Ambasciatrice statunitense all’ONU: gli USA non rispetteranno un mandato d’arresto dell’ICC nei confronti di Netanyahu
New York – Quds News. Gli Stati Uniti non rispetteranno un eventuale mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (ICC) nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo quanto dichiarato dall’ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield. Intervenendo ad un evento sul futuro del multilateralismo e della riforma delle Nazioni Unite ospitato dal Council on Foreign Relations, Thomas-Greenfield ha chiarito che Washington ha “riserve” riguardo alla giurisdizione della ICC su Israele e non prenderà provvedimenti contro Netanyahu.
“Penso che sappiate già se arresteremo o meno il primo ministro Netanyahu […]. Voglio essere chiara: non lo arresteremo”, ha dichiarato la Thomas-Greenfield. I suoi commenti sottolineano il sostegno illimitato dell’amministrazione statunitense allo Stato di occupazione.
Nella stessa discussione, Thomas-Greenfield ha parlato del potere di veto degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, affermando che gli Stati Uniti non hanno intenzione di rinunciare a questo strumento cruciale. “Non vogliamo rinunciare al nostro potere di veto, e pensiamo che se lo espandessimo in modo generalizzato, renderemmo il Consiglio più disfunzionale”, ha osservato.
La rappresentante ha anche affermato che le Nazioni Unite sono prevenute nei confronti di Israele: “All’interno dell’ONU c’è un’eccessiva attenzione nei confronti di Israele, anche prima di Gaza. È una questione che abbiamo sollevato regolarmente”. Secondo Thomas-Greenfield, Israele è l’unico Paese ad avere un punto mensile ricorrente nell’agenda del Consiglio di Sicurezza, una situazione che ha definito “ingiusta” e “problematica”, ignorando il fatto che questa attenzione deriva dalla creazione di Israele attraverso lo sfollamento del popolo palestinese nel 1948 e dal conflitto in corso, che ha causato numerose vittime palestinesi.
Rispondendo alle domande sul crescente numero di Paesi che riconoscono la statualità palestinese e sulle potenziali implicazioni per la politica statunitense, Thomas-Greenfield ha ribadito la posizione degli Stati Uniti secondo cui la Palestina, nella sua forma attuale, non soddisfa i requisiti per la statualità. “Uno Stato ha determinate responsabilità nei confronti del suo popolo e non credo che i palestinesi, così come sono ora, abbiano tutti gli elementi per essere considerati uno Stato”, ha spiegato.
La Thomas-Greenfield ha anche risposto a una domanda sul fatto che il Congresso degli Stati Uniti potrebbe ritirare gli aiuti all’Autorità palestinese se questa continuasse a chiedere la statualità o a sostenere le indagini della Corte penale internazionale. Pur sottolineando che il Congresso ha l’autorità per prendere tali decisioni, ha espresso la speranza che gli Stati Uniti non siano costretti a tagliare gli aiuti fondamentali ai palestinesi.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.
14/9/2024 https://www.infopal.it/
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