Assemblea GKN

Sabato 4 settembre si è svolto a Roma presso Renoize (tradizionale festa di una rete di realtà antagoniste del quadrante sud di Roma) un incontro di solidarietà con i lavoratori della fabbrica fiorentina GKN. Questo impianto industriale fa parte del cosiddetto auto motive ( produzione di componenti per le automobili ) settore particolarmente interessato ai processi di ristrutturazione.

La GKN (che originariamente faceva parte del gruppo FIAT) è passata da una multinazionale inglese ad una società finanziaria dello stesso paese. L’intento speculativo di tale passaggio è evidente visto che il giorno dopo l’annuncio dei licenziamenti il gruppo ha avuto un eccezionale rialzo in borsa. I lavoratori hanno immediatamente reagito con gli strumenti classici della classe operaia: sciopero e occupazione degli impianti. Fino a qui nulla di eccezionale: è il percorso che molti lavoratori sono costretti ad intraprendere quando arriva la mannaia della perdita del posto di lavoro favorito anche dallo sciagurato sblocco dei licenziamenti approvato dal governo Draghi al servizio della Confindustria. Dalla whirpool all’Alitalia, dall’Ilva, alla Blutec, per non parlare dei lavoratori super sfruttati della logistica ogni giorno ci sono manifestazioni, blocchi stradali etc.

Il carattere nuovo però di questa vertenza lo chiarisce subito dalla parola d’ordine adottata dai lavoratori della GKN organizzati nel Collettivo di Fabbrica: INSORGIAMO. L’utilizzo di questo termine, la rivendicazione più generale della dignità e dell’orgoglio operaio è stata illustrata dai compagni del Collettivo in un “tour” (tappe ci sono state e ci saranno a Napoli, Milano e Bergamo tra le altre) per spiegare la vertenza, per chiedere e portare solidarietà. La narrazione dei due compagni della GKN coinvolgente ed emozionante, sicuramente per comprendere lo scontro sociale vale di più di tanti convegni. La pronta risposta con l’occupazione degli impianti e il respingimento della provocazione dei bodyguard dell’azienda non è stata casuale.

Nasce da un lavoro ventennale da parte di un gruppo di giovani lavoratori, politicizzati (la generazione dei social forum) che però alle chiacchere ha sempre preferito l’azione concreta e lo studio dei problemi. Questo vuole dire che nel corso degli anni, pure in opposizione ai vertici sindacali ma senza la rottura con il corpo organizzativo, si studiassero a fondo i contratti, sia aziendali che nazionali, se ne individuassero i punti deboli e sfavorevoli per i lavoratori e con il coinvolgimento di tutti i 500 operai della GKN si ottenessero risultati concreti. Questo è un punto essenziale di tutte le lotte: si possono avere le migliori idee , le buone intenzioni, ma se non si ottengono vittorie, miglioramenti, pure parziali, alla fine non ti segue nessuno. E proprio forti di questa credibilità che la direzione della lotta non ha avuto tentennamenti. E’, rispetto a questa credibilità, che a Firenze e in Toscana ha trovato solidarietà non solo con le frangie più militanti e politicizzate, ma con i lavoratori di altre aziende e le loro strutture sindacali anche “moderate”.

E’ in virtù di tale forza che le forze politiche locali, le stesse che a Prato favoriscono l’isolamento e l’arresto di altri lavoratori, sono costretti ad esprimere solidarietà e appoggio alla loro vicenda. E’ stata una bellissima lezione che ha toccato tanti aspetti. Dal fatto che la fabbrica occupata è diventata la sede del congresso ANPI ad evidenziare il collegamento fra vecchia e nuova resistenza, al fatto che i lavoratori vi fanno delle “visite guidate” ai loro familiari e alle delegazioni che vengono a portare solidarietà. E’ giusto così: uno lavora una vita in un posto e ci deve essere l’orgoglio di fare sapere a tutti quello che fa !

Aggiungo a questo racconto parziale degli interventi del collettivo un’altra loro considerazione. La fabbrica, loro la chiamano “la bambina”, è come un organismo vivente: se non produce, se non gli fai una manutenzione continua essa muore. Per questo vi è una squadra di manutentori che svolge una serie di attività più disparate, per impedirne la morte. Per questo, come considerazione più generale, quando si fermano gli impianti e iniziano interminabili trattative con fantasmagoriche prospettive di sviluppo allora tutti devono sapere che quella fabbrica muore e il resto è tutta una presa in giro. Bellissima lezione.

Poi c’era la platea. 250, 300 persone, molti giovani ad ascoltare attenti e a portare solidarietà. Gli interventi che si sono susseguiti da parte di lavoratori (Alitalia, Telecom ex Almaviva) hanno riportato solidarietà e comunanza di problemi. Il compagno dei Cobas ha ricordato l’importante sciopero di tutte le sigle sindacali alternative per il 18 ottobre . A questo proposito il compagno della gkn ha sottolineato il fatto positivo che in Toscana lo sciopero nei giorni scorsi è stato unitario confederali e non.
Parecchi interventi di studenti anche ha sottolineare magari un po’ avventurosamente il paragone fra l’occupazione della GKN e le loro occupazioni. E cosi anche il mondo della lotta per la casa rappresentata dall’occupazione che si è risolta positivamente del Caravaggio una struttura vicina al posto dell’assemblea.

E c’era anche il variegato mondo della società della cura, del femminismo e delle tematiche trasgender che sembra che c’entrino poco ma cosi sembrava anche ai minatori inglesi in lotta contro la Tatcher prima del proficuo incontro con la comunità gay.

E infine ci siamo stati noi di Rifondazione Comunista (tra l’altro al Renoize c’e’ come tutti gli anni lo stand dell’associazione a noi molto legata del circolo Che Guevara), oltre a Sinistra Italiana e Sinistra Anticapitalista. Nel nostro intervento oltre a portare la nostra ovvia solidarietà e a ringraziarli per la forza che il loro esempio da a tutte le realtà di lotta abbiamo sottolineato come queste vicende non siano episodiche ma connaturate proprio al modo di produrre capitalistico, Ma se è cosi oltre alla doverosa solidarietà dobbiamo impegnarci per un progetto più generale rispetto al mondo del lavoro a partire da una rivendicazione che penso possa trovare tutti d’accordo ossia l’introduzione di una paga minima oraria a 10 euro l’ora.

Stiamo attenti che (vedi la richiesta di Georgetti di un astratto, ma sicuramente sottopagato “lavoro di Cittadinanza”) si potrebbe creare una falsa contrapposizione fra lavoratori poveri e sottopagati (o anche nel caso di stagisti e buono scuola) addirittura neanche pagati e poveri disoccupati accusati di non aver fantasia di lavorare. Un salario minimo è la chiave per unificare tutti e dare vita a rivendicazioni per un “vero lavoro di cittadinanza” che non sia un’altra forma di sfruttamento.

La manifestazione si è chiusa con l’impegno che dobbiamo assolutamente mantenere della manifestazione nazionale a Firenze di sabato 18 settembre alle ore 15. Dobbiamo essere in tanti. ss è preso il percorso dei “vialoni” con collegamento ideale delle giornate no global di Firenze di tanti anni fa’ che però ha senso solo se saremo tantissimi. Forte è la preoccupazione da parte dei compagni della GKN. Perche la questione è questa: se noi diamo alla vertenza un carattere nazionale appunto INSORGIAMO allora lo diventa anche per i padroni che hanno armi molto potenti per raccogliere la sfida. Il 22 potrebbero arrivare i licenziamenti e allora tanti parole roboanti, tanti propositi battaglieri potrebbero infrangersi contro la dura realtà di persone che a 40, 50 anni con figli e con mutuo a carico si trovanosenza stipendio e senza futuro.
Questo penso sia la grande preoccupazione di chi con grande combattività e senso di responsabilità sta gestendo questa battaglia. Non hanno scelto la scorciatoia localista o corporativa ma hanno puntato tutto sulla solidarietà di classe.

Chiudo con due note positive. Il collettivo ha stampato delle magliette con la scritta insorgiamo. Come fase iniziale ne abbiamo preso una decina verdi o nere perche rosse è ovvio erano esaurite. Indossiamole sul serio e compriamone altre. La seconda: al termine dell’assemblea ci si è riuniti sotto lo striscione del collettivo e un altro preparato dai compagni del fronte della gioventù comunista (bravissimi anche loro e non in questa iniziativa) e si è cantato una nuova canzone di lotta tutti assieme. E’ un bel segnale quando dalla lotta e dalla solidarietà si aggiungono nuovi inni che non sostituiscono ma si affiancano a quelli storici!

Marco Carroccia

Rifondazione Comunista, Roma

Pubblicato sul numero di settembre 2021 http://PDF http://www.lavoroesalute.org/

In versione interattiva http://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-settembre-2021/

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