Ancora un operaio morto sul lavoro: Ndiaye Massamba

Ndiaye Massamba

Ci associamo ai sentimenti di lutto dei familiari e dei compagni di lavoro per la morte di Ndiaye Massamba, operaio nato in Senegal deceduto nella notte tra il 9 e il 10 dicembre in un capannone della azienda Orlandi di Gatteo; famiglia a carico e tre figli piccoli; descritto dai media come operaio coscienzioso e generoso ; NON ABBIAMO DUBBI SU QUESTO ; se il primo sentimento è quello del lutto dichiariamo pure piena solidarietà alla mobilitazione indetta dal sindacato si.Cobas , sindacato sempre alla avanguardia nella lotta contro lo sfruttamento, spesso schiavistico, dei lavoratori; dobbiamo , col tempo necessario, trasformare i sentimenti di lutto e i sentimenti , inevitabilmente, anche di rabbia, in azioni per la prevenzione; se garantiamo il massimo impegno sui “risarcimenti” non è perché diamo a questi valore assoluto e sufficientemente riparatorio ; nessun indennizzo sarà sufficiente per “ripagarci” per questa ennesima gravissima perdita; tuttavia il lutto deve pesare sulla prevenzione e sul futuro; dobbiamo avviare una inchiesta operaia sulla morte di Ndiaye Massamba , a latere di quella istituzionale, nella quale pure dobbiamo avanzare istanza di costituzione di parte civile (in collaborazione don Si.Cobas e col referente a Cesena della RETE NAZIONALE LAVORO SICURO, Davide Fabbri) al fine di definire “eventuali” omissioni di misure di sicurezza e responsabilità in sede civile e penale; una inchiesta operaia che vada oltre gli elementi pur significativi ma non esaustivi riportati dagli organi di informazione; molte le questioni da approfondire sia nella inchiesta penale istituzionale che nella nostra inchiesta operaia:
In che misura era davvero inevitabile la prestazione lavorativa notturna ?

Il lavoro notturno è classificato dalla IARC a rischio cancerogeno (2 A) per vari organi e apparati bersaglio e quindi da evitare il più possibile; il lavoro notturno inoltre compromette le capacità umane di vigilanza e nelle attuali costrittività normative e contrattuali non è seguito da periodi sufficienti di compensazione e di riposo; i padroni impongono spesso turni e ritmi massacranti che non rispettano gli elementari ritmi fisiologici e circadiani degli esseri umani; su questa “contraddizione” prendiamo atto di una importante attività di contestazione se di sciopero da parte dei lavoratori (vedi i macchinisti ferroviari di CMC Cago); è evidente che non proponiamo un approccio “ideologico”: nel pronto soccorso ospedaliero non metteremmo mai in discussione il turno di notte; si tratta di ragionare caso per caso sulla “fattibilità tecnica e tecnologica” (Guariniello) dell’adeguamento della prestazione lavorativa ai “ritmi fisiologici degli esseri umani”

Raccogliendo spunti dalla cronaca giornalistica dell’evento mortale di Gatteo : la salubrità del luogo di lavoro è un onere di competenza del padrone ; per quale motivo un operaio (peraltro di notte quando si solito le maestranze sono a ranghi ridotti e quindi aumentano i rischi del cosiddetto “lavoro isolato” ) deve “arrangiarsi” per chiudere una finestra bloccata ed essere indotto a manovre pericolose per non ammalarsi a causa della basse temperature (siamo a dicembre !)? Come veniva gestita la manutenzione di quel capannone ? Traspare la ipotesi di una certa incuria (ma saranno le inchieste a focalizzare) , una incuria che sarebbe ancora più grave se pensiamo alla rilevanza , oggi, della questione energetica che peraltro i padroni stanno utilizzando per imporre turni lavorativi ancora più disagevoli e antifisiologici (iniziare a lavorare alle 5 dove si cominciava alle 8 o incrementare il lavoro notturno per risparmiare sulla “bolletta”): in questo contesto si lascia una finestra boccata ed aperta e l’operaio deve “cavarsela” da solo?

Infine : quale è la frequenza di attività ispettive in orario notturno da parte degli organi di vigilanza pubblici? Problema “non secondario” anche se abbiamo ben chiaro che nella prevenzione la questione più importante e decisiva sono la forza e la capacità di autodifesa dei lavoratori che , tuttavia, deve entrare in sinergia con la vigilanza pubblica, tanto più quanto più i lavoratori sono “deboli”.

Un abbraccio ai familiari di Ndaye Massamba con la commozione che ci deriva dalla rabbia anche per le frequenti discriminazioni e offese che i lavoratori immigrati ricevono nel nostro paese e che non riusciamo a contrastare efficacemente.
Un sostegno incondizionato alle attività di vigilanza e di protesta di Si.Cobas.
Cerchiamo di trasformare il lutto in speranze per un futuro migliore per i lavoratori e per tutti.

Vito Totire

medico del lavoro, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO

11/12/2022

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