CHIUDETE I PORTI ALLE NAVI ATOMICHE E DA GUERRA
Dal 25 febbraio e fino all’8 marzo, nelle acque nazionali e internazionali a largo delle coste della Sicilia orientale, si svolge l’esercitazione multilaterale della Nato Dynamic Manta, che vede anche la partecipazione del sottomarino a propulsione nucleare britannico HMS Ambush. Lo stesso sottomarino che, il 20 luglio del 2016, durante un’esercitazione nello Stretto di Gibilterra entrò in collisione con il mercantile panamense Andreas, riportando notevoli danni, tra cui lo squarcio della torretta principale, che suscitarono le legittime preoccupazioni dell’opinione pubblica per la possibile contaminazione ambientale, benché la Royal Navy avesse da subito escluso il coinvolgimento del reattore nucleare nell’incidente.
Prove di guerra in violazione del diritto internazionale
Con un’istanza di accesso civico inoltrata questa mattina ai Ministeri dei Trasporti, della Difesa e dell’Ambiente, il Comitato No Muos – No Sigonella e l’associazione Peacelink chiedono al Governo di conoscere l’interesse e i costi economici della partecipazione italiana all’esercitazione Nato Dynamic Manta, le cui manovre e finalità appaiono in violazione del diritto internazionale, e in particolare dell’obbligo di utilizzo pacifico dell’alto mare e del divieto di svolgervi attività militari ostili nei confronti di altre Nazioni. Al riguardo suscitano allarme le parole utilizzate dal comandante della flotta sottomarini Nato, Contrammiraglio Andrew C. Lennon, che ai giornalisti ha descritto uno scenario di “sfida tra grandi potenze”, evocando persino un “ritorno ai livelli di dispiegamento dell’era della Guerra fredda” e riferendosi in particolare alla Russia quale “concorrente della Nato e dell’Alleanza Altlantica”.
Il vero pericolo per la sicurezza non sono i migranti, ma reattori e armi nucleari
La partecipazione alla Dynamic Manta del sottomarino nucleare HSM Ambush ha indotto le associazioni a richiedere al Governo chiarimenti sulle misure di sicurezza e informazioni ambientali in merito all’eventuale ingresso di questo sottomarino in acque territoriali e nel porto di Augusta. Malgrado i Governi italiani da decenni ignorino colpevolmente il problema, la prassi marittima internazionale più recente mostra una diffusa diffidenza degli Stati costieri, specie dell’area sudafricana e latinoamericani, nel consentire il passaggio o la sosta di navi nucleari attraverso le proprie acque territoriali e interne, anche per effetto della pressione dei movimenti eco-pacifisti e antinucleare che in diverse parti del mondo denunciano i pericoli intrinseci nella navigazione dei mezzi militari a propulsione o con carico o armamento nucleare, in ragione degli elevati e irreversibili danni per l’ambiente e la vita umana che potrebbero derivare da un possibile incidente nautico-radiologico.
Le diffidenze e i timori sui rischi d’incidente insiti nella navigazione nucleare, si rivelano oltremodo fondati, specie con riferimento alle navi da guerra, considerato che queste ultime sono espressamente esentate dal rispetto dagli stringenti requisiti di sicurezza – relativi sia alla propulsione nucleare che al trasporto di materiali radioattivi – imposti alle omologhe commerciali dalla Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS) e dalle prescrizioni dell’IMO che ne costituiscono il complemento. Un grave vuoto normativo, aggravato dall’assenza di una specifica disciplina sulla responsabilità civile dei conduttori di tali navi, considerata la mancata entrata in vigore della Convenzione di Bruxelles del 25 maggio 1962 che avrebbe dovuto regolamentare la materia.
Reattori nucleari e armi atomiche rappresentano una minaccia per la pace, la vita e la sicurezza delle popolazioni civili e dell’ambiente. Non lo sono invece i migranti che, in fuga dai lager libici, attraversano il Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa. Per queste ragioni, al Governo Lega-5 stelle si chiede di decretare l’interdizione dell’accesso in acque interne e nei porti nazionali alle navi da guerra nucleari, aprendoli alle Ong delle navi umanitarie e ai migranti salvati in mare.
Le associazioni domandano infine trasparenza sugli accordi in passato stipulati dal Governo italiano, in ambito Nato ed extra-Nato, per regolare l’accesso e la sosta in acque e porti nazionali di unità navali militari straniere a propulsione nucleare, dotate di armi atomiche o trasportanti materiali radioattivi.
Comitato No Muos, No Sigonella e Associazione Peacelink
Fonte: Peacelink
Esercitazioni NATO in Sicilia con pericoloso sottomarino nucleare
C’è un sottomarino a propulsione nucleare tra le unità da guerra impegnate nella vasta esercitazione NATO Dynamic Manta 2019 attualmente in corso nelle acque della Sicilia orientale. Si tratta dell’HMS Ambush (S120), sommergibile della classe “Astute” della Marina del Regno unito. Operativo dal 2013, l’HMS Ambush imbarca due reattori nucleari PWR 2 prodotti dalla Roll Royce e che dovrebbero assicurare piena autonomia energetica all’unità per i prossimi 25 anni. Da più parti tuttavia ne è stata documentata la pericolosità per la sicurezza e l’ambiente. Un report del novembre 2009 sulla tenuta dei sistemi di propulsione PWR 2 del Defence Nuclear Safety Regulator, l’ente del ministero della difesa britannico a cui è demandato il controllo dei dispositivi nucleari in dotazione alle forze armate, aveva segnalato come questi reattori fossero “potenzialmente vulnerabili in caso di guasto strutturale al circuito primario”, con conseguente pericolo per l’equipaggio e la popolazione civile.
Nel gennaio 2012 fu pure documentata l’esistenza di radioattività nell’acqua refrigerante del reattore PWR 2, a seguito di un microscopica breccia nel rivestimento del combustibile. La Royal Navy secretò l’incidente sino al 2014. Il 20 luglio 2016 lo stesso sottomarino HMS Ambush entrò in collisione nelle acque di Gibilterra con il mercantile Andreas battente bandiera panamense, riportando notevoli lesioni alle attrezzature sonar. Subito dopo la collisione la Royal Navy diffuse un comunicato in cui furono negati danni di ogni sorta al sommergibile e al suo equipaggio, ma le riparazioni allo scafo costarono ben 2,1 milioni di sterline all’erario britannico. Imponente il sistema d’arma a disposizione del sottomarino Ambush: una quarantina tra missili da crociera “Tomahawk” con una gittata sino a 1.600 chilometri e siluri pesanti “Spearfish”.
L’esercitazione NATO Dynamic Manta ha preso il via dai porti di Catania ed Augusta (Siracusa) il 26 febbraio scorso e si concluderà giovedì 8 marzo. Vi partecipano dieci nazioni alleate che simulano una vasta operazione di guerra anti-sottomarini nel Mar Ionio, a poche miglia di distanza dalle coste siciliane e calabresi. “L’esercitazione annuale Dynamic Manta rimane una delle maggiori opportunità per le forze navali della NATO nel mettere in pratica e valutare tutte le loro abilità anti-sommergibili in un ambiente altamente stimolante”, ha dichiarato l’ammiraglio Andrew Lennon, comandante delle forze sottomarine dell’Alleanza Atlantica. “Questa esercitazione è un’opportunità unica per potenziare le capacità di combattimento delle unità navali in tutte e tre le dimensioni della guerra anti-sottomarini in un ambiente multinazionale e con minacce multiple. Noi apprezziamo il supporto da parte della Marina militare italiana nell’ospitare e rendere il più proficua questa esercitazione per rafforzare la nostra interoperabilità e le nostre competenze nella guerra ai sottomarini e alle unità di superficie”.
“La particolarità di Dynamic Manta – prosegue il comunicato del Comando delle forze sottomarine della NATO – consiste anche sulla valutazione dal vivo di ogni singola operazione grazie ad un team composto da esperti basati in un apposito comando nella stazione aeronavale di Sigonella, in grado di elaborare e produrre in tempo reale un’analisi dettagliata dell’operato di ogni singola unità, consentendo quindi ad ogni equipaggio di apportare modifiche o mettere a punto le tattiche di combattimento anti-sottomarini adattandole al complesso e mutevole contesto reale; inoltre ogni unità, sia di superficie che subacquea, avrà l’opportunità di condurre una serie di operazioni con la possibilità di essere a turno cacciatore o preda”.
A Dynamic Manta 2019 sono impegnati circa 3000 militari, cinque sommergibili, nove navi di superficie e otto aerei pattugliatori. I paesi partecipanti sono Italia, Canada, Francia, Grecia, Spagna, Turchia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti. L’Italia assicura il supporto logistico alle forze aeronavali con la base navale della Marina Militare di Augusta (utilizzato in particolare per l’approdo dei sottomarini, compreso l’HMS Ambush), il porto di Catania, la base aerea di Sigonella e la stazione elicotteri di Catania-Fontanarossa, contigua allo scalo aereo civile etneo.
Prima di raggiungere la Sicilia, il sottomarino della Royal Navy ha fatto una sosta tecnica da Gibilterra il 13 febbraio, suscitando le vibrate proteste dei pacifisti e degli ecologisti locali che da anni lottano contro gli approdi di unità da guerra a capacità e propulsione nucleare nelle acque antistanti la Rocca-colonia che il Regno Unito possiede nella penisola iberica dal 1713.
Antonio Mazzeo
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!