Autonomia Differenziata: tutti muti ma anche fermi?

Una potenza di fuoco mai vista. Da una parte 5 regioni e dall’altra il popolo.
A “banda larga” le prime e selettivo, sfacciatamente selettivo, il secondo.


Dimmi cosa chiedi e ti dirò chi sei.

Chi chiede un referendum per l’abrogazione della L.86/2024 anche L. Calderoli?
1.300.000  (unmilionetrecentomila) cittadine e cittadini italiani, mai vista ( per giunta  in soli due mesi ed in piena estate) una quantità tale di sottoscrizioni per depositare un quesito referendario.
Un solo quesito, abrogazione di tutta la L. 86/2024, semplice semplice, punto.
Poi ci sono le regioni, non tutte, solo quelle del PD e la Sardegna del M5S che deliberano il deposito anche di un quesito di abrogazione parziale giustificandolo come “piano B”.
Era importantissimo per loro farsi “parte diligente”, addirittura l’Emilia-Romagna convoca un’assemblea legislativa straordinaria ed urgente con modalità che regalano una valutazione di rispetto del regolamento alla Presidente, Signora Petitti, che non viene discussa perché dopo aver approvato i due quesiti referendari la maggioranza abbandona l’aula e fa mancare il numero legale.
Anche la Puglia si distingue con i due quesiti a risultato della raccolta firme già acquisito al 300% .
Quattro regioni, manca l’Emilia-Romagna che non vuole farsi ridere dietro, promuovono i ricorsi.
La legge rimane ma i ricorsi  ne determinano un massiccio svuotamento.
Le motivazioni della sentenza della Consulta non necessitano neanche di essere interpretate per la loro chiarezza sulla incostituzionalità di molte norme della legge.
E si arriva al 12 dicembre appena trascorso con la Corte di cassazione che dichiara conforme alla legge il quesito di abrogazione totale della L.86/2024.
L’ultima parola l’avrà la consulta che si riunirà il 13 gennaio per decidere quanto vale il fatto che sia legata alla legge finanziaria visto che la L. 86/2024 porta la clausola di invarianza finanziaria.

Dal 26 giugno 2024, giorno di approvazione della L. 86, ad oggi abbiamo:
– la vittoria con 1.300.000 firme raccolte per l’abrogazione totale della L. 86/2024;
– la sconfitta di Veneto, Piemonte ecc. che si erano opposte ai ricorsi delle 4 regioni;
– la sconfitta del quesito di abrogazione parziale, il cd 2° quesito delle 5 regioni;
– la L.86/2024, almeno per quello che ne rimane, resiste;
– la vittoria dei ricorsi per il massiccio svuotamento della legge;
-la vittoria per la conformità di legge del quesito di abrogazione totale da parte della Corte di cassazione.

Quindi?
Quindi ti aspetti la partenza della campagna referendaria anche senza
la decisione della Consulta.
Che la Consulta si prenda pure la responsabilità di non decretare l’ammissibilità del quesito.

E invece niente, silenzio assoluto, tipico da feste natalizie e di fine anno.
Un quadro straordinario che scorre nel modo più ordinario.

Domanda: chi lotta contro il progetto di autonomia differenziata ha il problema di buttare un mese di impegno per paura che la Consulta non ammetta il quesito?
Se hai il problema di portare a votare 25 milioni di italiani non sprechi un mese, magari lo usi per spiegare in tutti i circoli del tuo partito perché bisognerà andare a votare ma soprattutto portare a votare, perché un numero del genere non lo raggiungi chiamandoli 1 o 2 mesi prima.

1° scenario: la Consulta boccia il quesito di abrogazione totale, insorgono tutti.
A chi conviene? Alle opposizioni che possono fare opposizione ma non alla maggioranza che deve subirla ed impegnare le camere a rendere legittime le norme bocciate con i ricorsi.
Il gioco funziona se sono bravi a far finta di scontrarsi.
Fino ad ora ci sono riusciti depistando ed omettendo.
Del resto senza l’informazione del sito Roars non avremmo saputo neanche delle pre-intese.
Hanno però contro qualche milione di cittadini in più che sono informati di questo progetto di autonomia differenziata, non è un dettaglio;

2°  scenario: la Consulta ammette il quesito di abrogazione totale.
La maggioranza quota autonomista se la giocherà sull’astensionismo, può farlo anche in modo palese, trucco viscido ma scagli la prima pietra…
La maggioranza quota non autonomista in silenzio andrà a votare.
L’opposizione?
Se il neo presidente dell’Emilia-Romagna definisce “dilaniante” il referendum, ecco, non credo che inviterà mai il Comitato regionale contro ogni autonomia differenziata a confronti nei circoli territoriali dei partiti che sostengono la sua maggioranza.
E fino a quando nei loro circoli in tutta Italia non spiegheranno ed informeranno sarà difficile che i loro tesserati porteranno altre e altri a votare.
Il loro silenzio in questo mese è l’ennesimo indizio ma io sono andreottiano, che a pensar male ci si prende di più.

Ma se non ci aspettavamo in due mesi estivi 1.300.000 firme… perché tirarsi indietro ora?

I Comitati contro ogni autonomia differenziata ci sono e stanno lavorando su materiali informativi da diffondere, ci sentiamo sempre pochi ma tantissimi di più rispetto a sei mesi fa o un anno o due e così via e siamo tutti sul pezzo, diffidare dalle imitazioni.


Antonio Madera
Attivista Comitato regionale Emilia-Romagna contro ogni autonomia differenziata

3/1/2024

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