Anche l’Ue sostiene gli attacchi di Israele

I leader europei si presentano come i campioni dell’ordine internazionale liberale che Donald Trump sta demolendo. Ma nonostante le loro dichiarazioni sulla Corte penale internazionale, sostengono il genocidio che Tel Aviv porta avanti contro i palestinesi

Da quando Donald Trump ha bruscamente cambiato la politica degli Stati uniti nei confronti dell’Ucraina, si è parlato molto della necessità che i paesi europei si facciano avanti e difendano l’ordine internazionale liberale. Politici come il francese Emmanuel Macron e il tedesco Friedrich Merz hanno utilizzato questo tipo di argomento per giustificare un massiccio aumento della spesa militare da parte degli stati europei.

Tuttavia, di fronte al rinnovato attacco di Israele contro la popolazione di Gaza, tra le posizioni degli Stati uniti e dell’Unione europea non c’è alcuna traccia della differenza che vediamo sul caso dell’Ucraina.L’ultimo Consiglio europeo ha infatti rilasciato la seguente dichiarazione:

Il Consiglio europeo deplora la rottura del cessate il fuoco a Gaza, che ha causato un gran numero di vittime civili nei recenti attacchi aerei, e il rifiuto di Hamas di consegnare gli ostaggi rimasti. Il Consiglio europeo chiede un immediato ritorno alla piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco-liberazione degli ostaggi.

Eve Geddie di Amnesty International ha descritto questo comunicato come «un altro vergognoso tentativo di giustificare il genocidio e i crimini di guerra di Israele contro i palestinesi». Come ha sottolineato Geddie, la dichiarazione non ha nominato nemmeno Israele, e tanto meno lo ha condannato per aver ucciso centinaia di persone con attacchi aerei progettati per colpire i civili durante il pasto prima dell’alba del Ramadan.

«Devastazione totale»

Secondo il Consiglio europeo, è stata «la rottura del cessate il fuoco a Gaza» a uccidere quelle persone, non le bombe e i missili israeliani che le hanno fatte a pezzi. Sebbene il Consiglio non abbia esplicitato direttamente chi fosse responsabile della rottura, la frase che è seguita deplorando «il rifiuto di Hamas di consegnare gli ostaggi rimasti» ha reso assolutamente chiaro a chi attribuiva la colpa. L’organo più importante dell’Ue non ha trovato nulla da deplorare nella condotta di Israele negli ultimi giorni.

In realtà, come sanno tutti i leader europei che hanno dato la loro approvazione a questa dichiarazione, è stato Israele a rompere unilateralmente il cessate il fuoco dopo aver tentato di cambiare i termini dell’accordo che aveva firmato a gennaio. Se il primo ministro israeliano voleva garantire la liberazione degli ostaggi israeliani che si trovano ancora a Gaza, doveva solo rispettare gli impegni presi due mesi fa.

Netanyahu si è rifiutato di passare alla seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco perché ciò avrebbe significato l’interruzione della sua campagna di omicidi di massa. Riprendere il massacro di civili palestinesi ha soddisfatto i partner di estrema destra della sua coalizione e ha distolto l’attenzione dall’epurazione in corso nell’esercito israeliano e nei servizi segreti.

La dichiarazione del Consiglio europeo è stata ancora più vergognosa perché rilasciata dopo il messaggio agghiacciante che il ministro della Difesa di Netanyahu, Israel Katz, ha rivolto alla popolazione civile di Gaza, senza lasciare spazio a malintesi:

Residenti di Gaza, questo è l’ultimo avvertimento. Prima Sinwar ha distrutto Gaza, e ora Sinwar porterà su di essa la rovina totale. L’attacco dell’aeronautica militare israeliana contro i terroristi di Hamas è stato solo il primo passo. Ciò che seguirà sarà molto più duro, e ne sosterrete l’intero costo. L’evacuazione della popolazione dalle zone di combattimento riprenderà presto. Se tutti gli ostaggi israeliani non saranno rilasciati e Hamas non sarà cacciato fuori da Gaza, Israele agirà con una forza che non avete mai conosciuto prima. Seguite il consiglio del Presidente degli Stati uniti: restituite gli ostaggi e cacciate via Hamas, e vi si apriranno nuove opzioni, tra cui il trasferimento in altre parti del mondo per chi lo desidera. L’alternativa è la distruzione e la devastazione totale.

Impunità per i crimini di guerra

La dichiarazione di Katz ha fornito ulteriore materiale a giudici e avvocati che lavorano sui casi contro il suo governo presso la Corte internazionale di giustizia e la Corte penale internazionale. Israele e i suoi leader sono attualmente sotto processo per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, con una montagna di prove già accumulate.

È passato più di un anno da quando la Corte internazionale di giustizia ha emesso una serie di ordini che chiedevano a Israele di proteggere la popolazione di Gaza dalla minaccia di genocidio, ordini palesemente violati fin dal primo giorno. Sono passati più di quattro mesi da quando la Corte internazionale di giustizia ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e il suo ex ministro della difesa Yoav Gallant. Katz, che ha preso il posto di Gallant quando Netanyahu lo ha cacciato, si è guadagnato più che meritoriamente un mandato di cattura.

A differenza degli Stati uniti, ogni membro dell’Ue ha sottoscritto lo Statuto di Roma che ha istituito la Corte penale internazionale. La corte ha sede nei Paesi bassi, uno degli stati fondatori dell’Ue. António Costa e Ursula von der Leyen, rispettivamente presidente del Consiglio europeo e della Commissione europea, hanno rilasciato dichiarazioni il mese scorso condannando la mossa dell’amministrazione Trump di imporre sanzioni alla Corte.

Tuttavia, quando si tratta di condannare la furia genocida di Israele a Gaza, i funzionari Ue agiscono come se il mandato di arresto per Netanyahu semplicemente non esistesse. Tre stati europei, Francia, Italia e Grecia, hanno persino permesso all’aereo di Netanyahu di attraversare il loro spazio aereo il mese scorso, nel suo viaggio di andata e ritorno per gli Stati uniti. Pochi giorni dopo, la dichiarazione sulla Corte penale internazionale von der Leyen  ha affermato che l’Europa «si sarebbe sempre schierata a favore della giustizia e del rispetto del diritto internazionale».

In termini pratici, non c’è alcuna differenza tra inveire furiosamente contro la Corte penale internazionale da una parte e rendere omaggio al suo ruolo mentre si rifiutano le sue decisioni dall’altra. Sotto la retorica edulcorata, l’atteggiamento dell’Ue e dei suoi principali stati membri rivela lo stesso disprezzo per il diritto internazionale e le vite dei civili palestinesi che l’amministrazione Trump ha così ostentatamente manifestato.


Daniel Finn è un editor di Jacobin. È autore di One Man’s Terrorist: A Political History of the Ira. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura della redazione.

24/3/2025 https://jacobinitalia.it

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