Aperta anche un’altra inchiesta su circa 300 marinai morti di mesotelioma e altre malattie collegate all’amianto
Amianto, il Tar della Liguria condanna la Marina militare per danni alla salute
Il Tar della Liguria ha condannato la Marina Militare a risarcire un sottufficiale per i gravi danni di salute riportati in servizio a causa dell’amianto. Il militare per 15 anni e’ stato imbarcato come elettricista della Marina e ha sempre operato in un ambiente lavorativo in cui risultava utilizzato l’amianto per la coibentazione termica e acustica. Piu’ volte il sottufficiale aveva chiesto alla Marina di adoperarsi per migliorare le condizioni dei luoghi di lavoro ma senza risultato. I giudici del tribunale amministrativo si sono avvalsi di accertamenti medici effettuati da esperti dell’Universita’ di Genova. Secondo i giudici non vi sono dubbi che il militare, ora in congedo, si sia ammalato a causa delle condizioni di lavoro non adeguate. Infatti i periti hanno appurato “la diretta derivazione della malattia dalla prolungata esposizione del militare alle fibre dell’amianto”. Per cui, concludono i magistrati “puo’ ritenersi comprovata la responsabilita’ dell’amministrazione militare”. I giudici non quantificano il danno, ma affermano che la Marina dovra’ “proporre al creditore un congruo importo per ristorare il danno arrecato”.
Sulla presenza dell’amianto nel militare sta indagando da qualche giorno la procura di Torino. I magistrati hanno puntato la loro attenzione verso la Augusta. La multinazionale che costruisce gli elicotteri in dotazione alle forze di sicurezza italiane è accusata di avere segnalato il problema in ritardo. E ora su una dozzina di dirigenti, quelli che si sono succeduti a vario titolo nelle posizioni apicali della societa’ fra gli anni Novanta e il 2013, si allunga l’accusa di disastro colposo.
Gli elicotteri dell’Esercito, della Marina militare, dell’Aviazione, dei carabinieri, della polizia e del Corpo forestale furono assemblati con parti in amianto; dalle guarnizioni alle pastiglie dei freni e poi tubi, rotori, ruote, condotte. Il numero delle persone potenzialmente esposte al pericolo di malattie gravissime e incurabili, fra piloti, manutentori e componenti degli equipaggi, era enorme.
I velivoli vennero costruiti prima del 1992, quando entro’ in vigore la legge che vietava l’uso del minerale killer, e questo scagiona la vecchia dirigenza. Ma il problema, nel corso degli anni, e’ rimasto sottotraccia. Il pm Raffaele Guariniello ha acquisito la documentazione disponibile e, in base agli accertamenti che ha condotto in questi mesi, ha concluso che la multinazionale non ha informato adeguatamente le autorita’. Nel 1996 Agusta aveva trasmesso una segnalazione al Ministero che pero’, adesso, e’ giudicata lacunosa sotto diversi aspetti.
Soltanto nel settembre del 2013 – secondo l’inchiesta – la Difesa ottenne l’elenco completo del materiale pericoloso presente negli elicotteri o giacente nei magazzini. Non solo: e’ emerso che gia’ nel 1994 la Marina militare aveva sollevato la questione chiedendo dei chiarimenti. Ed e’ proprio la Marina al centro di un’altra inchiesta, dalla quale si e’ sganciata quella sugli elicotteri: un maxi fascicolo che contiene i nomi di circa 300 marinai morti di mesotelioma e altre malattie collegate all’amianto dopo avere prestato servizio su un centinaio di navi di stanza soprattutto a Taranto e La Spezia.
Fabrizio Salvatori
24/02/2014 www.controlacrisi.org
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