C’è chi quando qualcuno indica la luna guarda il dito … SALVARE IL VECCHIONE DAL ROGO !

La “destra” di Bologna ha scatenato una ennesima tempesta in un bicchier d’acqua a proposito del “rito” del vecchione; il “rito” se così vogliamo chiamarlo ha origini incerte; indubbiamente i roghi hanno avuto significati diversi nella storia da quelli di epoca pagana, quelli alla fine delle epidemie di peste, quelli nazisti; ora il “problema” del 31 dicembre è l’inquinamento che il rogo determina; la origine della “tradizione” bolognese è incerta; un noto giornale locale poche ore fa ha scritto che risale al 1922 o al 1923; lo stesso giornale scrive che la tradizione dura da sempre…; quindi la “tradizione” è successiva alla marcia su Roma ; non vogliamo fare inferenze tassative ma evidentemente a “qualcuno” è venuta in quel periodo questa “brillante “ idea; nel 1922 o 1923 dunque il rogo eseguito prima a carnevale viene spostato all’ultimo dell’anno; quale vantaggio ne derivi ai cittadini oltre a un incremento di vari inquinanti incluse le polveri sottili ? certo con un vento favorevole gli inquinanti potrebbero cadere lontano da piazza Maggiore come , pare, siano caduti lontano da Calenzano i fumi dell’incendio del 9 dicembre; i dati ARPA sulle polveri sottili in Italia la notte del 31 dicembre sono estremamente chiari ; certo il contributo maggiore a livello nazionale non sono i roghi ma i fuochi artificiali; per questo abbiamo inviato a numerosi sindaci, compreso quello di Bologna anche nella veste di presidente della città metropolitana, un invito a emanare una “robusta”ordinanza di contrasto dell’uso dei botti;

non entriamo nel merito delle “argomentazioni” della “destra” bolognese; certo non parteciperemo alla kermesse di piazza Maggiore perché non abbiamo bisogno che il comune di Bologna si preoccupi di come gestiamo il nostro tempo di vita; stando lontani da piazza Maggiore (lo faremmo anche se non ci fosse il rogo) difenderemo meglio i nostri polmoni ; ma quello che ci preoccupa è il tenore del dibattito tra le forze politiche locali se dibattito si può chiamare; questo “dibattito” elude una questione importante , apparentemente divide gli schieramenti ma entrambi difendono la “tradizione” ; quello che li unisce infatti è il “rogo” ; destra e sinistra non hanno capito e comunque rimuovono il fatto che certe “tradizioni”, che potevano avere senso qualche secolo fa, vanno finalmente abbandonate; non hanno capito che il “rogo” consiste in un “getto di cose pericolose” che è perseguibile ai sensi del codice penale e su cui prefetture, procure e ausl non intervengono con divieti preventivi…chissà perché, come non intervengono sull’uso dei fuochi artificiali con i quali il territorio viene inquinato tutto l’anno, anche se in Italia si perseguono penalmente i giovani ecologisti che manifestano senza produrre inquinanti.

Prendiamo atto del “silenzio” di chi siede in consiglio comunale di Bologna e si dichiara , più o meno convintamente, ecologista; si sono chiesti , questi consiglieri comunali, cosa produce il rogo del vecchione oggi diventato una fenice trans?

Senza entrare, per ora, nel merito di tutta la kermesse e dei relativi costi, quantomeno la opera prodotta per la occasione si eviti di bruciarla , anche per rispettare il valore dell’opera: ambiente e salute nem beneficeranno. Siamo consapevoli che i nostri appelli cadono come vox clamans in deserto; dovremo prendere in esame la opportunità di acquistare un drone/idrante per spegnere il rogo ? Per quest’anno è improbabile ma magari per il 2025;

quello che sarà più difficile spegnare è la pochezza di un ceto politico che parla di “tradizione” non sapendo di cosa sta parlando.

Le “tradizioni” stanno portando il pianeta verso il baratro e il ceto politico non ha alcuna intenzione di
tirare il freno di emergenza.

Vito Totire

Portavoce circolo “Chico” Mendes via Polese 30 40122 Bologna
Bologna, 18.12.2024

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