BEIRUT, 4 AGOSTO 2020/4 AGOSTO 2024: cause , risarcimenti alle vittime e politiche di prevenzione , siamo a zero???
Il 4 agosto del 2020 una catastrofica esplosione nel porto di Beirut causava 218 morti, centinaia di feriti e danni materiali con particolare riferimento anche a grandi riserve di grano in un paese che era e che rimane sul’orlo della fame;
TUTTO IL MONDO VUOLE CONOSCERE LA VERITA’ MA AL MOMENTO PARE SI NAVIGHI TOTALMENTE AL BUIO ;
gli interrogativi rimangono e sono inquietanti mentre politologi ed “esperti” parlano della diffusione della cosiddetta “ecoansia” quasi a voler etichettare come patologia le realistiche preoccupazioni che in tutto il mondo crescono alimentate dal cambiamento climatico e dai disastri ambientali che questo sta già causando, da un pezzo ; ma certo non si tratta di ansia “anoggettuale” o di paura immotivata, interpretazioni di comodo con le quali si vorrebbe psichiatrizzare le lotte di resistenza che l’arcipelago ambientalista ed operaista stanno conducendo; questo movimento di ecologismo realistico e responsabile è alimentato anche da eventi oscuri e torbidi come l’evento di Beirut del 4 agosto 2020;
la base del disastro (l’accumulo di nitrato di ammonio) era merce interna al circuito bellico o a quello , meno cruento ma comunque tossico-nocivo , della agricoltura chimicizzata ? certo c’è differenza ma si tratta di comparti produttivi che vanno sottoposti a tenace azione di contrasto; questa azione di contrasto sarà più difficile se alla nube fisica tossica del 4 agosto 2020 si sovrapporrà la nube della omertà e del silenzio;
le denunce generiche non bastano , occorre sviluppare una capacità di inchiesta che le istituzioni (Onu, OMS, UE) non intendono mettere in campo nonostante la gravità dell’evento e la assenza di garanzie che la prossima volta si potrà “arrivare il giorno prima”; e se la preoccupazione più grande riguarda il futuro non meno drammatica è la condizione delle vittime e dei loro familiari; le notizie diffuse e circolate negli ultimi tre anni parlano,come abbiamo detto, di 218 morti con vittime appartenenti a 22 nazionalità diverse ; molte vittime, possiamo presumere, fossero lavoratori del porto di Beirut o “vicini di casa” come i morti della strage ferroviaria di Viareggio ;
chi mai risarcirà le vittime ; può il parlamento europeo mostrarsi così eurocentrico , così “attento” (ovviamente a modo suo) alle sorti del fronte russo –ucraino e così menefreghista sulla vicenda di Beirut ? certo abbiamo sentito parlare , nei mesi passati, di una commissione europea (non governativa?) di indagine ma le scarse informazioni a riguardo fanno fortemente temere l’effetto “buco nell’acqua “ ;
né noi abbiamo contatti agibili con soggetti politici e sociali attualmente operanti in Libano che ci possano consentire di fare ipotesi (sarebbero velleitarie, al momento) di controinchiesta;
quello che possiamo dire è:
- Almeno la memoria della strage la abbiamo conservata
- Continuiamo a ritenere assolutamente necessario approfondire la domanda di prevenzione dei cittadini e lavoratori libanesi e di tutto il mondo.
- Dobbiamo comunque tentare un approccio con le vittime superstiti della strage
- Dobbiamo tenere sotto osservazione il nitrato di ammonio (come tutte la altre merci pericolose e nocive) : usi , quantità prodotte, modalità di circolazione e gestione del rischio industriale e ambientale
E’ troppo poco? Probabilmente si ma , almeno, evitiamo la amnesia politica
Vito Totire
RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Bologna, 4.8.2023
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