Ana Enamorado e la rete regionale di famiglie migranti
Massacri e desapariciones di migranti nella rotta migratoria in Messico
Ana Enamorado è madre di Oscar Antonio Enamorado, desaparecido il 19 gennaio 2010.
“Quattordici anni fa ho ascoltato per l’ultima volta la voce di Oscar… La telefonata si è interrotta bruscamente e la mia vita non è più stata la stessa”.
Sono le parole con cui Ana ricorda il momento della desaparición di suo figlio Oscar, vent’anni ancora non compiuti, il 19 gennaio del 2010. È stata l’ultima volta che ha parlato con lui, emigrato due anni prima da San Pedro Sula, Honduras, verso gli Stati Uniti. La sua ultima certezza è che si trovava nello stato di Jalisco, Messico, e che era in difficoltà, forse nelle mani di gruppi criminali.
Da quel momento Ana ha cercato Oscar, iniziando un percorso personale che si è scontrato con l’indifferenza e l’inoperosità delle istituzioni del suo paese, e che ha assunto una dimensione sempre più collettiva e politica. Perché la desaparición in Messico è una tragedia che colpisce centinaia di migliaia di famiglie, molte di loro di migranti Centroamericani e di tutto il mondo, perpetrata da delinquenza organizzata ed istituzioni, in un contesto di complessi intrecci tra stato e criminalità.
Poi, quando da sola stava preparando un viaggio in Messico, Ana ha conosciuto le madri del COFAMIPRO, (Comitato di Familiari di Migranti Desaparecidos de El Progreso, Yoro, Honduras,) e nel 2012 ha partecipato alla Carovana di Madri, all’interno della Carovana Migrante organizzata insieme al Movimiento Migrante Mesoamericano. Migliaia di persone in movimento rompono lo stereotipo dei/delle migrante che cercano di occultarsi, indifese, fragile, in cammino sole o in piccoli gruppi. Infatti, pur senza documenti che certifichino una situazione migratoria regolare, impongono la propria legittimità esigendo a viva voce i propri diritti e negoziano con le istituzioni.
La carovana migrante è stata definita come un metodo di autoprotezione e una nuova forma di protesta politica e di opposizione alle politiche migratorie, subalterne agli interessi degli Stati Uniti e che, in una logica securitaria e di esternalizzazione della frontiera del vicino del nord, hanno trasformato il Messico in un susseguirsi di ostacoli, di violenze, di stragi, contro le/i migranti in transito, la cosiddetta mortifera frontiera verticale.
È allora che Ana capisce che, se vuole ritrovare suo figlio, deve rimanere in Messico e, senza esitare, si lascia alle spalle tutto ciò che aveva in Honduras, si trasferisce ed entra nella struttura del Movimiento Migrante Mesoamericano dove, continuando a cercare Oscar, allo stesso tempo accompagna altre madri centroamericane.
Ana tocca con mano il cinismo delle autorità messicane, che ricevono denunce ma non indagano; perdono o seppelliscono in un cassetto dei fascicoli a cui poi le negano l’accesso; cercano di ingannarla consegnandole corpi spacciati per quello di suo figlio. Ma Ana avvia una battaglia legale, presentando vari recursos de amparo (ricorsi per la tutela dei diritti fondamentali) contro queste ripetute violazioni ai suoi diritti, e li vince, uno dopo l’altro.
Nel 2020 ottiene per la prima volta che la CNB (Commissione Nazionale per la Ricerca di Persone) la accompagni in una missione di ricerca di Oscar.
Nel 2021 fonda, insieme ad altre madri, la Red Regional de Familias Migrantes.
Un collettivo pioniere, con una sede in Messico che facilita l’azione e, quindi, il protagonismo delle madri anche se vivono all’estero. Nei costanti rapporti con le autorità, la Red è riconosciuta come attore consapevole degli obblighi delle istituzioni e, infatti, esige la messa in atto dei contenuti delle leggi, in presenza di un buon quadro normativo sistematicamente disatteso.
Rivendica la ricerca con vita, contrastando la cultura istituzionale che si limita a prelevare campioni di ADN, riducendo la ricerca delle persone desaparecidas ad una questione forense.
Le autorità perdono o occultano le denunce, “perdono” o distruggono le prove, non cercano né accompagnano la ricerca delle persone scomparse, tanto meno se sono migranti, e invece cercano di minimizzare la percezione dei livelli di violenza esistenti. L’azione della Rete, così come di altre organizzazioni di madri di migranti desaparecides, smaschera il fatto che questa apparente incompetenza ed indifferenza è, invece, parte di un SISTEMA di IMPUNITÀ fatto di insabbiamenti e montature, di criminalizzazione delle vittime, una strategia di occultamento della realtà e delle responsabilità.
Oggi la Rete segue una ventina di casi di scomparsa di migranti. È costante la pressione sulle istituzioni con iniziative legali, azioni di denuncia, protesta, di coscientizzazione e di memoria, e tra i principali risultati raggiunti sono da segnalare:
- l’apertura di indagini da parte della procura e la compilazione di un dossier per ciascun caso;
- l’accesso all’informazione e la partecipazione delle famiglie alle inchieste;
- sostegno da parte delle istituzioni dei tre livelli di governo alla ricerca delle madri e familiari garantendo, tra l’altro, visti umanitari, copertura delle spese, accompagnamento, protezione, in applicazione della Legge Generale per le Vittime;
- in questo contesto, la Rete ha realizzato 2 brigate internazionali di ricerca;
- creazione di memoriali, spazi pubblici della memoria;
- partecipazione alla campagna “un voto per la dignità” alle elezioni presidenziali di giugno 2024, quando migliaia di elettori hanno votato in base ad una lista di persone desaparecidas.
Trovare le persone care desaparecidas, ricostruire la verità e processare i colpevoli dei delitti commessi, risarcire le vittime dirette ed indirette, spezzare questo sistema di crimine ed impunità ed impedire che si riproduca colpendo nel futuro tante altre famiglie, è il proposito di Ana e della Rete, e si può riassumere in:
VERITÀ, GIUSTIZIA, RIPARAZIONE, NON RIPETIZIONE
Ana è stata varie volte in Italia, invitata da Carovane Migranti, un collettivo che ha accompagnato le carovane del Messico e, insieme all’organizzazione omologa spagnola, organizza percorsi di conoscenza e monitoraggio lungo le principali rotte migratorie dell’Europa e del nord dell’Africa, dove ha stretto rapporti con diversi collettivi, in particolare di madri di migranti desaparecides.
Il 18-19-20 novembre Ana sarà a Torino, dopo essere stata a Bilbao e a Roma, per condividere l’esperienza delle madri e famiglie latinoamericane in lotta contro la morte e la desaparición di migliaia di migranti e le politiche migratorie che provocano tanta violenza, sofferenza e perdite, cercando di costruire percorsi comuni con le realtà impegnate nella stessa lotta da questa parte dell’Oceano.
https://serenoregis.org/evento/dalle-rotte-stesse-lotte/embed/#?secret=EtVyKjxoje#?secret=fH9BfGrwr9
Per chi ne vuole sapere di più, alcuni links a pubblicazioni e video, quasi tutti in italiano:
https://www.filomagazine.it/…/incontro-con-ana…
https://www.meltingpot.org/…/messico-la-politica-di…/…
https://www.agenciaocote.com/…/no-me-voy-a-regresar-a…
https://www.meltingpot.org/…/massacri-e-sparizioni…
Mara Girardi
12/11/2024 https://serenoregis.org
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