Altro che sani, sicuri e dietetici! Il colpo mortale dell’Oms ai dolcificanti
Stevia, aspartame, acesulfame e compagnia non solo non danno alcun beneficio per dimagrire ma possono avere aumentare diabete e malattie al cuore. L’Oms conferma la bocciatura dei dolcificanti con le nuove linee guida. Chiare e nette, dopo troppi anni
“Non portano alcun beneficio a lungo termine nella riduzione del grasso corporeo negli adulti o nei bambini”. Non solo, potrebbero avere “potenziali effetti indesiderati”, “come un aumento del rischio di diabete, malattie cardiovascolari e mortalità negli adulti”.
Le linee guida dell’Oms sui dolcificanti, come aveva anticipato a marzo il Salvagente sono chiare e inequivocabili. E andrebbero tenute presenti da “tutte le persone, a eccezione delle persone con diabete preesistente, e include tutti i dolcificanti non nutritivi sintetici, presenti in natura o modificati che non sono classificati come zuccheri presenti negli alimenti e nelle bevande”. La lista è lunga: “acesulfame K, aspartame, advantame, ciclamati, neotame, saccarina, sucralosio, stevia e derivati della stevia”.
Un colpo mortale a interessi miliardari
Ha impiegato un po’ di tempo ma alla fine l’Organizzazione mondiale della sanità non poteva essere più chiara nell’esprimere la propria posizione su uno degli argomenti più dibattuti dalla società scientifica dove, ovviamente, si registrano posizioni contrastanti.
Con il termine “dolcificanti” ci si riferisce a una vasta gamma di sostanze chimiche, la maggior parte delle quali molto più dolci dello zucchero, che contengono poche o nessuna caloria. L’advantame, ad esempio, approvato negli Stati Uniti, è 20mila volte più dolce dello zucchero. Altri, come lo xilitolo, comunemente usato nelle gomme da masticare, sono paragonabili per dolcezza allo zucchero. Stando così le cose, è facile capire perché molti esperti di sanità pubblica hanno guardato – e continuano a guardare – agli edulcoranti come a un’alternativa meno dannosa dello zucchero.
I danni dei dolcificanti
Non ce ne è bisogno, ma vale la pena sintetizzare i danni alla salute provocati da un consumo eccessivo di zucchero su cui anche gli esperti più prudenti non hanno dubbi. Troppo zucchero aumenta il rischio di diabete di tipo 2, malattie cardiache e ictus, per non parlare dell’aumento di peso e delle carie. E come hanno dimostrato anni e anni di test e confronti condotti da questo giornale, “scappare” dallo zucchero è impossibile per adulti e bambini nonostante, da un lato, i governi cerchino di sensibilizzare a ridurne il consumo e, dall’altro, le aziende alimentari si ingegnino con nuove ricette “sugar free” senza, nei fatti, rinunciare a tanta dolcezza.
È in questo contesto che hanno fatto fortuna i dolcificanti. Ce li hanno presentati come alleati per controllare il peso, prevenire il diabete e avere denti sani. Secondo l’International sweeteners association, l’associazione che rappresenta i fornitori e gli utilizzatori dei dolcificanti, gli edulcoranti sono utili per la “gestione del peso” (perché non contengono calorie), per le persone con diabete (perché presumibilmente “non hanno alcun impatto” sui livelli di zucchero nel sangue) e per la salute orale (perché a differenza dello zucchero, non favoriscono la carie).
Se non c’è nulla di sbagliato nel marketing aggressivo dell’industria dei dolcificanti, è alquanto singolare, invece, il fatto che le organizzazioni sanitarie pubbliche di tutto il mondo abbiano accettato supinamente le loro affermazioni. Anche quando istituti di ricerca indipendenti, vedi il Ramazzini di Bologna, hanno cercato di mettere in guardia il mondo scientifico dai danni dei dolcificanti.
Le nuove ricerche
A dettare il cambiamento di linea dell’Oms il lavoro dei ricercatori dell’Organizzazione che hanno condotto una nuova vasta revisione delle prove scientifiche, esaminando centinaia di studi sugli effetti che gli edulcoranti hanno sugli esseri umani. E hanno scoperto che il consumo di molte di queste sostanze è associato a un aumento del rischio di diabete di tipo 2 (oltre a un rischio più elevato di malattie cardiache). Allo stesso tempo, lo studio ha messo in evidenza che le persone che consumavano molti dolcificanti avevano maggiori probabilità di aumentare di peso a lungo termine (nel breve periodo si è, invece, dimostrata una tendenza alla perdita di peso, seppure molto contenuta). Sulla salute dentale, poi, i ricercatori hanno scoperto che i benefici degli edulcoranti sono solo “presunti” e non c’è alcuna conclusione certa. Insomma, in un sol colpo l’Organizzazione mondiale della sanità è riuscita a smontare i tre pilastri su cui le aziende produttrici hanno costruito la fortuna dei dolcificanti. È bene ricordare che si tratta solo di una bozza e resta da vedere quante delle affermazioni preliminari troveremo nel documento finale ma, in ogni caso, l’Oms avrà contribuito a riaccendere il dibattito e a istillare almeno qualche dubbio. Oltre a mettere in allarme l’industria.
Il Calorie control council – un gruppo commerciale i cui membri includono Coca-Cola e PepsiCo, così come il gigante dei dolcificanti Cargill – ha dichiarato di essere “deluso” dalla bozza di guida dell’Oms. Ha continuato affermando che gli edulcoranti “hanno dimostrato di aiutare nella gestione del peso corporeo e del livello di glucosio nel sangue”. Ma la posizione coraggiosa dell’Oms ha senz’altro molti sostenitori.
Il sostegno all’Oms dai pediatri
Ruggiero Francavilla, ordinario di Clinica pediatrica I Dipartimento interdisciplinare di medicina Università degli Studi Aldo Moro – Bari e Responsabile Uos Gastroenterologia ed epatologia pediatrica Ospedale pediatrico Giovanni XXIII, Bari, è uno di questi: “Si tratta di un lavoro ben bilanciato rispetto ai rischi connessi all’uso di dolcificanti su cui da tempo i pediatri mettono in guardia i genitori” spiega il professore sottolineando un ulteriore aspetto su cui l’Oms non si è soffermata ma che è particolarmente rilevante soprattutto nei bambini: mangiare alimenti dolci fin da bambini condiziona le scelte alimentari future. Lo zucchero agisce, infatti, sul nostro sistema nervoso e crea dipendenza: il danno principale è quello di ricercare continuamente l’apporto durante la giornata sino a raggiungere grandi quantità che nel corso del tempo si fanno sempre maggiori, creando una vera e propria assuefazione. E questa attività è svolta anche dagli edulcoranti: non assumiamo calorie ma stiamo abituando il nostro gusto al dolce.
Riccardo Quintili
16/5/2023 https://ilsalvagente.it/
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