Cannabinoidi bloccano l’ingresso cellulare di SARS-CoV2 e delle emergenti varianti
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Mentre in Italia si discute in questi mesi, in un clima ancora profondamente proibizionista, se legalizzare la cannabis o rendere illegale anche la cannabis light, numerosi studi scientifici negli anni hanno ormai accertato le sue proprietà curative e terapeutiche e i suoi usi artigianali ed industriali. Nel frattempo, il Referendum per la legalizzazione della cannabis è stato reso inammissibile dalla Corte Costituzionale, mentre si continua ad avere sempre meno consapevolezza su questa pianta anche per i suoi benefici di prevenzione primaria.
Molti studi inizialmente avevano ipotizzato un’azione benefica della cannabis in funzione anti-Covid. Oggi finalmente ci sono alcuni studi che stanno certificando, in modo consolidato e scientifico, che il fiore di canapa funge anche da profilassi contro il Covid in quanto i principi attivi in esso contenuti assicurano un decorso più leggero della malattia.
Gli acidi acido cannabigerolico (CBGA) e acido cannabiolico (CBDA) contenuti nei fiori di canapa hanno lo scopo di impedire l’ingresso di Sars-CoV-2 nelle cellule e legano la proteina spike a se stessi per impedire l’ingresso delle cellule.
Uno studio di laboratorio condotto da un team di ricercatori statunitensi della Oregon State University avrebbe dimostrato la capacità di alcuni cannabinoidi di prevenire l’infezione da Covid-19. La ricerca, intitolata “Cannabinoids Block Cellular Entry of SARS-CoV-2 and the Emerging Variants”, è stata pubblicata Journal of Nature Products. I due acidi non sono sostanze psicoattive come THC, CBGA e CBDA, quindi possono essere consumati anche tramite fiori di canapa “CBD”. Secondo i risultati dello studio, i fiori di canapa potrebbero essere utilizzati sia per la prevenzione che per la terapia. Gli oli sono raccomandati per uso orale.
Nell’Abstract della ricerca, gli autori sottolineano come “l’acido cannabigerolico e l’acido cannabidiolico prevengono l’infezione delle cellule epiteliali umane attraverso uno pseudovirus esprimendo la proteina spike di SARS-CoV-2 e ne impediscono l’ingresso all’interno delle cellule”. Un altro aspetto importante, si legge nel documento, è rappresentato dal fatto che i due composti risultato “ugualmente efficaci” contro le varianti alpha e beta del virus; pertanto, conclude l’Abstract del report, “questi cannabinoidi, isolati o negli estratti di canapa, hanno il potenziale per prevenire così come per trattare l’infezione da SARS-CoV-2”.
Lo studio non ha riguardato la comparazione del tasso di infezione tra coloro i quali assumono cannabinoidi CBGA e CBDA e i soggetti che non ne fanno uso.
In Quebec, in Canada, solo le persone vaccinate hanno accesso ai punti vendita di cannabis. Questo è nello spirito del capo dello studio, Richard van Breemen. Crede che un uso terapeutico avrebbe senso solo in combinazione con una vaccinazione.
Lo studio è stato pubblicato a gennaio 2022 e non è il primo studio a suggerire che la cannabis abbia successo contro il Covid. A rivelarlo era stato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori coreani e pubblicato a inizio dicembre 2021 sull’International Journal of Biologicacl Macromolecules.
L’obiettivo degli scienziati era quello di stabilire le potenzialità antivirali dei cannabinoidi, tra cui cannabidiolo (CBD) e delta-9- tetraidrocannabinolo (THC), contro il nuovo coronavirus. Per questo, sono stati esaminati 32 cannabinoidi e tra questi, 5 sono stati sottoposti a ulteriori test antivirali in vitro, per capirne le capacità di inibizione di Sars-CoV-2.
I cannabinoidi presi in considerazione erano delta-9-acido tetraidrocannabinolico, delta-9-tetraidrocannabinolico, cannabinolo, acido cannabidiolo e cannabidiolo. Dallo studio è emerso che CBD e THC “hanno mostrato una potente attività antivirale contro SARS-CoV-2?.
Il meccanismo che li potrebbe rendere efficaci contro il nuovo coronavirus sembra agire in due direzioni: da un lato, i cannabinoidi bloccherebbero la procedure di traduzione virale, inibendo l’ enzima SARS-CoV-2 M pro, mentre dall’altra ridurrebbero i livelli di citochine infiammatorie, agendo sul recettore del sistema endocannabinoide CB2. Per questo, sostengono gli studiosi, “CBD e THC potrebbero funzionare come doppia azione per il trattamento delle infezioni da coronavirus umano”.
Oltre ai cannabinoidi sono stati utilizzati anche i farmaci standard lopinavir, remdesivir e la clorochina. È emerso che THC e CBD “sono stati osservati come molecole antivirali più potenti contro SARS-CoV-2 rispetto ai farmaci di riferimento lopinavir, clorochina e remdesivir”.
Il 20 gennaio 2022, dopo un’analisi condotta dallo stesso gruppo di ricerca, è stato pubblicato uno studio su Science Advances, che ha rivelato che le persone che assumevano olio di CBD come trattamento per l’epilessia risultavano positive al coronavirus con frequenza significativamente inferiore rispetto alle persone che non assumevano CBD.
I ricercatori avevano già chiarito il meccanismo alla base dell’inibizione della replicazione virale, dichiarando che il CBD “agisce sovraregolando la risposta allo stress del reticolo endoplasmatico (ER) dell’RNasi ospite e le vie di segnalazione dell’interferone”. Questo effetto era stato osservato utilizzando tre diverse varianti di Sars-Cov-2, nei confronti delle quali è stata misurata l’attività antivirale del CBD e del suo metabolita in laboratorio.
Secondo il recente studio pubblicato su Journal of Natural Products, la cannabis, più precisamente il cannabidiolo (CBD), invece protegge in altri modi. Il CBD riduce la produzione dell’enzima ACE2. Questo è il recettore per i coronavirus, la porta d’accesso alle nostre cellule, la possibilità esclusiva per il virus di penetrare nel nostro organismo. Questo è il primo meccanismo d’azione di protezione.
Le cellule trattate con CBD dei nostri bronchi e polmoni, così come i vasi sanguigni, chiudono letteralmente la porta al SARS-CoV 2. Ma va anche oltre. La produzione dell’enzima TMPRSS2 è inibita dal CBD e la sua concentrazione è abbassata da un componente della cannabis.
https://www.preprints.org/manuscript/202004.0315/v1
https://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/acs.jnatprod.1c00946
https://www.clinn.it/it/cannabis-antivirale-sars-cov-2.html
https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.abi6110
Lorenzo Poli
Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute
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