Attacco a Kiev: cosa sappiamo realmente del missile sull’ospedale pediatrico?
Colpire deliberatamente un ospedale pediatrico nel centro della città di Kiev in pieno giorno, di lunedì mattina, e soprattutto a meno di 24 ore dall’apertura del vertice NATO di Washington dove si deve decidere se e quanto continuare a sostenere l’Ucraina, in specie per ciò che riguarda le difese antiaeree, non sarebbe solo un crimine di guerra, un “attacco depravato” (Starmer) e “scioccante” (Kallas), ma soprattutto un atto di una imbecillità senza precedenti.
E infatti il fronte NATO ha subito dimenticato le sue divisioni e i suoi distinguo e si è subito compattato, Tajani e Crosetto inclusi, nel richiedere di tutto e di più per l’Ucraina. Siccome, come al solito, mancano le analisi e abbondano gli strilli, proviamo a fornirne una.
Oltre la propaganda: cosa sappiamo realmente del missile sull’ospedale pediatrico?
– Francesco Dall’Aglio*
In primo luogo non è stato colpito l’ospedale vero e proprio ma una delle strutture adiacenti. Queste strutture fanno tutte parte della cittadella ospedaliera e tutte ospitano reparti distaccati, tranne quella che è stata centrata in pieno dall’esplosione e completamente distrutta (cerchio rosso sulla foto 1, foto 2), danneggiando anche una parte della palazzina alla sua destra che è crollata (foto 3).
Google la segnala con una H e, cliccandoci sopra, compare la scheda del reparto di traumatologia (foto 4). In realtà l’unità di traumatologia è il grosso palazzo a pochi metri a sud (foto 5), e nel luogo dell’impatto c’era invece una sottostazione elettrica. L’impatto ha seminato tutt’attorno centinaia di schegge, che hanno investito gli edifici intorno, compreso quello principale ossia la clinica vera e propria (foto 6).
Questi sono i fatti accertati, incluso, ed è quello ovviamente più importante, che non si registrano vittime tra i pazienti – non ci sono, insomma, bambini morti, e nemmeno mamme.
Ora cominciano le ipotesi, che al momento restano tali. Cosa ha colpito la sottostazione? Abbiamo il filmato dell’ordigno che sta per abbattersi sull’edificio (foto 7), e anche se il momento dell’impatto non si vede perché è coperto dal grosso edificio in primo piano, che poi è il Ministero delle Infrastrutture, non ci sono dubbi che sia quello il responsabile.
Dal filmato, però, non si capisce benissimo di cosa si tratta: è un missile russo, più precisamente un X-101, oppure un missile di difesa antiaerea AIM-120 lanciato da un sistema NASAMS (non da un Patriot, non ci siamo)? Il filmato è ovviamente sgranatissimo e supercompresso, e i dettagli sono invisibili.
L’unica sarebbe fare il rapporto tra lunghezza e diametro, che nei due missili sono molto diversi, ma anche questo non è un calcolo semplice col materiale a disposizione – inutile dire che chi ha fatto il rapporto da parte ucraina dice sia un X-101 e chi lo ha fatto da parte russa dice sia un AIM-120, quindi siamo al punto di partenza.
Io non mi pronuncio, perché da quello che vedo siamo, come si dice, 50 e 50: i danni sulle facciate degli edifici vicini sembrerebbero causati dai cubetti di metallo che questi missili esplodono in prossimità del bersaglio e a occhio, e mi posso tranquillamente sbagliare, mi pare più un AIM che un X-101.
D’altro canto la sottostazione, ovvero l’unico bersaglio dual use di tutta la zona, quindi teoricamente (molto teoricamente) legittimo, è stata distrutta senza colpire le altre strutture (tranne quella danneggiata che però non ha ricevuto un impatto diretto, che l’avrebbe rasa al suolo interamente essendo fatta, come si vede, di mattoni), per cui si potrebbe invece ipotizzare un attacco mirato proprio contro di lei; o potrebbe, naturalmente, essere un missile russo finito fuori bersaglio, diretto magari al palazzo del Ministro delle Infrastrutture (a nemmeno 100 metri dal luogo dell’impatto) o che faceva parte della salva lanciata contro la fabbrica Artem, a circa un chilometro dall’ospedale pediatrico, che di missili ne ha ricevuti almeno 5, con danni catastrofici a giudicare dalle esplosioni filmate (ovviamente, in questo caso non abbiamo foto a terra) – tra l’altro, di fronte all’Artem c’è la fermata della metro “Lukianivska”, e poteva essere un’altra strage che, anche in questo caso, non si è verificata perché il bersaglio è stato colpito con molta precisione.
Se il missile è della difesa antiaerea, propaganda a parte la cosa finisce qui e per fortuna non è successo niente di grave. Se invece è russo, e non è andato fuori bersaglio ma è stato diretto volutamente su una sottostazione elettrica circondata dai palazzi di un complesso ospedaliero pediatrico, dobbiamo fare qualche considerazione extra.
Potrebbe darsi che lo Stato Maggiore russo abbia deciso di farsi meno problemi rispetto alla possibilità di colpire civili, se le necessità militari lo impongono? E potrebbe essere una risposta all’incidente, chiamiamolo così, di Sebastopoli, che come ho scritto allora continuo a non considerare voluto perché anche in quel caso i morti civili sarebbero stati centinaia?
La conseguenza immediata, come ho scritto all’inizio, è che domani il vertice NATO potrebbe varare sull’onda dell’emozione misure di assistenza straordinarie. Una in realtà già c’è: oggi, a poche ore dall’attacco, Zelensky e Tusk hanno firmato un accordo di difesa che prevede la possibilità che l’antiaerea polacca intercetti missili russi sul territorio ucraino qualora venissero considerati diretti verso la Polonia.
La formulazione è ambigua e c’è da chiedersi quanto territorio ucraino ricadrebbe sotto questo ombrello: di certo non molto ma probabilmente tutta l’area di Leopoli ci rientrerebbe, con conseguenze potenzialmente catastrofiche dal punto di vista dell’escalation se, appunto, missili russi diretti su bersagli ucraini fossero intercettati e distrutti da sistemi NATO.
E un altro effetto è che parecchie delle cose interessanti successe oggi sono state mediaticamente spazzate via: la visita di Orbán in Cina, l’arrivo di Modi a Mosca, il complotto per portare in Ucraina un bombardiere strategico russo Tu-22M3 promettendo al pilota, tra l’altro, la cittadinanza italiana (forse bisognerebbe riferirne in Parlamento, magari, anche solo per smentire) e, senza dubbio, il fatto che ormai l’antiaerea ucraina, al di là dei proclami sempre trionfali del Ministero della Difesa, non è in grado di intercettare più nulla nemmeno nel cielo di Kiev.
* Ripreso da Francesco Dall’Aglio ricercatore dell’Istituto di Studi Storici dell’Accademia delle Scienze di Sofia (Bulgaria).
9/7/2024 https://www.kulturjam.it/
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