Ambiente e diritti umani: Taranto chiama, l’Onu risponde
“Mi è sembrato fondamentale inserire, nel racconto puntuale di ciò che è davvero sostenibile per la vita umana, nel viaggio che mi sta portando da Trieste a Taranto, la voce indipendente del relatore speciale Orellana e mostrare il volto di chi ha a cuore il destino di una comunità vessata dall’ingiustizia ambientale come quella tarantina”. Missione resa possibile grazie al sostegno economico di oltre 300 donatori in tutta Italia, tra enti, cittadini, media e fondazioni con il patrocinio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e Articolo 21, che hanno co-prodotto in crowdfunding con l’associazione Cittadini Reattivi, il terzo documentario-inchiesta della regista indipendente.
“Il mio lavoro è rivolto soprattutto alla generazione Fridays for Future, quella che sta subendo oltre gli effetti del cambiamento climatico, quelli dell’inquinamento industriale. Sia del passato che del presente”. Proprio nelle scorse settimane, come riporta l’agenzia Ansa, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. ha emesso un’ordinanza in cui ha richiamato l’attuale gestore di Ilva, Acciaierie d’Italia, al rispetto delle emissioni e in particolare del benzene, sostanza cancerogena certa, secondo lo IARC.
Tutto ciò succede, come lo stesso rapporto delle Nazioni Unite ricorda, a neppure due mesi dalla scadenza dell’autorizzazione ambientale integrata (AIA) che nel 2017 aveva indicato in una serie di prescrizioni, gli adempimenti necessari per rendere sostenibile la produzione di acciaio. Tra cui, il bio-monitoraggio sulla presenza di diossine nel latte materno delle madri tarantine.
Intanto, Marcos Orellana ha anche ricordato che “la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato lo Stato italiano per non aver protetto i residenti locali dalla contaminazione ambientale causata dallo stabilimento Ilva, avendo privilegiato la produzione di acciaio rispetto al diritto alla vita privata dei cittadini di Taranto”.
20/6/2023 https://www.isdenews.it
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