Cinque parole per capire l’AI

Un lessico minimo del mondo digitale, un glossario essenziale che sappia farci da bussola. Ecco altre cinque parole per capire l’AI: machine learning, chatbot, big data, violenza digitale, filter bubble

Completamente immerse nella società delle immagini, oggi le lingue sono spesso ingabbiate negli automatismi figli del nostro tempo. Per questo ci è sembrato più che mai importante tornare alle parole con un’attenzione rinnovata e curiosa, quella necessaria alla comprensione delle cose da cui prende forma ogni tipo di conoscenza. 

Da questa spinta è nato il glossario di Prossima, con cui vogliamo comporre un lessico minimo del mondo digitale, l’alfabeto essenziale per orientarci nell’oceano spesso spaesante del dibattito pubblico su innovazione e intelligenze artificiali.

Molte espressioni ormai entrate nell’uso, talvolta direttamente in inglese, infatti, restano spesso opache nel significato. Il nostro intento è quello di renderle più trasparenti, lavorare a delle agili bussole linguistiche che sappiano orientarci, verso una sempre più solida alfabetizzazione digitale.

A partire dalla scorsa estate, abbiamo iniziato a raccogliere e mappare parole ed espressioni che negli ultimi anni abbiamo letto e sentito pronunciare incessantemente, e rispetto a cui noi per prime non avremmo saputo dire molto.

Ecco quindi altre cinque parole: machine learningchatbotbig dataviolenza digitalefilter bubble. Ne abbiamo rintracciato le origini etimologiche e l’entrata nell’uso comune. I significati originari e le declinazioni successive. Cercando di usare un linguaggio comprensibile e divulgativo ma allo stesso tempo fedele alle discipline che le hanno viste nascere, e fornendo sempre in fondo alla scheda di ognuna, dei riferimenti accreditati per approfondire.

Un lavoro iniziato da poco, che ci appassiona, e che non vediamo l’ora di scoprire, una parola dopo l’altra, dove ci porterà.

Consulta tutto il glossario

28/12/2023 https://www.ingenere.it/

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