C’era una volta…… “L’importante è la salute”
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“L’importante è la salute” con questo modo di dire, si voleva indicare come la sua mancanza, avrebbe potuto portare gravi problemi, lavorativi, economici e sociali, quando c’è quella… Il resto si risolve.
Con la 833, lo stato si faceva garante della salute dei cittadini, come bene non solo del singolo, ma come dice la costituzione, della comunità.
Per le elezioni, hanno chiesto ai Pratesi, quale fosse il problema più importante, ovviamente è risultato la sanità, la vera “sicurezza”.
L’attacco alla Sanità Pubblica va di pari passo con quello dei beni comuni. È lo stesso concetto di comunità che è messo in discussione.
L’uomo è solo e deve vedersela da solo. Il “valore” è quello del libero mercato ed è a questo a cui ci si deve rivolgere.
Le conseguenze sono visibili a tutti.
Da più 10 anni, si riduce, sempre e comunque,
TAGLI
. alla spesa sanitaria pubblica pro capite – in ultima posizione tra quelli del G7 con una carenza stimata intorno ai 47 miliardi nell’ultimo anno (6,2% del PIL) che si somma a tagli simili negli anni precedenti e con un trend previsto in diminuzione
– ai posti letto – il taglio rispetto al 2000 , è di circa 71.000 posti letto ( con gli attuali 3,7 per mille abitanti tra posti letti per acuti e postacuti, mentre – Germania 8,3 – Austria 7,7 -Svizzera al 4,9,- Francia al 6,4)
– agli ospedali – in 10 anni hanno chiusi 173 ospedali, ma il dato, e’ notevolmente sottostimato, perche’ si tratta per lo più di ospedali aggregati, con molti più presidi ospedalieri, dislocati sul territorio.
– ai ricoveri – (-48%)
– al personale – medici 47.880 unità in meno, infermieri meno 17.374 negli ultimi 13 anni , con gli stipendi tra i più bassi d’Europa.
– ai Pronto Soccorso – Carenza di personale” (-29%), “le attese dei pazienti, spesso sulle barelle, per avere un posto letto – (+26%), “accessi impropri” (+26%) e “aggressioni” (+19%)”.
Il fenomeno delle liste d’attesa, con liste chiuse, prestazioni prenotate anche ad anni dopo, in luoghi troppo distanti, sono sotto gli occhi di tutti.
Questo fa sì che chi può ricorra al privato (41.503 milioni di spesa privata, ultimo dato2022) mentre chi non può rinuncia alle cure (4,5 milioni).
Questa situazione, determina il sovraccarico familiare, sia in termini economici che, questione non meno essenziale, in quelli di impegno diretto assistenziale, esso ricade soprattutto sulle donne, aumentando il divario di genere.
Secondo i dati raccolti, in Italia sono 7.992.000 le persone che dichiarano di fornire cure o assistenza almeno una volta alla settimana. Di questi, una netta maggioranza – l’88% – svolge assistenza soprattutto verso familiari, siano essi conviventi o meno.
I dati ISTAT mostrano una predominanza femminile nel ruolo di caregiver: il 58% di chi si dedica all’assistenza, pari a circa 4.074.000 persone, è costituito da donne.
Il 66% dei caregiver familiari ha dovuto abbandonare il lavoro, il 10% ha richiesto un lavoro part-time e un altrettanto 10% si è orientato verso una mansione meno impegnativa.
Come si vede, questo determina seri problemi economici familiari e personali, costituendo uno dei più seri divario di genere.
In America, in cui la sanità è privata, l’indebitamento sanitario, risulta essere la prima causa di povertà.
Purtroppo, le persone, affrontano questa deriva, con fatalismo, senza quasi rendersi conto che si tratta di un diritto fondamentale, messo in discussione con la strategia della rana bollita.
È essenziale che le persone si mobilitino per riappropriarsi di questo e di altri diritti, prima che questo governo impedisca ogni manifestazione di dissenso.
Ecco dove stiamo andando.
Si tratta di una strategia deliberata, ma per quale fine?
Certamente incrementare i guadagni del privato, ma questi tagli sono finalizzati a molto di più…
Rendere l’evasione fiscale un diritto per il proprio bacino elettorale.
Finanziare la guerra, la cosa più in antitesi con la salute.
Sonia Fligor
Infermiera – PRC Prato
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