Appello Alea in merito alla norma del DDL Bilancio dello Stato 2025 su Osservatorio del gioco d’azzardo e soppressione del fondo dedicato alla correlata dipendenza
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1. Lo scorso 23 di ottobre è stato trasmesso al Parlamento il Disegno di legge per la formazione del Bilancio dello Stato 2025. All’interno del testo sono contenute alcune norme (artt. 12, 13, 14, 66) che riguardano il gioco d’azzardo. All’articolo 66 è prevista un’operazione duale: sopprime il fondo vincolato per gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione del Disturbo del gioco d’azzardo; abroga la norma e dunque l’organismo “Osservatorio per il contrasto al gioco d’azzardo e alla dipendenza grave”, costituito a suo tempo per impulso dell’allora ministro della Sanità, Renato Balduzzi, e poi divenuto “organismo consultivo del ministro della Salute”. Dovrebbe essere sostituito (se il parlamento confermerà l’articolo in questione) da un Osservatorio generale sulle patologie da dipendenze.
2. Si tratta una operazione assai grave e dalle prevedibili, negative conseguenze. Esse si comprendono da una breve rassegna di quanto di positivo è stato segnato dal Servizio Sanitario Nazionale dall’emanazione della legge di conversione, nel settembre 2012, del Decreto Balduzzi (Legge 8 novembre 2012, n. 189 «Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute», di conversione del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158.) e dalla pubblicazione, nel marzo 2017, del DPCM di aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza. (DPCM 12 gennaio 2017, pubblicato il 18 marzo in Gazzetta Ufficiale – Supplemento n.15) A distanza di dodici anni – esaminando tutto lo sviluppo delle politiche sanitarie cui ha dato impulso – si conferma inoppugnabilmente l’importanza dell’emanazione del decreto-legge “Balduzzi” e della definitiva istituzionalizzazione con i nuovi LEA. Va ricordato che la novità istituzionale è consistita non solo, sotto il profilo sanitario, nell’aver incluso nei LEA le attività di cura e prevenzione e riabilitazione rivolte alle persone affette da Disturbo da Gioco d’Azzardo, ma anche e soprattutto per aver previsto il Piano d’azione nazionale e per aver dato conto di alcuni aspetti legati all’ordine pubblico, alla sicurezza e al governo del territorio.
3. Si deve a quella innovazione istituzionale se anche le Regioni siano in seguito intervenute esercitando la loro potestà legislativa, generando provvedimenti che hanno dato ulteriore spinta in direzione della prevenzione e del contrasto alla dipendenza correlata. Nel dicembre del 2021 la Corte dei Conti con una Delibera, corredata da una narrativa puntuale completa, aveva analiticamente esaminato e apprezzato il corso di politica pubblica seguito ai due provvedimenti ben coordinati (Decreto Balduzzi e nuovi LEA) Proprio la Corte dei Conti, dopo aver passato in rassegna il complesso delle leggi regionali approvate dal 2013 in poi in questa materia, sancisce il salto qualitativo dell’approccio istituzionale verso l’auspicata “continuità normativa” con i contenuti del Decreto Balduzzi e poi del DPCM del 2017: la costituzione di Osservatori, quello nazionale e quelli delle Regioni, correlati ai Piani integrati sociosanitari e la conseguente istituzione di supporto finanziario con il Fondo da ripartire regionalmente sulla base di ben strutturate programmazioni decentrate.
4. Dunque, smantellando questa architettura istituzionale, dopo che essa è pervenuta a regime, si produce una crisi gravissima, dalla quale subiranno ben prevedibili danni anche gli strumenti concertativi adottati in sede di conferenza Stato Regioni. Abolendo l’osservatorio si obliterano dunque tutta la metodologia, e le conseguenti procedure codificate per le programmazioni regionali rivolte a rendere effettiva la disponibilità di Livelli Essenziali di Assistenza per trattare il Disturbo da Gioco d’Azzardo. Dal Decreto Balduzzi e dal DPCM sui LEA si è via via accumulata la necessaria esperienza per aiutare i servizi a conseguire lo standard di qualità necessario. L’Osservatorio ha messo a disposizione le visioni scientifiche più aggiornate, che tra l’altro sono valse a separare gli approcci competenti da altre modalità non omogenee al quadro istituzionale del SSN. Il rischio concreto è dunque quello di vanificare il lavoro di questi anni, riportando in alto mare le politiche sociosanitarie che faticosamente si sono implementate nelle ASL, nei Comuni e nelle Regioni. L’Osservatorio ha realizzato, in definitiva, la necessaria reductio ad unum di una grande questione della Salute pubblica, svolgendo con rigore la funzione di organismo consultivo del ministro della Salute. La raccolta degli atti tra il 2016 e il 2024 ne attesta la produzione, che già nel dicembre 2021 la Corte dei Conti con la Delibera aveva analiticamente esaminato e apprezzato. (Corte dei Conti, Deliberazione numero 23 del 30 dicembre 2021)
5. Una scorrettezza istituzionale dell’art. 66 del DDL sul Bilancio dello Stato 2025 è che fissa la compartecipazione, a regolare una questione sociale e sanitaria, di due ministeri, dei quali uno, la Salute, è costituzionalmente titolato a provvedere, sia in fase di osservazione (o sorveglianza sanitaria) sia in fase di prevenzione, cura e controllo dei fattori che espongono al rischio per la persona. L’altro ministero, quello dell’Economia, rappresenta l’amministrazione fiscale dello Stato. I titolari dei due dicasteri assorbono in toto la potestà di fissare i modi di osservare un compendio di patologie, alcune delle quali assicurano un cespite per lo Stato. In modo diretto è il caso del consumo di alcol, della produzione e commercializzazione di prodotti contenenti nicotina (sigari-sigarette tradizionali e device a tabacco surriscaldato) e, per l’appunto, il gioco d’azzardo su concessione statale, che prosegue nella sua crescita esponenziale (147,5 miliardi nel 2023 e una previsione di oltre 160 a consuntivo del 2024). L’universo delle “patologie da dipendenza” è dunque privo di confini rigidi, circostanza che spinge a una continua riclassificazione e ad ampliare la lista. Così, ad esempio, quando si è giunti alla ICD 11 (International Classification of Diseases, 2019) le addiction hanno incluso quelle da consumo digitale (Internet Gaming Disorder). La norma del DDL Bilancio 2025 parla dunque di “patologie da dipendenza come definite dall’OMS”. Vale la pena di ricordare che il paradigma (sintesi breve) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è il seguente: la dipendenza patologica o disturbo da uso di sostanze (substance use disorder) si configura come una condizione caratterizzata da una modalità patologica di consumo di sostanze o da una dipendenza da comportamenti, che interferisce con la vita quotidiana della persona.
6. E’ dunque paradossale che il ministero della Salute e il complesso delle amministrazioni della Sicurezza sociale (centrali, regionali, locali) debbano sottostare al potere vincolante dell’interesse fiscale dello Stato quando è in questione un bene indisponibile di rango costituzionale, cioè la Salute (art. 32 della Costituzione). Per non parlare poi, come si evince dalla lettera del DDL, della compartecipazione all’Osservatorio del “Ministero delle Imprese e del Made in Italy”, punto di riferimento anche per le società industriali dei settori dell’Azzardo, del Tabacco, dell’Alcol, dell’ICT, del Food… La politica della Salute dovrà negoziare le priorità con i Monopoli e con le industrie dei vari settori (fumo, alcol, alimenti ipercalorici e ultra processati, gaming eccetera) che hanno i loro prolungamenti lobbistici negli apparati e negli ambienti parlamentari. Da notare che il DDL Bilancio 2025 non fa menzione di un altro organismo previsto dal decreto legislativo sui “giochi a distanza”, ovvero una così definita “Consulta dei giochi pubblici”, da collocarsi presso il MEF. Non è stata insediata, ma è stato il primo marchiano tentativo di colpire la funzione consultiva coerente dell’Osservatorio presso il ministero della Salute.
7. Non sfugga dunque il segno dato dall’operazione “duale” di sopprimere l’Osservatorio “organo consultivo del ministro della Salute per il contrasto al gioco d’azzardo” e, contestualmente, di revocare il finanziamento dedicato all’offerta da parte del SSN di presa in carico terapeutica, assistenziale e di prevenzione per le dipendenze da gambling. Da un lato, infatti, con la soppressione del Fondo dedicato agli interventi sul DGA – andiamo alla sostanza! – si declassa una priorità nazionale (il boom delle dipendenze da azzardo) proprio mentre, dall’altro lato, prosegue la crescita esponenziale dei numeri “lordi” (150-160 miliardi di flusso di giocate) e si moltiplicano le denunce dei rischi correlati per la singola persona, per la famiglia, per la società e per l’economia produttiva.
8. Come rispondere per far riflettere sulle conseguenze di queste norme, qualora ratificate dal Parlamento? Reputiamo che quanti si impegnano su questo tema abbiano il diritto (e crediamo anche il dovere) di fare appello al rispetto della Salute, delle professionalità degli operatori, del Servizio sanitario nelle Regioni, del patrimonio di esperienze e buone prassi che costituiscono un valore pubblico creato con la buona volontà di tanti! L’Associazione scientifica Alea invita quindi tutto il vasto e qualificato ambiente di operatori, di professionisti, di società scientifiche, dell’associazionismo non profit, delle accademie a far pervenire al Legislativo e all’Esecutivo la voce competente, seria, impegnata e soprattutto rivolta a indurre le Istituzioni a decisioni, queste sì, responsabili: nell’interesse pubblico, della Salute e della integrità della persona. Infine, Alea fa appello alla responsabilità dei 120 parlamentari che nel 2014 avevano dato vita a un “Intergruppo di deputati e senatori di ogni schieramento” per contenere l’ascesa del gioco d’azzardo e delle patologie correlate. Seppure in fase di ricostituzione tale intergruppo, non di meno gli esponenti politici che lo avevano a suo tempo formato hanno contratto un debito d’onore verso gli italiani tutti e ancor più verso le famiglie in sofferenza per le patologie indotte dalla irresistibile espansione del gioco d’azzardo, comunque aggettivato come “legale” o criminale.
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Verona 2024
La tristezza dell’azzardo, la gioia del gioco
Verona, 13 settembre 2024 – Museo di Storia Naturale
I più recenti studi scientifici, condotti da istituti di ricerca indipendenti e rivolti all’interesse pubblico (come l’ISS, Istat, CNR) documentano il peso crescente delle cosiddette new addiction nella sofferenza di bambini, adolescenti e giovani. L’età evolutiva, infatti, subisce l’aggressione mossa da un insieme di industrie che sfruttano le vulnerabilità del sistema di ricompensa del cervello per incentivare il consumo di prodotti come junk food, gioco d’azzardo, gaming, tabacco e alcolici. Ne deriva un allarme ancora sottaciuto, ma le ragioni del quale è necessario che siano messe a fuoco tanto dai professionisti di più discipline quanto da chi svolge una missione educativa, di promozione sociale, di advocacy, di impegno civico e, in ultima analisi, di difesa e sviluppo dei valori della democrazia come sanciti nella Costituzione. L’Associazione scientifica Alea ha proposto all’Associazione Giochi Antichi di Verona, che ha accolto la proposta, di ospitare un convegno di riflessioni in apertura dell’edizione 2024 del Tocatì, con lo scopo di presentare e dibattere una proposta “in positivo” che rinforzi la prevenzione dei danni e dei rischi per l’età evolutiva e che individui un modello pragmatico, effettivamente impiegabile per diffondere la cultura del rispetto dell’età evolutiva e della promozione della salute.
L’ingresso è gratuito ed è gradita la registrazione tramite email a presidenza.alea@gmail.com
25/10/2024 Home
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