Ambiente-Lavoro-Salute: le false illusioni della soluzione “sovranista”.
Diario Prevenzione, come sanno bene i lettori che lo frequentano, è un sito che tratta le problematiche che riguardano la gestione dei rischi per la salute e la sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro.
Finora non siamo entrati nel merito delle competizioni politiche, la nostra mission è la socializzazione delle conoscenze in materia che ricaviamo da fonti nazionali e internazionali.
Ora la situazione è cambiata: riteniamo molto preoccupante e pericolosa la deriva nazional-populista che caratterizza la cultura e le strategie delle forze politiche di maggioranza che hanno dato vita al governo del nostro paese.
La ricerca di facili consensi elettorali tramite l’esaltazione di politiche isolazioniste, autarchiche che rinchiudono nei confini nazionali la ricerca, la produzione di conoscenze, la costruzione di progetti e di soluzioni per i grandi temi di quest’epoca è destinata a produrre danni gravissimi e irreversibili.
L’attuale legislazione italiana in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ad esempio, è il frutto di una Direttiva europea ( 391.89 ) il cui recepimento ha prodotto nel nostro paese la costruzione di un sistema evoluto per la valutazione e gestione dei rischi. Le aziende italiane possono operare in tutti i paesi europei senza dovere adattarsi a 26 sistemi diversi per la gestione della sicurezza.Il ritorno a legislazioni nazionali autarchiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro sarebbe una regressione disastrosa.
Per quanto attiene le tematiche ambientali che rappresentano la sfida più impegnativa e pressante per il prossimo futuro, solo una ricerca integrata e coordinata internazionale potrà offrire percorsi e soluzioni per mitigare e contenere il cambiamento climatico. I sodali internazionali delle forze politiche italiane nazional-populiste sul tema del cambiamento climatico negano le evidenze scientifiche e sostengono l’uso dei combustibili fossili, in particolare il carbone. La chiusura autarchica nei confini nazionali produrrà un rallentamento ed una dispersione di risorse nel campo della ricerca scientifica di base in molti campi.
L’indebolimento e la destrutturazione dell’Europa comporterà danni rilevanti nella competizione a livello internazionale in particolare rispetto alle grandi potenze con regimi illiberali come Cina, Federazione Russa. La decostruzione dei network di ricerca europei che potrebbe derivare dalla chiusura nazionalista degli stati e il depotenziamento delle Agenzie Europee in materia di ambiente, tecnologie, sicurezza lavoro sarebbe una disastrosa regressione difficilmente reversibile..
La perdita di peso specifico dell’Europa già in atto per motivi oggettivi ( demografici, economici e industriali) subirebbe con la frammentazione nazionalistica un drastico aggravamento con la condanna alla irrilevanza ed ad una involuzione sociale, culturale e politica del continente . La battaglia culturale contro la regressione nazional-populista è , nei fatti, uno scontro tra rappresentazioni del mondo e del futuro che sono antagoniste.
Da una parte la rabbia sociale che ha consentito alle forze nazional-populiste di raccogliere facili consensi è stata generata da politiche che hanno impoverito le classi medie e i lavoratori. Senza uno “smontaggio” delle politiche di austerity sarà difficile prevedere una riduzione del consenso delle forze nazional-populiste. Dall’altra senza un “ravvedimento” delle elites tecnocratiche che sono al comando delle istituzioni europee sarà difficile invertire le tendenze populiste e antieuropee in atto.
La posta in gioco è enorme. Per il futuro, per le generazioni che verranno solo un’Europa democratica e forte, che investe per la soluzioni dei grandi problemi ambientali ed energetici con la ricerca scientifica potrà fare fronte a questi grandi problemi. Questa prospettiva è negata dalle forze politiche nazional-populiste che vogliono fare regredire il processo di costruzione europea e governare con le paure, con l’istigazione alle fobie xenofobe e razziste di moltitudini di persone.
La cultura della prevenzione è una cultura che si fonda sulle società aperte, sulla socializzazione delle conoscenze e delle esperienze, sul superamento delle barriere e dei confini mentali e materiali, sulla lotta contro le paure e le superstizioni. Per questi motivi Diario Prevenzione è schierato in questa battaglia per un’Europa più giusta e democratica contro la regressione culturale in atto promossa da politici avventurieri, populisti, di modesta statura intellettuale e morale. Questo è il primo di una serie di articoli e documenti che pubblicheremo su questi temi, almeno fino alle elezioni europee .
Gino Rubini
Editor www.diario-prevenzione.it
9/12/2018
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