Alba (CN) Sabato 3 agosto h. 18 Corteo cittadino Solidale a fianco dei braccianti e dei lavoratori sfruttati


Padroni e organi di potere complici dello schiavismo in Langa.
I padroni fingono di non sapere, ma fino a ieri approfittavano della manodopera a basso costo. Tutti. Non esistono mele marce.
La chiesa, maggiore proprietaria immobiliare della zona, se ne dimentica e lascia decine di strutture vuote.
I politici lenti, con fare paternalista trattano i braccianti con timore. Strizzano l’occhio ai padroni. E se i lavoratori si ribellano li rinchiudono nei lager di Stato.

Come ogni estate l’unica struttura d’accoglienza albese chiuderà i battenti: il centro di accoglienza caritas di via Pola (che ospitava una quindicina di persone senza contratto lavorativo – l’anno scorso il doppio) va in vacanza. Intanto decine di persone (senza documenti o con contratto lavorativo) dormono all’aperto, senza dignità. E se nel 2023 non vi erano soluzioni e oltre trenta lavoratori s’accampavano e s’organizzavano, quest’ anno , dopo numerose proteste , cortei e comunicati, la nuova giunta ha deciso di creare a partire dal 4agosto, 40 posti letto nella palestra della scuola media Macrino, una soluzione per sfollati. Un passo avanti, ma non sufficiente: stipare decine di persone (senza privacy) in un luogo dove con tutta probabilità si raggiungono i quaranta gradi è null’altro che un tampone.

Il problema è sistemico. Il problema è il razzismo latente, il problema è il razzismo di Stato. Il problema comincia dalla mancata regolarizzazione dei migranti, si sposta sullo sfruttamento lavorativo (manodopera invisibile) fino ad arrivare alla diffidenza nell’affittare casa. Risolvere questi tre punti significa risolvere il problema. Regolarizzazione, contratti dignitosi, case convenzionate. Non risolverli significa continuare a foraggiare la macchina delle espulsioni e dei Cpr.

Al corteo di Sabato 3 agosto partirà proprio da via Pola, il giorno in cui il centro chiude. L’accento sarà posto sulla classe imprenditoriale, che approfitta del basso costo della manodopera per rimpinguare le proprie tasche, e sugli organi di potere che si rendono complici in nome del turismo di lusso, dell’export e del prestigio.

Nel nostro territorio i capi d’azienda godono di impunità e incolpano le cooperative e i caporali. Noi sappiamo che i ricchi proprietari terrieri, con piscine e macchine di lusso, sono i moderni schiavisti. A loro non convengono né assunzioni dirette, né contratti dignitosi. Dobbiamo estirpare questa cultura d’impresa, soprattutto se significa prevaricazione sui braccianti. Le associazioni datoriali negano ogni tipo responsabilità, ma noi sappiamo che sono i responsabili di questa macchina milionaria foraggiata col sangue degli ultimi.

Sfruttati o deportati, a fianco dei braccianti e dei migranti. Contro i complici del razzismo sistemico.

2/8/2024

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