ANCORA MORTE e LUTTO SUL LAVORO A BOLOGNA: Giuseppe Schettino, 50 anni, caduto dall’alto …
Ancora un lavoratore morto in provincia di Bologna a poche settimane dalla morte di Attilio Franzini sui binari di s. Giorgio di Piano e dei due morti alla Toyota, senza ovviamente dimenticare la strage del lago di Suviana nel mese di aprile ; solite lacrime del giorno dopo, questa volta persino poche; le istituzioni non sono in grado di mettere in campo una vera strategia di prevenzione. Ci pare che l’unico commento adeguato sia stato quello di Carlo Soricelli , del resto il silenzio ha avuto
il sopravvento; solite ipotesi “giornalistiche” : malore? folgorazione? Omissione di misure di sicurezza ? Siamo come sempre disponibili a dare supporto professionale, psicologico e peritale ai familiari dell’operaio deceduto e ai suoi compagni di lavoro; dalle nude e scarse cronache deduciamo alcuni elementi di riflessione:
- L’evento mortale pare essersi consumato in quel contesto che i tecnici della prevenzione definiscono “lavoro isolato” ; vale a dire quel lavoro effettuato in condizioni di isolamento i cui rischi sono aggravati dunque anche dalle precarie possibilità di soccorso; al tema , focalizzato anche sulla agricoltura , abbiamo dedicato il seminario di Bertinoro nel gennaio 2023 ; un seminario che ha elaborato una “carta” (allegata al presente comunicato) inviata all’Anci nazionale e a numerosissimi sindaci di comuni italiani , senza avere nessuna risposta; tra i mezzi finalizzati a ridurre gli effetti degli eventi avversi, proponevamo l’uso di sensori tipo “uomo a terra” che certo non sono un mezzo di prevenzione ma che possono velocizzare i soccorsi nel contesto, appunto, del “lavoro isolato”
- La età del lavoratore : 50 anni; è una età pienamente “lavorativa” ma nella quale occorre mettere in campo un monitoraggio delle condizioni di salute particolarmente approfondito soprattutto in caso di esecuzione di lavori in altezza e di lavoro isolato
- “non sapendo nulla” delle effettiva dinamica e in attesa della inevitabile inchiesta giudiziaria non possiamo enfatizzare quelle che al momento sono solo ipotesi ,tuttavia dobbiamo insistere su proposte che stiamo rilanciando periodicamente e insistentemente da quando la RETE NAZIONALE LAVORO SICURO è nata (26 maggio 2022 a Modena):
- Attivare ovunque la costituzione di gruppi operai omogenei che con modalità assembleari e con la partecipazione attiva dei servizi di vigilanza analizzino i fattori di rischio per come questi si manifestano nelle concrete condizioni operative ; dai riscontri della assemblee di gruppo omogeneo devono scaturire eventuali disposizioni , prescrizioni e azioni di miglioramento finalizzate alla eliminazione dei rischi alla fonte o al loro contenimento per quanto tecnologicamente fattibile; le azioni di miglioramento non devono riguardare solo i rischi fisici ma anche la organizzazione del lavoro : un tema su cui purtroppo alligna anche nei servizi di vigilanza una posizione sbagliata molto propensa alla indifferenza.
- L DVR -documento di valutazione del rischio – deve essere un atto pubblico pienamente accessibile a TUTTI I LAVORATORI e che tutti devono avere possibilità di conoscere , criticare e emendare motivatamente; sistematicamente invece questo documento vienegestito come fosse un “segreto di stato”(abbiamo posto di recente un quesito allaCommissione nazionale interpello istituita dal decreto 81/2008) il che porta , dopo le stragi , a sottovalutarlo anche nelle indagini sulla ricostruzione della dinamica degli eventi ; significativa per la strage del Lago di Suviana la enfasi mediatica sulle “scatole nere”; certo che le scatole nere sono un tassello importante delle indagini ma una “spiegazione” dovrebbe emergere anche dalla lettura del DVR se redatto in maniera esaustiva; simile la situazione del disastro alla Toyota in cui il rappresentante del datore di lavoro ha penosamente sottolineato che senza l’intervento dello staff aziendale i morti sarebbero stati tre…e in cui un rls, commosso e sotto shock, ha tenuto a precisare che l’evento non è stato strettamente connesso al ciclo produttivo; capiamo lo shock emotivo ma l’argomento è privo di fondamento ; cosa dire poi della strage nel cantiere ESSELUNGA del 16.2.2024 a Firenze : a 9 mesi nessun indagato ! Anche questo depone per la necessità che i DDVVRR diventino qualcosa di molto diverso da quello che sono oggi : i DDVVRR devono essere chiari, trasparenti, esaustivi e comprensibili , facilmente leggibili per tutti i lavorator, per essere davvero efficaci;
- Certamente , se pensiamo alla strage di Ercolano (fuochi artificiali) , il prerequisito della strategia di prevenzione è il superamento delle condizioni di lavoro nero e schiavistico che abbonda in Italia e anzi si allarga sempre più, condizioni in cui un DVR ,ancorché lacunoso , non esiste neanche!
- La strategia che non proponiamo è la riproposizione della prassi avviata dal movimento operaio alla fine degli anni sessanta del secolo scorso , una prassi che è approdata in norme formali e istituzionali come la legge ragionale n.33 del 1979 della E-R , una prassi caduta in disuso ma mai abrogata da provvedimenti normativi successivi e che quindi deve essere ripristinata; non a caso abbiamo registrato , nel nostro convegno con Si.Cobas del 20 gennaio a Vignola, il messaggio di saluto dell’allora(epoca della legge 33) presidente della regione ER Lanfranco Turci.
Come ha sottolineato Carlo Soricelli Giuseppe Schettino moriva sul lavoro mentre i sindacati tenevano comizi e manifestazioni; una amara constatazione che sottolinea come, fino ad ora, le strategie sindacali non siano state affatto efficaci; la prassi del gruppo operaio omogeneo è l’unica strategia che può ribaltare i rapporti di forza tra capitale e lavoro; la vera soluzione non sono le incongrue misure del governo in carica che anzi sono foriere di nuove stragi (patente a crediti e attenuazione della vigilanza) , la vera soluzione è rendere possibile che i lavoratori siano non “vigilati passivi” ma protagonisti della prevenzione.
Come intende agire il comune “parolaio” di Bologna? Anni fa si costituì un coordinamento sul tema della salute nei luoghi di lavoro, presieduto da un assessore passato poi al gruppo politico d Azione…un coordinamento a cui …non ha aderito l’Uopsal della Ausl , tanto per chiarire la precarietà della iniziativa…Si intende avviare un nuovo tentativo ? Speriamo senza la esclusione di interlocutori sgraditi…
Ancora il nostro pensiero e il nostro sentimento di lutto per la morte di Giuseppe Schettino caduto dall’alto una fredda mattina di novembre alla età di 50 anni ; seguiremo la indagine ma che si sia trattato di una morte evitabile non abbiamo dubbi.
Vito Totire
RETE NAZIONALE LAVORO SICURO Bologna, 30.11.202
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