Circolare del Viminale. Migranti via dai centri di accoglienza, ma finiranno per strada
Il documento di fatto fa saltare i meccanismi di presa in carico sui territori dei richiedenti asilo. Il Tavolo Asilo: ci saranno sempre più sbandati, con gravi problemi, il governo non sa cosa fare
«Cessazione delle misure di accoglienza». È questa l’espressione usata nella circolare diffusa dal ministero dell’Interno, che di fatto fa saltare i meccanismi di presa in carico sui territori dei richiedenti asilo.
Un caso annunciato, anticipato settimane fa ad Avvenire da sindaci e Terzo settore, che adesso sono i primi a reagire, pressoché simultaneamente, dopo la diffusione del documento messo a punto dal Viminale. Il testo è del 7 agosto e indica alle prefetture di disporre lo stop immediato degli interventi per coloro che sono riconosciuti titolari di protezione internazionale e speciale, senza aspettare il rilascio del permesso di soggiorno e senza provvedere al loro trasferimento nel Sai, il Sistema di accoglienza e integrazione. «In sostanza – sottolinea il Tavolo Asilo, che riunisce in un ampio cartello associazioni del mondo laico e cattolico – migliaia di titolari di protezione internazionale o speciale stanno per essere espulsi dai Cas, i Centri di accoglienza straordinaria, e mandati per strada: in questa direzione si stanno muovendo le prefetture».
Nella circolare, il Viminale sottolinea «l’importanza della verifica dei requisiti per la permanenza dei beneficiari all’interno del sistema di accoglienza». L’obiettivo indicato sembra essere, si spiega qualche riga dopo, quello di «assicurare il turn over nelle strutture di accoglienza e garantire la disponibilità di soluzioni alloggiative in favore degli aventi diritto».
Servono spazi, in sostanza, perché il numero degli arrivi nel 2023 è più del doppio rispetto a quello del 2022 e regioni come Sicilia e Calabria sono al collasso. Non basta neppure la ripartizione territorio per territorio fatta filtrare dal governo, perché non si sa dove trovare un tetto per chi arriva da fuori. «Così svuoteranno i Cas per far entrare chi è appena arrivato – osserva Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci per le politiche migratorie -. La verità? Si sono incartati e non sanno come uscirne, perché devono dare seguito alla propaganda fatta. Dovrebbero fermarsi, ascoltare chi sta sui territori e riprogettare tutto, a partire dall’emergenza permanente dei minori non accompagnati. Ma non lo faranno». Anche Pierfrancesco Majorino, della segreteria nazionale del Pd, attacca parlando di «decisione sciagurata: l’aumento delle persone senza dimora sarà il frutto avvelenato del fallimento totale delle scelte del governo». Il non detto riguarda un vertice andato in scena lo scorso 4 agosto, a cui il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non ha partecipato.
La riunione, di tipo tecnico, ha confermato l’indirizzo del governo: liberare le grandi strutture prefettizie dalle attuali presenze e garantire spazio a nuovi ingressi. Il Tavolo Asilo parla di «clamorosa violazione di legge: migliaia di rifugiati privi di mezzi e senza accoglienza si troveranno allo sbando in strada e dunque a carico del welfare locale. In questo modo, il ministero dell’interno si pone in netto antagonismo con i Comuni».
Preoccupa ancora di più la soppressione annunciata dei servizi nei Cas e la possibilità di individuare eventuali vulnerabilità dei soggetti più fragili, spiegano le associazioni. Sullo sfondo, si intravede il rischio di una “guerra tra poveri”, di uno scontro latente tra richiedenti asilo e titolari di protezione: servirebbero infatti percorsi ad hoc a seconda del tipo di protezione prevista per legge, mentre «va delineandosi un sistema emergenziale, dove distinguere caso per caso sarà pressoché impossibile» precisa Biffoni, che da tempo chiede «più risorse e più personale» per gestire una situazione giunta al limite.
Nel frattempo ieri, a La Spezia, è arrivata la Geo Barents: su 49 migranti , 38 erano minori. È stata ribattezzata “la nave dei bambini”.
Diego Motta
12/8/2023 https://www.avvenire.it/
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