AMBULATORIO MEDICO POPOLARE: DIRITTO ALLA SALUTE DA 22 ANNI
L’ambulatorio è nato nel 1994 con un obiettivo: chiudere il giorno dopo. In realtà l’ambulatorio prosegue da più di vent’anni a difendere il diritto alla salute di tutti perché “la Costituzione non tutela il diritti dei cittadini, o degli italiani. Tutela il diritto degli individui“.
A parlare è Francesca di Girolamo, Presidente e fondatrice dell’associazione AMP (ambulatorio medico popolare). “L’Ambulatorio – racconta Francesca – nasce per parlare del diritto alla salute e, in particolare, dell’accesso alle cure. Quando abbiamo deciso di fondarlo era un periodo di forte militanza e persone provenienti da diverse esperienze politiche e di attivismo hanno scelto di dare il via a questo progetto, rimettendo a nuovo alcuni locali nella Casa Occupata di Via dei Transiti 28. Dopo un anno di lavoro e progettazione, nasce l’ambulatorio con un obiettivo chiaro: offrire a chiunque visite mediche gratuite e informazioni sui diritti dei migranti e sul diritto alla salute.
L’Ambulatorio è aperto ogni lunedì e giovedì e garantisce visite mediche a circa 800 persone all’anno. I volontari che vi lavorano sono sia medici sia persone impegnate nell’accoglienza.
“Non è facile, negli anni Novanta l’immigrazione era più scolarizzata: addirittura alcuni dei primi pazienti hanno poi iniziato ad essere membri attivi del gruppo – prosegue Francesca – Oggi tra le persone che si rivolgono a noi ci sono soprattutto ragazzi bengalesi, molti di loro vendono fiori ai semafori. Non abbiamo un mediatore linguistico, perciò spesso non è facile capirsi. Noi siamo ancora convinti che realtà come le nostre non dovrebbero esistere, non vogliamo sostituirci a servizi che sono già tutelati dalla Costituzione ma che vengono lasciati in mano a strutture assistenziali. In Italia ai migranti privi di permesso di soggiorno viene negata la tessera sanitaria, quindi per curarsi possono richiedere un codice chiamato STP (Straniero Temporaneamente Presente). Questo codice garantisce l’accesso alle cure farmacologiche e specialistiche urgenti ed essenziali, ma non l’assistenza di base: questo comporta l’impossibilità di ottenere le prescrizioni per esami o visite e quindi di mantenere sotto controllo patologie croniche”.
Se l’attenzione ai migranti, alle loro cure, è alla base dell’attività dell’AMP, anche altri progetti animano la sala al piano terra di T28, come viene chiamata la Casa occupata. Attività che danno senso a quel “popolare” racchiuso nel nome. Momenti di incontro e confronto su temi legati alla medicina tra persone che si ritrovano ad affrontare gli stessi problemi e all’AMP trovano un luogo in cui confidarsi, ottenere informazioni e consigli.
“Uno dei servizi storici dell’AMP era il Telefono Viola, spazio di ascolto rivolto a persone con disagio sociale ed esistenziale per denunciare gli abusi psichiatrici. Un servizio che abbiamo sospeso quando è mancato Raffaele, “Roma” per tutti. – spiega Francesca – Tra i servizi più storici c’èConsultoria, dove donne parlano con donne. Un Consultorio Autogestito che, al percorso medico tipico dei consultori pubblici, preferisce un dialogo tra esperienze e saperi di donne in cui ciascuna valuta quali siano le risposte adatte a lei. Perché sessualità, maternità, contraccezione non sono patologie, e la cultura che le vuole medicalizzate è privazione di spazi di libertà. La prima battaglia riguarda il diritto alla maternità responsabile anche per le straniere. Dal 2016 abbiamo inoltre due nuove attività: lo Sfasciatoio, un appuntamento per le mamme dei più piccoli, per la condivisione della cura dei bambini. È aperto tutti i martedì dalle 16.30. Sta nascendo anche Spampanato, spazio psicologico e di auto mutuo aiuto per creare un luogo di confronto e di scambio di risorse tra le persone. Offre degli incontri preliminari e individuali con la psicologa per la creazione di gruppi e consulenze anche individuali”.
T28 è una roccaforte, un punto fermo del quartiere da trent’anni, ma la sua sopravvivenza non è mai stata scontata, tra minacce di sfratto, occupazioni, presidi e manifestazioni. E l’AMP prosegue e, anche noi, gli auguriamo breve vita. Ma fintanto che la protezione del diritto alla salute necessita di sentinelle in prima linea, seguite le attività dell’ambulatorio, spazio a giovani volontari medici e non, progetti e idee! Scrivete a ambulatorio.popolare@inventati.org
Ilaria Brusadelli
3/6/2016 www.viapadovhub.it
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