Ancora morte sul lavoro a Brindisi, il secondo evento in pochi giorni
Ancora una volta un gravissimo lutto e le solite parole del “giorno dopo”; non è una critica ad altri è anche una “autocritica” considerato che arriviamo anche noi in ritardo, rispetto a proposti e buone intenzioni, considerato che fin dal giorno della nascita della RETE abbiamo posto al primo punto la necessità di arrivare “il giorno prima”;
ieri 13 marzo, nel nostro seminario annuale tenutosi a Bertinoro in occasione dell’anniversario della strage della Mecnavi di Ravenna (13 marzo 1987) abbiamo ragionato su come lanciare, rilanciare e rafforzare concretamente una strategia di prevenzione ;
gli elementi chiari sono questi :
- Crescita del potere e della partecipazione dei lavoratori anche attraverso la azione degli rrllss (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) che devono essere eletti e non nominati dall’alto o dall’esterno
- Avvio dappertutto delle assemblee di “gruppo operaio omogeneo” con le quali, secondo la procedura della “valutazione consensuale” gli organi ispettivi (CHE DEVONO ESSERE RAFFORZATI ) devono confrontarsi prima e alla fine dei loro interventi
- Valutazione critica del DVR-documento di valutazione del rischio e del DUVRI – valutazione dei rischi da interferenze , documenti che non devono essere delegati al padrone né devono rimanere sconosciuti ai lavoratori
- Avviare una “Inchiesta operaia” dal basso anche per questa ultima tragedia di Brindisi per valutare, affiancando gli organi ispettivi, le cause dell’ennesimo evento mortale
- Denunciare la palese insufficienza delle misure ipotizzate dal governo, come quelle adottate dopo la orrenda strage operaia di Firenze, misure a volte anche grottesche e offensive come quella della “patente a punti”
- Introdurre il reato di “omicidio sul lavoro” e istituire la Procura nazionale per la prevenzione della salute occupazionale; sappiamo che la nuova fattispecie di reato potrebbe non funzionare da deterrente al 100% ma occorre dare un segnale perché eventi come lo straziante omicidio di Luana D’Orazio (e tutti gli
altri) non vengano sanzionati con pene inferiori a quella di un furto di bicicletta ; il “nostro” sistema penale non è un sistema da paese civile - Bisogna prendere atto della inadeguatezza assoluta del governo in carica come è confermato dalla dichiarazioni del ministro Nordio che equipara impropriamente omicidio stradale e omicidio sul lavoro per giustificare la mancanza di volontà politica di affrontare la piaga delle morti sul lavoro; il vero obiettivo -anche sinceramente dichiarato- di questo governo è “non disturbare le imprese”
- Preso atto della inadempienza e indifferenza del governo occorre che gli enti locali mettano in campo le strategie e le risorse necessarie come anni fa decise di fare la Regione Toscana per il comparto tessile cosiddetto “cino-pratese” ; purtroppo per far partire quella iniziativa, che ha dato comunque buoni risultati, come accade sempre in Italia e nel mondo, si “aspettò” la strage per incendio di una fabbrica di lavoratori cinesi ; all’attuale presidente della REGIONE PUGLIA , diversi anni fa, dopo la strage di Modugno del 2015, avanzammo -con Salute pubblica- una proposta simile alla dinamica dell’intervento organizzato dalla Regione Toscana per monitorare i comparti produttivi ad alto rischio in Puglia, agricoltura anche per il lavoro schiavistico, fuochi artificiali , edilizia e altro : nessuna risposta.
Esprimiamo il nostro sentimento di lutto e la nostra partecipazione al dolore dei familiari, amici e compagni di lavoro di Gianfranco Conte.
Avviamo una indagine dal basso sulle cause dell’evento senza delegarlo alle istituzioni nella consapevolezza che la vita e la salute si tutelano con la prevenzione ma che, se arriviamo troppo tardi, dobbiamo almeno contrastare la pratica dello “scudo penale” (che vuol dire sostanziale impunità) rivendicata apertamente dai
padroni e quasi sempre ottenuta.
Vito Totire, medico del lavoro, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
VIA Polese 30 40122 Bologna
Bologna, 14.3.2024
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