Alluvione in Toscana, insufficiente intervento di Regione e governo nell’emergenza, colpevole negligenza rispetto a crisi climatica

A pochi giorni dall’alluvione in Toscana la situazione è ancora grave, e le previsioni meteo non promettono niente di buono. Il mondo, le regioni di tutta Italia, ed oggi la Toscana sono profondamente ferite dalle conseguenze disastrose della crisi climatica.

Le immagini dell’acqua che invade le strade di Campi Bisenzio, del pratese, del livornese e del pisano mostrano il livello di devastazione provocato da una sola notte di pioggia. Il bilancio per un territorio già profondamente ferito potrebbe nei prossimi giorni ancora aggravarsi dal punto di vista della perdita di vite umane come è già successo, della devastazione ambientale, ma anche di quella economica visto che è in ginocchio la parte più produttiva della regione. 500 milioni di euro i danni stimati, temiamo al ribasso.

Denunciamo l’insufficienza della risposta del governo e della Regione Toscana all’emergenza e la colpevole negligenza rispetto alla crisi climatica. Se da una parte la risposta “di popolo” è stata grande e generosa, dall’altra non possiamo non registrare carenze da parte degli organismi deputati, soprattutto in fatto di strumentazione, e una sua distribuzione da parte in primis della Regione, che lascia molti dubbi. Noi lavoriamo con Brigate di Solidarietà Attiva, realtà sociali e comuni per affrontare emergenza ma constatiamo una mancanza di adeguato supporto alle amministrazioni e alle comunità.

Questa ennesima alluvione dimostra poi come sia assurdo il negazionismo climatico del governo Meloni, ma anche le politiche del PD che nei fatti converge sempre con la destra nelle scelte di cementificazione del territorio e sulle fonti fossili. Non assumere come priorità quella di pensare soluzioni che mettano al riparo i territori dalla crisi climatica diventa criminoso: modello di sviluppo onnivoro, sfruttamento, oltre la capacità di riprodursi, delle risorse naturali, incuria e consumo del territorio hanno superato il limite della “sopportabilità” e le conseguenze sono i disastri ambientali diventati ormai troppo frequenti. Il modello capitalistico di sviluppo mostra il suo vero volto!

Non è più il tempo delle mere condoglianze formali e della sola lamentazione dei danni economici con la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità, a cui il governatore Giani della Toscana e governo nazionale ci hanno abituati, per poi proseguire impunemente con il modello di sviluppo devastante e climalterante che li produce. Basti citare, oltre all’eccessivo consumo di suolo in generale, tutte le cosiddette “grandi opere” impattanti, a cominciare dal nuovo aeroporto di Firenze. Cosa sarebbe successo, di ulteriormente grave, se la precipitazione si fosse avuta con quell’opera già realizzata?

Bisogna affrontare la questione climatica per evitare che lo stato di calamità diventi permanente. Questo implica piani di adattamento al cambiamento climatico per affrontare le sempre più frequenti emergenze, scelte radicali di riconversione ecologica dell’economia, cura del territorio e dei beni comuni a partire dallo stop al consumo di suolo. Ma va fatto davvero, da ora! Questo è il modo migliore, pensiamo, per esprimere solidarietà e vicinanza alle famiglie colpite e mitigare eventi futuri a breve o a medio lunga scadenza.

Partito della Rifondazione Comunista

9/11/2023 http://www.rifondazione.it/

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