale e lo confermano le piazze a Firenze, Perugia, nelle Marche, in Abruzzo e Molise, le istantanee che rimbalzano da una parte all’altra del Paese, a Napoli come a Bologna come a Milano. La gente ha incrociato le braccia ed è scesa in strada a protestare, non solo contro una Legge di Bilancio che non sta dando le risposte attese, ma anche contro l’attacco del ministro Salvini, la decisione senza precedenti di precettare le lavoratrici e i lavoratori dei trasporti in una giornata di sciopero generale, sperando di far fallire la mobilitazione. La mobilitazione è riuscita, ovunque in Italia, e il tentativo di negare un diritto sancito dalla Costituzione si è trasformato in un boomerang.
Toscana
A Firenze la partecipazione allo sciopero generale “è straordinaria”, ha detto il segretario della Cgil Toscana Rossano Rossi: “siamo intorno alle 50mila persone, un dato che ha superato le nostre aspettative”. Il corteo ha preso il via da piazza Indipendenza per sfilare lungo le vie del centro storico fino a piazza Santissima Annunziata dove si è tenuto il comizio finale.
Umbria
Anche a Perugia Piazza IV Novembre si è riempita rapidamente di manifestanti in sciopero che hanno seguito il comizio finale. Circa 2000 le persone scese in strada per protestare.
Abruzzo e Molise
Grande partecipazione in Piazza Plebiscito di Lanciano, provincia di Chieti, dove si è tenuta la manifestazione Cgil e Uil di Abruzzo e Molise.
“Con questo sciopero vogliamo indicare un altro Paese possibile, un altro modello di sviluppo – ha detto dal palco Carmine Ranieri, segretario generale della Cgi Abruzzo Molise –. Vogliamo chiedere rispetto per le lavoratrici e i lavoratori, per quelli che lo sono stati, pensionate e pensionati, per i disoccupati, per i lavoratori di domani e gli studenti che protestano con noi per un futuro migliore…
Voglio dedicare la fine del mio intervento alle lavoratrici e ai lavoratori della Johnson Controls che oggi sono qui con noi: la multinazionale ha confermato la chiusura dello stabilimento di Corropoli entro la fine dell’anno con il conseguente licenziamento di 60 dipendenti. Alle lavoratrici e ai lavoratori di questa azienda e di tutte le crisi in atto in questi giorni, va il sostegno di questa piazza, il sostegno di lavoratrici e lavoratori che ben sanno di far parte di una storia comune, che ben conoscono l’importanza dello stare insieme e della lotta per difendere i diritti.
Questo è il sindacato, patrimonio della classe lavoratrice, un patrimonio di valori da non disperdere, anzi da rigenerare, perché questa è la parte sana del Paese, perché questa è la parte giusta… e allora non ci fermeremo, uniti nella lotta per riconquistare i nostri diritti”.
Marche
Incredibile la partecipazione alle manifestazioni organizzate nelle cinque piazze delle Marche: Macerata, Jesi, Fermo, Ascoli-Piceno e Pesaro. “La dimostrazione che siamo sulla strada giusta”, scrive la Cgil regionale sul proprio profilo Facebook.
Nel resto del Paese
Oltre allo sciopero generale nelle regioni del Centro Italia oggi si fermavano in tutto il paese le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici, della conoscenza e dei trasporti. manifestazioni sono state organizzate in tutto il Paese.
Veneto
10mila persone in piazza a Padova per lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del Comparto Pubblico, Istruzione e Ricerca, Trasporti, Igiene Ambientale, Poste, Consorzi di Bonifica, proclamato da Uil e Cgil e alla quale hanno aderito anche gli studenti dell’Udu e della Rete degli Studenti.
“Le persone che vivono di lavoro o di pensione – dichiara Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto – subiscono una crisi sociale sempre più grave, su cui il Governo fa finta di nulla, pensando di cavarsela con la propaganda. Ma la propaganda non aumenta i salari dei dipendenti pubblici, non finanzia scuola e sanità, non abolisce la Legge Fornero. Servono risorse e occorre andare a prenderle dove ci sono: evasione fiscale, extra profitti, rendite finanziarie e immobiliari. Non ci firmeremo finché non avremo risposte”.
L’appuntamento è a venerdì prossimo, 24 novembre, quando sciopereranno lavoratrici e lavoratori di tutti i settori privati del Nord.
Campania
Un migliaio di lavoratrici, lavoratori e pensionati questa mattina in piazza Plebiscito a Napoli per il primo dei cinque scioperi indetti da Cgil e Uil contro la manovra finanziaria del Governo. Pubblico impiego, trasporti, sanità, scuola, appalti di vigilanza, pulizia e ristorazione collettiva, lavoratori e lavoratrici dei Consorzi di Bonifica: questi i settori che oggi hanno incrociato le braccia nella nostra regione, rispondendo alla mobilitazione lanciata dalle due confederazioni.
“La risposta non può che essere la mobilitazione e lo sciopero, perché – ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – buttarla sull’ideologia e la politica, come vuole fare qualche ministro, non significa dare le risposte giuste ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini sui problemi di questo Paese. É una manovra che non ci convince, che non va bene. Siamo preoccupati perché la Campania pagherà il prezzo più alto, in termini di lavoro, di pensioni, di sanità. Abbiamo chiesto al Prefetto di ribadire alla Presidenza del Consiglio che siamo organizzazioni sindacali responsabili, che hanno scioperato e manifestato in maniera civile, che il diritto allo sciopero non va intaccato e che soprattutto che va rispettata e difesa la Costituzione. Noi scegliamo lo sciopero quando non ci sono risposte alle nostre richieste”.
“In giornata invieremo al presidente Vincenzo De Luca la piattaforma con le motivazioni dello sciopero indetto da Cgil e Uil e lo inviteremo ad essere con noi alla manifestazione del 1° dicembre a Napoli. Noi siamo in piazza anche per lui, perché in questa legge finanziaria ci sono tagli anche a Regioni e Comuni. De Luca – ha aggiunto Ricci – dovrebbe essere con noi a protestare perché la Regione subirà un taglio importante, in percentuale, dei 350 milioni che saranno sottratti agli enti locali e il trasporto pubblico locale sarà penalizzato. Mi dispiace. Parlare di tutto e non confrontarsi con i sindacati non fa bene a questo Paese”.
Emilia-Romagna
Più di diecimila persone hanno riempito le piazze dei capoluoghi di provincia dell’Emilia-Romagna in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil per le categorie di funzione pubblica, lavoratori della conoscenza e trasporti e logistica. Il dato esclude Reggio Emilia, città nella quale hanno scioperato tutti i settori, che nel resto della regione sciopereranno il prossimo 24 novembre, per la concomitanza con la festa del patrono cittadino.
Le adesioni allo sciopero nel settore pubblico vanno dal 60 all’80% mentre nei nidi e scuole dell’infanzia l’adesione è stata del 90%.
Molte scuole hanno chiuso e altre hanno riorganizzato il servizio, la segreteria regionale Flc Cgil Monica Ottaviani dichiara che “in attesa dei dati definitivi si tratta di dati positivi, in generale in tutti gli ordini di scuola, con scuole che hanno riorganizzato il loro servizio e scuole chiuse”.
Nel settore logistica e facchinaggio si segnalano percentuali estremamente significative di adesione nel mondo dei corrieri cioè Fedex, Ups, Sda, Brt, Gls in tutta la regione (tra il 50% e il 100%).
Nella logistica di magazzino settore cooperativo partecipazione elevata soprattutto negli appalti più grossi (esempio: progetto lavoro in Max Mara al 80%) e medie comprese tra il 30 e il 70% in Cfp .
Nella logistica di magazzino non cooperativa si segnalano picchi in palletways al 100% e zeroquattro (50%) a Bologna e magazzini realco al 100% centrale adriatica, Petra e MM operations tra il 70 e 90%. Alle cooperative va aggiunta idealservice con percentuali al 60%
Negli spedizionieri (arcese/One express) l’adesione registrata è intorno al 30-50%.
Da segnalare la filiera driver in appalto Amazon intorno al 30/40% e per la prima volta anche partecipazione da parte di lavoratori e lavoratrici diretti di Amazon e di un nutrito gruppo di lavoratori interinali.
La media ragionata del settore si attesta intorno al 50%. Sul trasporto pubblico locale, al netto della precettazione, percentuali che si attestano tra il 30 e il 70% in Start e Seta con picco all’80% in Tep (mentre Tper non scioperava essendo in sciopero settimana scorsa).
Settore ferroviario (anche qui al netto della precettazione) 25%.
Sicilia
“Oggi scioperano e sono in piazza le lavoratrici e i lavoratori di settori importanti perché riguardano diritti fondamentali di tutti i cittadini, come quelli alla salute, all’istruzione, alla
mobilità, ai servizi che solo una pubblica amministrazione efficiente può garantire. Sono lavoratori bistrattati da questo governo nazionale, che si spinge pure a volere fare cassa sulle loro pensioni, che non mette risorse sufficienti per il rinnovo dei contratti e il contrasto al caro-vita. Ma bistrattati sono in realtà tutti i siciliani e tutta la Sicilia che, il governo come se non bastasse ciò che toglie a tutti, vuole pure penalizzare con l’autonomia differenziata che darebbe un colpo fatale alla sanità pubblica e all’istruzione pubblica”. Lo ha detto Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, nel comizio di Palermo, davanti all’Ars, per il sit-in nel giorno dello sciopero generale delle categorie Cgil e Uil del pubblico impiego, dell’istruzione, dei trasporti, dei consorzi di bonifica.
“Tutto questo – ha aggiunto Mannino – accade nel silenzio e con l’assenso del governo regionale le cui politiche sanitarie hanno mostrato il vero volto di un esecutivo inefficiente. Noi chiediamo un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione e nella sanità – ha sottolineato il segretario della Cgil Sicilia – perché questi settori funzionino, perché ci sia una risposta concreta ai precari, ai giovani, alle donne”.
Mannino ha quindi rimarcato: “Chiediamo le stabilizzazioni e la riqualificazione in settori collegati alla pubblica amministrazione come i consorzi di bonifica. Chiediamo che si punti sull’istruzione
pubblica come vera leva per il futuro delle giovani generazioni. Chiediamo questo e sviluppo e lavoro e lo ribadiremo il 20 con lo sciopero generale e con la grande manifestazione regionale che si terrà a Siracusa e con successivi appuntamenti di mobilitazione perché il governo nazionale inverta la rotta delle sue politiche antimeridionaliste e contro i lavoratori, i pensionati, i giovani e le donne e il governo regionale esca da questa imbarazzante e deleteria fase di inerzia che va avanti da troppo tempo”.
Friuli Venezia Giulia
“I primi dati sulle adesioni allo sciopero e la grande partecipazione alle nostre manifestazioni sono segnali importanti. Segnali che ci confermano quanto siano condivise le nostre rivendicazioni tra i lavoratori e i pensionati”. È quando dichiarano i segretari generali di Cgil e Uil Fvg, Villiam Pezzetta e Matteo Zorn al termine delle manifestazioni che hanno caratterizzato la mattinata di oggi, accompagnando lo sciopero generale nei settori pubblici, nei trasporti, nella scuola e nelle poste.
“Quello che arriva oggi al Governo – dichiara Pezzetta – è il messaggio dei lavoratori e dei pensionati, che in questi ultimi due anni hanno lasciato per strada almeno il 15% del proprio potere d’acquisto, di chi fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese, di chi deve aspettare per mesi o addirittura anni una visita specialistica o un intervento, o ha perso il suo medico di base senza che venga sostituito”.
Le adesioni dei lavoratori sono state particolarmente diffuse nella scuola, sia tra i docenti he tra il personale Ata, e diffuse sono state anche le chiusure di plessi e uffici amministrativi, come segnalano Flc-Cgil e Uil scuola. Nella sanità, soggetta all’obbligo di garantire i servizi essenziali, le prime percentuali diffuse dai sindacati di categoria di Cgil e Uil parlano di adesioni al 60% tra i dipendenti Asugi, al netto dei lavoratori comandati, e di molte strutture chiuse, dall’ematologia di Trieste alla Cittadella della Salute e Anatomia patologica a Pordenone. Operatività al minimo al Csm di Domio (Trieste), adesioni all’80% alla Nostra famiglia di Pasian di Prato (Udine), nella sanità privata. Nel sociale si registrano le chiusure del servizio di assistenza domiciliare a Pordenone, l’adesione al 100% tra gli asstenti sociali del comune di Muggia e le chiusure di diversi asili nido e ricreatori.
Nel trasporto pubblico locale i primi dati riguardano Arriva Udine e Trieste Trasporti, dove ha scioperato rispettivamente il 60 e il 50% dei dipendenti. La durata dello sciopero nel comparto, come noto, è stata ridotta a 4 ore, tra le 9 e le 13, assicurando il rispetto delle fasce garantite da fine mattinata. Nei porti regionali, secondo i dati raccolti da Filt Cgil e Uiltrasporti, l’adesione si è assestata all’80% a Monfalcone e al 45% a Trieste.
Molto partecipate le iniziative di piazza, a partire dalla prima, indetta con inizio alle 8 in piazza Cavedalis, a Udine, dove i lavoratori e i pensionati si sono uniti al corteo degli studenti. Un secondo presidio si è tenuto dalle 9.30 davanti alla sede di Arriva, seguito da quello organizzato all’ingresso dell’Ospedale che ha visto la presenza di circa trecento manifestanti con le bandiere e gli striscioni di Cgil e Uil. In concomitanza, sempre a Udine, anche il presidio indetto sotto la sede della Regione. Piazze affollate anche a Pordenone, sotto la Prefettura, e a Trieste, dove sono confluiti anche lavoratori e pensionati della provincia di Gorizia, dando vita a un’affollata manifestazione sotto la sede della Giunta, tra piazza Unità e via dell’Orologio, e a un presidio a Cattinara.
Lombardia
Grande risposta di lavoratrici, lavoratori e pensionati anche nella piazza di Milano nel giorno dello sciopero.
Puglia
Alte le adesioni allo sciopero in Puglia e tante le presenze in piazza. nel video la dichiarazione della segretaria generale della Cgil regionale, Gigia Bucci.
Piemonte
In Piemonte migliaia di persone hanno aderito allo sciopero generale, indetto da Cgil e Uil, e sono scese in Piazza a Torino per dire “Adesso Basta!” alle politiche del governo.
“Lo sciopero è un nostro diritto e lo abbiamo dimostrato oggi, incrociando le braccia per cambiare la proposta di Legge di Bilancio e le politiche economiche e sociali messe in campo dall’esecutivo”, ha detto Gabriella Semeraro, segretaria generale della Cgil Torino.
Migliaia di persone hanno aderito allo Sciopero Generale Nazionale, indetto da #CGIL e #UIL, e sono scese in Piazza a Torino per dire “Adesso Basta!” alle politiche del governo.
Lo sciopero è un nostro diritto e lo abbiamo dimostrato oggi, incrociando le braccia per cambiare la proposta di legge di bilancio e le politiche economiche e sociali messe in campo dall’esecutivo #Meloni
Liguria
“Hanno provato a fermarci ma non ci sono riusciti: la mobilitazione continua. Stiamo già pensando allo sciopero generale del 24 novembre perché per lavoratori e pensionati la legge di bilancio non mette nulla nel piatto: la nostra mobilitazione prosegue”. Così Igor Magni e Mario Ghini, segretari generali di Cgil Genova e Uil Liguria a margine della manifestazione che ha visto oltre 5 mila lavoratrici e lavoratori e pensionati sfilare per le vie di Genova in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil nel settore dei trasporti e dei pubblici servizi. Il lungo corteo ha raggiunto la Prefettura dove una delegazione è stata ricevuta dal capo di gabinetto del Prefetto al quale sono state illustrate le ragioni dello sciopero.
Cgil e Uil dicono basta al precariato che penalizza i giovani e chiedono una riforma delle pensioni che superi la Fornero, salvaguardando il loro futuro ma anche chi già è nel mondo del lavoro. Cgil e Uil chiedono una attenzione particolare al variegato mondo degli appalti e subappalti dove spesso si annidano condizioni di lavoro inaccettabili dal punto di vista normativo, economico e della sicurezza. Chiedono anche il rinnovo dei contratti di lavoro per i quali non sono state stanziate risorse in legge di bilancio. Così come è necessaria una serie di maggiori tutele per le lavoratrici e i lavoratori con contratto di somministrazione che, spesso nel settore pubblico, sopperiscono a mancanze strutturali senza certezze per il proprio futuro. Tra le prime adesioni allo sciopero, nonostante le limitazioni imposte dal Governo, quella del Porto di Genova dove questa mattina risultava una adesione allo sciopero dell’85 per cento medio con punte del 90 per cento. Sempre nell’ambito del trasporto, l’adesione nelle ferrovie è stata dal 40 per cento a livello regionale. Nel trasporto pubblico locale genovese ha aderito il 47 per cento del personale viaggiante, trasporto extraurbano 37 per cento, la metropolitana di Genova ha subito la cancellazione di metà delle corse. Alta l’adesione tra i corrieri e nella logistica: Fedex 90 per cento, Amazon 50 per cento, Geam (Porto di Genova) 100 per cento, in Amiu ha aderito alla protesta il 55 per cento del personale. Sette scuole dell’infanzia risultavano chiuse, mentre tra quelle statali molti plessi risultano chiusi, chiuso il Mazzini, la succursale del Cassini, Istituto comprensivo di Sestri, Liceo Colombo chiusa la sede, chiusure a Bolzaneto, Serrà Riccò, Prà, Gobetti Rivarolo, Cornigliano, Borzoli.
Altissima adesione negli uffici pubblici del Comune di Genova, con punte altissime negli uffici di Corso Torino, nel comparto giustizia, chiusi gli uffici del Tribunale di sorveglianza. Decisamente alta l’adesione anche negli uffici dell’Amministrazione Regionale con picchi del 100% in alcuni Settori come nel caso dei Centri per l’impiego. Estrema soddisfazione anche per la partecipazione alla protesta del personale della sanità come dimostra la precettazione di alcuni operatori del Galliera.
18/11/2023 https://www.collettiva.it/
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