Aggressioni e violenze nei Pronto Soccorso: Non è un problema di ordine pubblico
Riceviamo e diamo diffusione alle note sottostanti provenienti da una associazione romana per il diritto alla salute. Certamente utili in un contesto in cui si risponde alle difficoltà dei pronto soccorso (caricato di servizi che non dovrebbe avere) e alla mutata (?) percezione dei rapporti tra utenti e Servizio Sanitario Nazionale con ricette di militarizzazione dei presidi sanitari.
Aggressioni e violenze nei Pronto Soccorso: Non è un problema di ordine pubblico
E’ avvilente il tenore degli articoli dei giornali, dei dibattiti televisivi e soprattutto dei provvedimenti che si sono e si intendono prendere sulla questione. Chiunque abbia lavorato in un Pronto Soccorso sa che il clima ambientale peggiora fine a far esplodere la tensione quando le persone che vi si rivolgono prendono atto che ci si trova in una situazione nella quale è impossibile fidarsi, e quindi affidarsi ad una struttura che non è in grado di dare le risposte di cui hanno bisogno. Se anche avere una barella o una sedia a rotelle diventa un problema, se si viene abbandonati in una spianata di barelle con una promiscuità assurda per giorni e giorni dove gli operatori devono fare le acrobazie per poterti raggiungere per una terapia, prelievo, pulizia, ecc., che credibilità può avere questa struttura? In quali mani si sta mettendo la propria visita?
Per ottenere comportamenti coretti da parte delle persone che si rivolgono ad un Pronto Soccorso deve essere chiara la percezione che la struttura sia in grado di gestire in modo adeguato una circostanza di fragilità, paura e preoccupazione della propria esistenza. In tutto questo presenza massiccia di poliziotti non risolve niente.
Sono state avanzate proposte ancora più demenziali
Ad esempio ll sindacato UGL propone il “DASPO sanitario” ossia l’ esclusione dall’ assistenza sanitaria per tre anni per chi dà in escandescenze dentro un Pronto Soccorso. L’effettivo DASPO sanitario si sta già imponendo sempre di più escludendo dall’assistenza sanitaria tutti coloro che non se la possono permettere ricorrendo al privato.
E’ chiaro che il Pronto Soccorso è il terminale aperto 24 ore su 24 dove precipitano tutte le criticità sociosanitarie che non trovano soluzioni nelle sedi proprie.
Se si vuole affrontare il problema bisogna avere il coraggio di smontare uno per uno tutti quei fattori che hanno determinato questa situazione.
Per cominciare dall’adeguamento della disponibilità di posti letto e percorsi sanitari territoriali per dare una via d’uscita ad un imbuto che non ha sfogo.
Invece di schiere di poliziotti servirebbe un esercito di assistenti sociali con i necessari strumenti per affrontare questioni che hanno molto di sociale e poco di sanitario.
Un discorso a parte andrebbe fatto per gli operatori del Pronto Soccorso e sul fatto che tutti tendono a scappare. L’unica cosa che si è fatta, su questa questione è incentivare gli straordinari e promettere un po’ di soldi in più per chi è disposto a lavorare in quella bolgia. Quindi turni sempre più lunghi e stress sempre più alto.
Quello che bisognerebbe fare invece sarebbe, adeguare l’organico, ridurre l’orario di lavoro attivo e aumentare la formazione, introdurre criteri di rotazione, spezzare il perverso meccanismo micro corporativo tra ruoli e “aree” di una struttura molto complessa …….tutto il contrario di quello che si sta facendo.
Una delle cose essenziali per il buon funzionamento di un Pronto Soccorso, e della soddisfazione per chi ci lavora, è sentirsi parte attiva di una squadra con un fine comune., Questa cosa si sta perdendo con l’introduzione dei premi per chi è più bravo, la volontà per tutte le figure professionali di avere un proprio contratto specifico,(i medici lo hanno da sempre), la possibilità di fare attività privata sia intra che extra moenia, ecc.
I Pronto Soccorso sono un caposaldo della catena della Sanità pubblica di conseguenza – secondo l’indirizzo attuale – deve essere smantellato nei suoi principi di universalità ed accessibilità.
Da Riapriamo Villa Tiburtina (Roma)
15/9/2024 https://www.medicinademocratica.org
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