Aigues mortes : 130° anniversario della strage di operai immigrati italiani in Francia, 16-17 agosto 1983
Il 16 e il 17 agosto 1893 si consumò in Francia una orrenda strage alla apparenza “fratricida” in realtà causata dalle politiche
padronali; il terreno di coltura fu infatti la rivalità che i padroni delle saline avevano instaurato tra lavoratori immigrati e autoctoni usando gli immigrati italiani come oggi vengono usati in Italia gli immigrati contro gli altri lavoratori, cioè come riserva schiavistica per imporre a tutti condizioni letteralmente bestiali; certo la situazione storica e sociale è oggi diversa e non si raggiunge quel livello di drammatica contrapposizione tra operai che fu alla origine della strage di Aigues mortes ma certi episodi –per esempio gli attacchi squadristici contro alcuni scioperi organizzati da Si.Cobas e altri sindacati di base, da parte di crumiri prezzolati , fanno tornare in mente Aigues Mortes, quanto meno per “associazione di idee”;
la sostanza e “l’insegnamento” sono chiari: i lavoratori e gli sfruttati devono superare le divisioni che il padrone cerca , dai tempi dell’impero romano, di indurre divisioni (Divide et impera) e devono realizzare l’unità di intenti e di pratiche per garantirsi un lavoro degno di questo nome che sia occasione di reddito e di salario senza dare in cambio la propria salute e la propria sicurezza psicofisica; è passato da poco l’anniversario di una altra strage, quella di Marcinelle, accompagnata da commenti-prevalentemente-rari, evasivi e fuorvianti sia da parte delle istituzioni che da parte degli “organi di informazione”; la proposta che ventiliamo da tempo, vale a dire di fare dell’8 agosto non la giornata del lavoratore italiano all’estero ma piuttosto la giornata del lavoratore immigrato o comunque dell’immigrato, è rimasta, ancora una volta, vox clamans in deserto , né questo è sorprendente visto che proprio verso la desertificazione –fisica ma anche etica- il paese e l’intero pianeta stanno andando; solo un ceto politico e istituzionale asservito al potere economico può “trascurare” una simile proposta che consentirebbe invece di rompere la rimozione e la omertà , dopo la prima pur coraggiosa denuncia da parte del Guardian, riguardante LA STRAGE DI OPERAI IN QUATAR IN OCCASIONE DELLA REALIZZAZIONE DEI MONDIALI DI CALCIO; COSA ALTRO E’ STATA QUELLA STRAGE SE NON UN EVENTO ANALOGO A QUELLO DI MARCINELLE E PERSINO PIU’ CATASTROFICO DAL PUNTO DI VISTA DELLA DIMENSIONE
NUMERICA;
ovviamente non facciamo “graduatorie” di gravità in relazione ai “numeri” : è crimine di pace anche il singolo evento
che riguardi un rider ammazzato dal “caldo” (si fa per dire, visto che il killer è in realtà la organizzazione capitalistica del lavoro) o che sia l’ottantenne che “si ammazza” col trattore insicuro su cui è costretto a lavorare a causa della sua pensione di fame;
e c’è un nesso , non si tratta di “volo pindarico”, che porta da Aigues Mortes al fronte russo-ucraino; il nesso sta nella necessità che lavoratori piuttosto che prendere le armi contro il “nemico esterno” prendano la decisione , certo rischiosa , di deporre le armi e disertare nella consapevolezza che il loro vero nemico è interno al loro paese e non esterno;
non vi è dubbio sul fatto che il movimento pacifista/disarmista mondiale è ridotto alla totale inefficienza , non di meno l’unica strada rimane la diserzione da entrambi i fronti sia dalla “guerra” tra proletari che ha causato la strage di Aigues Mortes che dal fronte russo-ucraino e da tutti i fronti di guerra palesi, occulti, in atto o potenziali e futuri.
Vito Totire, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Bologna, 16.8.2023
(*) Seicento le vittime di questa “guerra” secondo la ricostruzione di Giovanni Gozzini, Le migrazioni di ieri e di oggi, Mondadori 2005 p.73
Allegati:
- Comunicato Aigues mortes 2018
- Comunicato Aigues mortes 2022
125 anni per una targa commemorativa in ricordo dell’eccidio di Aigues Mortes!
Quanti anni per Reuf Islami? Ucciso dal lavoro nero il 21.3.2002 e “in attesa” di targa commemorativa
Quanti anni per una targa nelle campagne di Foggia per la strage dei sedici braccianti ?
Il 17 agosto ricorre l’anniversario dell’eccidio degli operai italiani nelle saline della Camargue; molti si sono interrogati sui motivi della rimozione quasi totale da quel 17 agosto 1893;
ad un interrogativo che abbiamo posto in occasione dell’8 agosto non abbiamo registrato risposte l’interrogativo era: non è opportuno fare della giornata dell’italiano all’estero la giornata del lavoratore all’estero o meglio del migrante (anche quello che non riesce a lavorare)?
Il problema vero è la condizione di particolare vulnerabilità del lavoratore all’estero (italiano o no che sia) e dunque la particolare vulnerabilità del migrante; non certo perché gli autoctoni siano sempre garantiti (vedi Genova-Bologna, ecc.) ; c’è un gradiente di rischio di morte e malattia che è sociale e non etnico; ma la attenzione ai più vulnerabili si riverbera in maggiore sicurezza per tutti; per questo il “sovranismo” è una moneta falsa per tutti;
chi vede in faccia la realtà, persino se ministro, viene preso a pesci in faccia; basti vedere la reazione alle caute parole del ministro degli esteri che ha osato paragonare i morti di Marcinelle agli immigranti di oggi;
questa “nuova” patacca politica definita “sovranismo” è l’ennesima truffa ideologica che cerca di negare come nord e sud del mondo abbiano un solo ed unico futuro;
un “sovranismo” che sfocia nel disturbo fobico; la fobia infatti è spesso aggirata con manovre di evitamento :come altro spiegare la censura nei confronti del manifesto della artista Abhramovic che dice , semplicemente , la verità, e che cioè :”siamo nella stessa barca” !
Il rimedio non è il filo spinato lungo i confini; il rimedio è abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Un ricordo alle vittime dello sfruttamento, qualunque sia la sua lingua o il colore della sua pelle.
Vito Totire, portavoce circolo “Chico” Mendes
Bologna
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