Attacco alla sanità pubblica? Guai ai lavoratori che ne parlano.
Roma. Martedì 18 luglio, alle ore 8.30, presso l’ospedale Spallanzani di Roma, i lavoratori e le lavoratrici dell’ospedale e di altre realtà in lotta nella capitale hanno svolto un presidio di solidarietà per Alessia e Lorenzo, infermieri e rappresentanti sindacali COBAS chiamati a rispondere davanti al collegio disciplinare sotto la minaccia di licenziamento.
La motivazione del procedimento disciplinare fa rabbrividire. I due lavoratori sono infatti “rei” di aver compiuto semplicemente il loro dovere, ossia di aver pubblicamente denunciato i vergognosi risultati di anni di politiche di privatizzazioni selvagge e di tagli indiscriminati ai servizi pubblici essenziali: carenze di personale, condizioni di lavoro sempre peggiori, a partire da un assurdo regime orario che non risparmia neanche i turni notturni, una conseguente diminuzione della qualità dell’assistenza e dei servizi e la chiusura di interi reparti. Il tutto condito da una direzione dell’ospedale che ha assunto un atteggiamento sempre più dirigista e verticista, che vuole precludere ai lavoratori ogni confronto riguardo le decisioni intraprese.
Evidentemente i lor signori, non contenti di questa progressiva distruzione della Sanità Pubblica, a tutto vantaggio del profitto privato e della logica aziendalista, ben consci della sostanziale irrazionalità delle loro decisioni, vogliono anche evitare che i lavoratori esercitino i sacrosanti diritti di critica e d’informazione. Così facendo, essi tradiscono la loro paura. Paura perché le lavoratrici e i lavoratori hanno alzato la testa, e, costituendo un Coordinamento, stanno organizzando una opposizione alle scellerate politiche sanitarie volute dai padroni, avallate dalle varie giunte regionali e dai vari governi; cercando in questo modo di estendere la coscienza dei propri diritti a tutti i lavoratori del settore (amministrativi, tecnici, ausiliari) e ai pazienti, coinvolgendoli nella lotta. In poche parole SOLIDARIETÀ e COSCIENZA DI CLASSE: due ottimi antidoti alla “peste” infettiva rappresentata dalle politiche padronali.
In questo senso è importante sottolineare la presenza al partecipato presidio di numerose altre realtà lavorative in lotta (ex-Almaviva, Sky, Aci Informatica), una partecipazione importante che preannuncia future mobilitazioni, perché il caso che ha coinvolto Alessia e Lorenzo è veramente emblematico di una filosofia di direzione aziendale che pretende il potere assoluto e la negazione di ogni libertà d’espressione e di critica. Un caso che deve trovare la solidarietà di tutti i lavoratori.
ALESSIA E LORENZO SONO PARTE DELLA NOSTRA LOTTA. GUAI, GUAI, GUAI A CHI LI TOCCA!
Redazione LCF e Collettivo Clash City Workers Roma
22/7/2017 www.lacittafutura.it
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