Cardo mariano, un potenziale nemico del cancro

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Proprietà del Cardo mariano.

Da sempre il cardo mariano (Silybum marianum, Asteraceae) è conosciuto in fitoalimurgia e in fitoterapia tra le “erbe amiche del fegato” insieme al tarassaco e all’ortica, per le sue proprietà depurative, rigeneranti e disintossicanti, riducendo l’ingresso di sostanze tossiche come alcol e tossine. Il cardo mariano modifica infatti le membrane cellulari degli epatociti per impedire che entrino agenti estranei nocivi, difendendo completamente l’organo.

È utilizzato come antidoto in caso di avvelenamento di particolari funghi velenosi del genere Amanita e l’azione delle sue sostanze contenute non si limita a migliorare la funzione epatica, in quanto contribuisce a ridurre i livelli di colesterolo e zuccheri nel sangue; rinforza le pareti dei vasi capillari, svolgendo un’azione benefica su circolazione e cuore; contrasta l’azione dei radicali liberi grazie alle proprietà antiossidanti; può favorire la regolarità intestinale e, in alcuni casi, è consigliato alle mamme in fase di allattamento, contenendo infatti un complesso di fitoestrogeni (flavonolignani) che favoriscono la produzione ormonale e può essere considerato un rimedio naturale per aumentare la produzione di latte (proprietà galattogene).

Eppure, grazie alla silimarina e agli altri suoi componenti, il cardo mariano ha anche funzioni antiossidanti e antinfiammatorie, trasformando i radicali liberi in composti stabili e non dannosi per i tessuti, ed agendo contro l’infiammazione. Negli ultimi anni, è stato dimostrato che può essere utile anche nel trattamento di diversi tipi di cancro. In particolare, gli estratti possono essere usati per il miglioramento degli effetti collaterali dovuti alla chemioterapia e alla radioterapia.

L’estratto di cardo mariano (la silimarina e il suo componente chiave silibinina) ha molti notevoli benefici per la salute grazie alle sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antitumorali. Diversi studi in vitro/in vivo e sugli animali hanno studiato i benefici per la salute dell’estratto di cardo mariano e la sua capacità di inibire una varietà di tumori e hanno trovato risultati promettenti. Pochi studi sull’uomo hanno anche suggerito che il cardo mariano e i suoi principi attivi possono essere utili nel ridurre alcuni dei pericolosi effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia come cardiotossicità, epatotossicità ed edema cerebrale in alcuni tipi di cancro trattati con chemio specifica.

Una potenziale panacea contro il cancro

Come riportato dall’American Botanical Council (ABC), il cardo mariano possiede proprietà tumorali:
“Numerosi studi, sia in vitro che in vivo, suggeriscono che il cardo mariano è potenzialmente utile nel trattamento o nella prevenzione di vari tumori: inibendo le cellule del cancro alla prostata e aumentando l’apoptosi (la morte cellulare programmata); inibendo la crescita e stimolando la regressione dei tumori della pelle attraverso l’applicazione topica; (…) Inibendo l’induzione del cancro a cellule squamose alla lingua; riducendo l’incidenza delle neoplasie vescicali; inibendo la crescita e la sintesi del DNA nelle cellule cancerogene al seno e alla cervice; riducendo la frequenza degli adenocarcinomi del colon indotti da farmaci, e inibendo la proliferazione delle cellule leucemiche. La silibina può essere utile con il tumore della prostata ormono-refrattario e può aumentare l’efficacia della chemioterapia a base di fattore di necrosi tumorale? (TNF-?). Infatti, gli effetti protettivi del fegato del cardo mariano nella chemioterapia e nella radioterapia possono essere tanto preziosi per i malati di cancro quanto gli effetti antineoplastici, specialmente con i tumori resistenti ai farmaci.(…) I pazienti con tumori cerebrali metastatizzanti a cui sono stati somministrati cardo mariano e acidi grassi omega 3 prima della radioterapia hanno ottenuto un maggiore tempo di sopravvivenza e meno effetti collaterali. Gli autori suggeriscono, sulla base di una serie di studi farmacologici, che la silimarina per uso topico sarebbe un’aggiunta benefica alle creme solari per la protezione contro i tumori della pelle indotti dai raggi ultravioletti-B. Gli studiosi consigliano ai professionisti di includere prodotti standardizzati al cardo mariano nei regimi terapeutici per il cancro, specialmente laddove vi siano danni o potenziali danni al fegato o ai reni dovuti al trattamento allopatico”.

Negli ultimi due decenni, c’è stato un crescente interesse per la comprensione dei benefici clinici del cardo mariano nel cancro. Alcuni degli studi in vitro, in vivo, su animali e sull’uomo hanno valutato le applicazioni e gli effetti del cardo mariano nel cancro, dimostrando che la silibinina attiva del cardo mariano ha il potenziale di inibire la crescita delle cellule del cancro del pancreas in modo dose-dipendente, di ridurre la crescita tumorale e la proliferazione del cancro del pancreas oltre a prevenire la perdita di peso corporeo e muscolare. (Shukla SK et al, Oncotarget., 2015). Studi in vitro hanno mostrato che la silibinina inibisce la crescita delle cellule del cancro al seno e induce l’apoptosi/la morte cellulare nelle cellule del cancro al seno. I risultati di diversi studi suggeriscono che la silibinina ha proprietà antitumorali efficaci (Tiwari P et al, Cancer Invest., 2011), avendo effetti preventivi nelle cellule tumorali della pelle umana. Uno studio in vivo ha scoperto che la silibinina può anche prevenire il cancro della pelle indotto dalle radiazioni UVB e può aiutare a riparare i danni al DNA indotti dai raggi UV nella pelle del topo. Studi in vitro hanno mostrato che la silibinina può avere effetti inibitori nelle linee cellulari del cancro del polmone umano in combinazione con DOX.

Altri studi in vitro hanno dimostrato che la silibinina induce apoptosi cellulare delle cellule tumorali della vescica umana, sopprimendone la migrazione e la diffusione delle cellule tumorali. Altri studi hanno anche scoperto che la silibinina può aumentare la sensibilità delle cellule del cancro ovarico al PTX (Onxal) e può inibire la proliferazione delle cellule cervicali umane. Inoltre, la silibinina insieme al MET, un noto agente antidiabetico, mostrano effetti sinergici sull’inibizione delle cellule del cancro cervicale e sulla morte cellulare. Pertanto, la silibinina può essere efficace come agente chemiopreventivo contro il cancro cervicale. Ulteriori studi dovrebbero esplorare le possibilità di sviluppare strategie terapeutiche migliori contro il cancro del collo dell’utero.

In un altro studio, gli effetti antitumorali della silibinina sono stati valutati in una terapia combinata insieme a DOX/Adriamicina. In questo studio, le cellule di carcinoma della prostata sono state trattate con silibinina e DOX in combinazione. I risultati hanno mostrato che la combinazione silibinina-DOX ha determinato un’inibizione della crescita del 62-69% nelle cellule trattate.
(Prabha Tiwari e Kaushala Prasad Mishra, Frontiere della ricerca sul cancro, 2015).

L’attività chemiopreventiva del cardo per i tumori gastrointestinali

Il cardo mariano contiene una classe di polifenoli, i flavonolignani, che hanno dimostrato attività chemiopreventiva e chemiosensibilizzante in modelli tumorali sperimentali.

Una revisione sistematica (Fallah M, Davoodvandi A, Nikmanzar S, et al. Silymarin (milk thistle extract) as a therapeutic agent in gastrointestinal cancer. Biomed Pharmacother. October 2021;142:112024. doi: 10.1016/j.biopha.2021.112024.) ha descritto gli studi e gli articoli scientifici, per lo più in vitro e in vivo, pubblicati sulle potenziali attività del cardo mariano in alcune tipologie di tumore gastrointestinale, in cui si afferma che gli effetti chemioprotettivi di silimarina e silibinina sono promettenti e potrebbero essere applicati per ridurre gli effetti collaterali della chemio e della radioterapia in varie tipologie di tumore gastrointestinale.

Sei studi in vitro hanno analizzato gli effetti della silimarina e silibinina sul tumore gastrico e ne hanno dimostrato gli effetti antitumorali esplicati inibendo la crescita tumorale e inducendo l’apoptosi attraverso le vie di segnalazione coinvolte nella regolazione della proliferazione cellulare. In uno di questi studi si sottolinea come la silibinina ha inoltre potenziato gli effetti del chemioterapico paclitaxel, derivato da aghi e corteccia di Taxus brevifolia (tasso del Pacifico). Vi sono inoltre sette studi in vitro e in vivo che hanno esaminato gli effetti di silimarina e silibinina su linee cellulari di cancro al pancreas umano e animale mostrando effetti di inibizione della proliferazione cellulare, di induzione dell’apoptosi e regolazione dei geni coinvolti nella progressione del ciclo cellulare.

Quarantadue studi, tra cui tre studi sull’uomo, anche se di bassa qualità, hanno esaminato gli effetti di silimarina e di silibinina nel cancro del colon-retto. Due studi sull’uomo hanno dimostrato proprietà chemiopreventive; gli studi in vitro e in vivo hanno dimostrato un’attività in questo ambito riducendo la migrazione, la proliferazione e il danno ossidativo cellulare attraverso le vie di segnalazione. Alcuni degli studi in vitro hanno infatti dimostrato che la silibinina può indurre la morte cellulare nelle cellule di cancro del colon-retto umano, oltre al fatto che il trattamento con silibinina per 24 ore può ridurre la crescita delle cellule tumorali del 30-49%.

In tal senso, gli effetti antitumorali della silimarina e della silibinina sono promettenti e potrebbero in futuro incrementare la terapia con delle importanti prospettive di guarigione.

Lorenzo Poli

Collaboratore redazione di Lavoro e Salute

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