Ciao Tina…”Bella ciao”

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Scrivo a caldo, subito dopo la dolorosa notizia della scomparsa di una meravigliosa compagna, e a braccio. Di Tina, in questo momento, non si può che scriverne così, senza celebrazioni, senza necrologi, senza cronache e cronologie. Tina Costa, partigiana, comunista, se n’è andata questa mattina alle 6. Il vuoto che lascia è troppo grande per essere contenuto nel ricordo della sua memoria. Ѐ un vuoto che va oltre, perché oggi noi che crediamo nella giustizia e nella libertà, noi paladini dei diritti umani e contro ogni forma di razzismo e fascismo abbiamo perso una guida, una stella che ci indicava la via giusta da seguire. Ѐ per questo ci sentiamo tutti un po’ più soli.

Chi ha avuto la fortuna di conoscerla ha sicuramente scambiato con lei momenti intensi di umanità e di politica. Momenti importanti di cultura della vita, volta sempre alla difesa degli invisibili e degli emarginati.

Chi ha vissuto una storia umana e politica intrecciandola alla sua comprende cosa voglio dire. Tina era la compagna delle compagne, la comunista delle comuniste. Tina era una partigiana doc e lo esibiva con gioia, con fierezza e con entusiasmo. Una partigiana giovanissima di 94 anni, sempre con la fierezza di esserlo e ciò appariva nello spirito e nel portamento. Una lottatrice che sapeva infiammare una piazza, quella piazza del 25 aprile che senza di lei quest’anno forse sarà un po’ più spenta. In lei, nella lotta permanente delle donne contro la violenza, ritrovavamo tutte quello scatto di dignità per non abbassare mai la testa al nemico di classe, all’usurpatore dei diritti umani e sociali. Perché lottare contro la violenza di genere vuol dire anche lottare contro il sistema capitalista e contro le politiche neoliberiste. Ritrovavamo con Tina, noi donne, il coraggio e la fierezza di essere persone pronte a disubbidire alle prepotenze e a urlare la nostra rabbia contro la violenza di genere e lo squallido sessismo.

E soprattutto, accanto a lei, era ancora più forte e più urlato il disprezzo verso i razzismi e i fascismi. Tina era una disubbidiente indignata e non si riservava mai di mostrare la sua contrarietà alle ingiustizie e ai soprusi quando se ne presentava l’occasione. In piazza era una parte della nostra forza, del nostro coraggio che con lei si esprimeva fino al rovesciare addosso al nemico dei poveri e degli indifesi, al fascista, l’avversione con tutto l’odio che merita. Nessuno sconto, nessuna riserva verso chi toglie i diritti, verso chi fa del suo potere un’arma per fare le differenze, per dividere le persone che lottano per una società più a misura umana, per smantellare la democrazia e le uguaglianze. Tina ci lascia un’eredità da custodire gelosamente. Ci lascia delle idee fondamentali di giustizia e di libertà. Ci lascia anche dei compiti che diligentemente dobbiamo assolvere. Dobbiamo, tutti e tutte noi che crediamo possibile una società e un’umanità migliore, continuare a lottare per estirpare il cancro del fascismo che sempre più si radica nella società e sta minando anche il pensiero di molti giovani. Un cancro che mira a distruggere la nostra Costituzione, nata dal sangue dei nostri Partigiani. Tina, per sempre!

Alba Vastano

Domani dalle 10 alle 12 si può salutare Tina alla clinica dove era ricoverata, S. Antonio in via Mecenate 14

Dall’ANPI

Tina Costa ci ha lasciati”
Con profondissimo dolore l’ANPI provinciale di Roma informa che la compagna partigiana Tina Costa non è più tra noi, stamattina ci ha lasciati dopo breve e fulminante malattia. Il comitato provinciale dell’ANPI di Roma la piange in lutto e si stringe al figlio Sergio e alla famiglia.
Nata nel 1925 è stata staffetta partigiana. Vice presidente vicario dall’ANPI provinciale di Roma e componente del comitato nazionale dell’ANPI.
Combattente contro le ingiustizie fin dalla più tenera età, lo è rimasta fino all’ultimo respiro.
Nata in una famiglia profondamente antifascista del riminese, fece il suo primo gesto di ribellione al fascismo a 7 anni, rifiutandosi di indossare la divisa di figlia della lupa subendo così ulteriori angherie dalla maestra fascista.
Inserita come staffetta nell’attività clandestina del Partito Comunista già durante gli anni della guerra di Etiopia, a 18 anni divenne staffetta partigiana e ciò la portò ad attraversare più volte la linea gotica con la sua bicicletta recando messaggi, viveri ed armi.
Arrestata con un fratellino e la madre a seguito di delazione, durante il tragitto verso il campo di Fossoli riuscì a fuggire, con i familiari, approfittando di un bombardamento.
Iscritta al Partito Comunista dal 1944 è rimasta fedele a quella scelta per il resto della vita, militando in seguito nel partito della Rifondazione Comunista.
Sindacalista della CGIL era componente del comitato direttivo SPI CGIL di Roma e del Lazio.
“Personalmente credo di aver fatto anche molti errori, durante la mia vita, ma rifarei tutto quello che ho fatto, passo dopo passo. Forse, anzi, senza forse, compresi gli errori”.
“Ho combattuto per la Libertà e questa Libertà non me la può togliere nessuno”.
“Starò in piazza fino a quando avrò l’ultimo respiro, perché so di essere dalla parte del giusto e che le mie idee sono condivise da tanti”.

La camera ardente si terrà venerdì 22 marzo dalle 10,00 alle 15,00 presso la Casa della Memoria e della Storia, in via S. Francesco di Sales.

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