Caro sindaco di Torino, chi tutelare per primo in città?
Caro Stefano,
non ci conosciamo né, presumo, ci conosceremo in futuro. Mi chiamo Gianfranco Vitale, sono il padre di Gabriele, un Uomo autistico di 43 anni che, come me, vive nella città, Torino, di cui sei sindaco. Lui, ultimamente non ti ha votato (sai com’è… è interdetto!). Io invece sì e, confesso il mio peccato, l’ho fatto solo ed unicamente “per disperazione”: temevo infatti che, votando Paolo Damilano, passassi dalla padella alla brace, o se preferisci da una sinistra sempre più sbiadita come il PD a un nero cenere di “fratelliana” attualità.
Vedi: la mia vetusta età (75 anni) mi ha fatto attraversare anni di mobilitazioni e lotte che Tu non puoi neanche immaginare, tanto più perché non eri neanche nato o eri in fasce. Si scioperava e si lottava per i diritti degli operai e degli studenti, uniti come mai prima, non solo nelle fabbriche e nelle scuole ma anche nelle strade. Eravamo idealmente al fianco di Vietnam, Palestina, di tutti i Popoli oppressi della terra. A nessuno poteva venire in mente che un giorno avremmo visto votare, in spregio alla nostra Costituzione che ripudia la guerra, risoluzioni di partiti di sinistra (!?) che autorizzano i governi ad armare uno degli stati belligeranti (la battutina degli aggrediti e degli aggressori non la pronuncia più nemmeno il mitico ex comico Zelensky, e Biden si prepara ad andare in pensione se qualcuno si preoccuperà di sorreggerlo mantenendogli gli occhi aperti), né potevamo pensare che un giorno la seconda carica dello Stato si sarebbe chiamata La Russa o che, per rendere stabile il governo dell’Unione Europea, la “sinistra” avrebbe votato il… patriota Fitto, dopo avere spergiurato che mai ciò sarebbe accaduto. Come vedi eravamo proprio ingenui. “Coglioni”, si direbbe oggi in modo meno elegante ma più efficace.
Ma non è solo di queste “cazzate” che voglio parlarti quanto di quello che mi è capitato, giorni fa, passeggiando per Torino. Gabriele, di cui mi occupo solo io, si è fermato all’improvviso davanti a un grande manifesto in cui c’era scritto qualcosa che evidentemente aveva catturato la sua attenzione. Mi sono avvicinato: effettivamente a caratteri cubitali c’era scritto “I botti spaventano gli animali. Proteggiamoli”. Non ti dispiace se ti dico che in quegli istanti mi ha colpito assai di più la tenerezza dello sguardo di Gabriele rispetto a quella del cane raffigurato nel manifesto (tra l’altro, per sua fortuna, ripreso al calduccio, a differenza di tanti suoi simili che girovagano intirizziti dal freddo pungente)?
Visto che Gabriele continuava a non staccare gli occhi dal manifesto io mi sono messo a leggerlo. Molto mi ha fatto riflettere quell’indirizzo scritto al fondo (www.comune.torino.it/tutelaanimali), che richiamava il titolo del servizio reso dal Comune per la tutela degli animali. Capiamoci subito, Stefano, per evitare che qualche benpensante esca fuori con stupidaggini tipo: «Siamo o non siamo dalla parte degli animali?». Ti prego di credermi: io rispetto molto gli animali e penso addirittura che in molti casi (ma non tutti) essi abbiano persino qualcosa da insegnare a noi. E, tuttavia, cazzo, quella parola “tutela” non sono riuscito, né durante né dopo, a togliermela dalla testa. Possibile che (giustamente) ci si pone il problema di tutelare dai botti gli animali e poi a nessuno venga in mente che i petardi e gli schiamazzi di tanti idioti sono una vera e propria iattura, ad esempio, per quei rompicoglioni che hanno la colpa di essere autistici e per tantissime Persone anziane e sole, magari malate di cuore? Possibile che oltre ai cani e ai gatti, e perché no? ai polpi, ai pappagalli, alle iguane, alle foche e a qualche specie esotica, non ci si ricordi di tutelare anche Persone, con la P maiuscola, che passano del tutto inosservate?
Un’altra cosa, caro Sindaco, ti voglio chiedere, all’apparenza slegata dal discorso che ho appena fatto: quante centinaia di migliaia di euro si spendono per le cosiddette luci d’artista destinate a rendere bello (forse) il centro città, mentre le periferie di Torino restano al buio, con strisce pedonali ormai invisibili, quartieri sommersi di spazzatura ed escrementi di cani che ricolmano i marciapiedi, parchi abbandonati all’incuria e al degrado? Posso dirti, oltretutto, che alcune installazioni rovinano la prospettiva e il panorama di questa meravigliosa città? Ti posso fare l’esempio di Piazza Vittorio? Vedi: se solo avessi la possibilità di confrontarmi con te, io che sono grande ignorante di arte ti domanderei: “Che cosa c’entra Devilman… con Natale?”. Sapresti rispondermi?
Posso dirti un’altra cosa? Lo sai che molte città francesi proiettano immagini sui muri con meno dispendio di denaro? Io terrei la luminaria sui Cappuccini e per il resto farei come i francesi. Tu? Tu continuerai, impassibile, a permettere questo spreco di soldi che va in scena dal 25 ottobre 2024 al 12 gennaio 2025… Due messi e mezzo. Un’eternità! Un mese, per esempio dal 7 dicembre al 7 gennaio, non sarebbe più che sufficiente? Non ritieni, caro Sindaco, che i soldi risparmiati si potrebbero magari investire in servizi resi alle categorie più fragili, senza aspettare di promettere loro qualche mancia solo alla vigilia delle prossime elezioni?
Gianfranco Vitale
30/12/2024 https://volerelaluna.it/
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