Clima. Il governo criminalizza il dissenso nonviolento
Ultima generazione, movimento ambientalista, polarizza l’opinione pubblica con le sue proteste. I tg ne raccontano le azioni in maniera superficiale, non collegandole alla crisi climatica e sposando le posizioni dei politici che, come Salvini, alimentano sui social network le reazioni più dure
di Natalie Sclippa
“Contro il lavoro, contro la salute, contro il buonsenso. In attesa degli arresti, in base alle nuove leggi, automobilisti e motociclisti sono fin troppo educati nello spostare questi eco-imbecilli, che con l’ambiente non c’entrano niente”. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini commentava così, sulla sua pagina Facebook, un blocco stradale sulla via Salaria, alle porte di Roma, degli attivisti di Ultima generazione il 18 dicembre 2023.
Un mese dopo, il 18 gennaio 2024, festeggiava sempre sul social network l’approvazione della legge 6/2024, il cosiddetto decreto Ecovandali, che ha inasprito le norme contro chi imbratta, danneggia o deturpa un’opera d’arte o un monumento, una “tolleranza zero” rivendicata dal leader della Lega.
Chi sono Extinction rebellion e Minii |
Chi sono Extinction rebellion e Ultima generazione?
Gli attivisti per il clima, in particolare i movimenti ambientalisti Extinction rebellion (Xr) e Ultima generazione (Ug), sono stati descritti spesso come giovani nullafacenti che intralciano chi deve andare al lavoro.
Xr è nato a Londra nel 2018 ed è attivo anche in Italia dal 2019. Con azioni in tutto il territorio nazionale, gli attivisti di Xr cercano di fare luce sulla crisi climatica e si battono per la realizzazione di tre proposte: dire la verità su quanto accade, agire subito e decidere insieme. La prima ha lo scopo di portare i governi alla dichiarazione dell’emergenza climatica ed ecologica, promuovendo consapevolezza generalizzata della situazione di pericolo in corso. La seconda è quella di raggiungere lo zero netto di emissioni entro il 2025 (proposta già fallita visto il momento in cui stiamo scrivendo). L’ultima proposta è di creare delle assemblee di cittadini per deliberare sulla base delle migliori evidenze scientifiche e stabilire insieme le strategie e i percorsi da attuare per trasformare la società.
A partire da questa ultima proposta, nel giugno del 2022, Extinction rebellion ha comunicato la nascita una costola indipendente nel movimento, attraverso una nuova campagna di mobilitazione. Si tratta di Ultima generazione. Il nome ha lo scopo di denunciare la consapevolezza di essere l’ultima generazione che, rispetto all’andamento della crisi climatica, può ancora fare qualcosa per salvare il mondo. Attraverso azioni di disobbedienza civile nonviolenta, gli attivisti di questa nuova costola del movimento cercano anzitutto di fare in modo che la loro richiesta abbia una forte risonanza mediatica.
Il nome del gruppo Ultima generazione deriva dalla consapevolezza di essere l’ultima generazione che può fare qualcosa per salvare il mondo. Attraverso azioni di disobbedienza civile nonviolenta, cercano di fare in modo che la loro richiesta possa avere risonanza
La narrazione che vede questi due movimenti composti solo da giovani studenti – non veritiera, viste le età diverse e molti attivisti che sono lavoratori – è stata proposta in modi differenti sia da alcuni esponenti del governo, che sui social network hanno attaccato ferocemente gli ambientalisti, sia da parte dei telegiornali del servizio pubblico, che hanno cominciato a parlare di “ecovandali” dopo gli imbrattamenti ad alcuni edifici di pregio, come la facciata del Senato, quella di Palazzo Vecchio a Firenze o le fontana della Barcaccia in Piazza Navona.
Ripercorrere le tappe della polarizzazione scatenata dalle azioni di Ultima generazione può aiutare a capire come la politica ha criminalizzato il dissenso nonviolento.
Le azioni di Ultima generazione
Scorrendo la pagina Facebook di Ultima generazione, nell’arco di 453 giorni sono state raccontate 95 azioni di disobbedienza civile nonviolenta, di cui:
- 22 imbrattamenti;
- 55 blocchi stradali;
- 18 azioni creative (non racchiudibili nelle prime due modalità) come presidi o marce lente.
È stata fatta almeno un’azione al mese, tranne per i primi 18 giorni di gennaio 2024, con tre picchi: uno a novembre 2022, in cui sono state fatte otto azioni, un altro tra i mesi di aprile e maggio 2023, quando sono avvenute venti dimostrazioni, e un terzo nei mesi di ottobre, novembre e dicembre dello stesso anno, con un totale di 36 azioni in 92 giorni.
L’assenza di attività nei primi giorni del 2024 può essere dovuta a più fattori: gli impegni legati ai processi in cui gli ambientalisti erano imputati, l’avvicinarsi dell’approvazione del decreto contro le loro azioni, una fase di rallentamento dopo quella di mobilitazione dei tre mesi precedenti.
Le proteste raccontate sono avvenute con più frequenza in due città: Roma e Milano. Nella Capitale ne sono state organizzate 36, mentre nel capoluogo lombardo 16. La scelta del target segue questo ragionamento: un’opera d’arte famosa o un monumento importante avranno più risonanza rispetto a edifici meno conosciuti. Per i blocchi stradali, la scelta di fermare o rallentare arterie molto trafficate aumenta da un lato la tensione – visto il numero maggiore di persone coinvolte – e offre la possibilità di avere una maggiore copertura mediatica.
I servizi dei Tg Rai sulle azioni di Ultima generazione
A partire dall’insediamento del governo di Giorgia Meloni, avvenuto il 22 ottobre 2022, e fino all’approvazione del decreto Ecovandali nel gennaio 2024, i servizi trasmessi nelle edizioni serali del Tg1, Tg2 e Tg3 sulle proteste di Ultima generazione sono stati 22: 20 riguardavano imbrattamenti, uno un blocco stradale e un altro un momento di incontro del movimento. Una sproporzione rispetto alle percentuali di Ultima generazione, che vedevano i blocchi stradali molto più frequenti rispetto alle altre forme di protesta. A questi si aggiungono due servizi, uno del Tg1 e l’altro del Tg2, che davano notizia dell’approvazione del decreto.
Tg2 e Tg3 hanno mandato in onda soltanto azioni relative a imbrattamenti, anche se il movimento ha compiuto in generale più blocchi stradali. Solo il Tg1 ha dato notizia di un presidio o azione creativa e di un blocco stradale.
Il Tg1 ha dedicato complessivamente 664 secondi, circa 11 minuti. Al secondo posto troviamo il Tg3, che ha mandato in onda 647 secondi di servizi sulle azioni, quasi 11 minuti. Molto meno, dati anche il numero minore dei servizi mandati in onda, i secondi del Tg2, che si attestano a 236 secondi, quasi quattro minuti.
Quattro imbrattamenti che hanno fatto notizia
Quattro azioni hanno avuto risonanza in tutte e tre le reti: l’imbrattamento del quadro “Il seminatore al tramonto” di Vincent Van Gogh (esposto in una mostra a Roma); quello di Palazzo Madama, sede del Senato; quello della fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna; e infine l’imbrattamento della fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona. Tutte e quattro le azioni sono state fatte a Roma e sono la totalità degli eventi ripresi dal Tg2.
I tre telegiornali Rai spesso hanno focalizzato la loro narrazione sui danni subiti dalle opere o sugli interventi di pulizia.
In alcuni casi Ultima generazione ha iniziato a raccontare il proprio messaggio a partire dalle reazioni di sconcerto dei passanti o dei politici
I tre telegiornali Rai spesso hanno focalizzato la loro narrazione sui danni subiti dalle opere o sugli interventi di pulizia, non chiarendo, o facendolo solo in un secondo momento, che si trattava di vernice lavabile e che quindi l’opera d’arte, il monumento o la sua copertura (nel caso del dipinto di Van Gogh) non aveva riportato conseguenze permanenti. Solo in alcuni casi è stato reso esplicito nel servizio il messaggio degli attivisti.
Nei servizi televisivi ricorrono parole come “blitz” e “ecovandali”: blitz in apertura del servizio per descrivere l’azione, ecovandali per la prima volta all’interno di una intervista all’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Mai è stato intervistato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, che si occupa delle questioni denunciate dagli attivisti.
Complessivamente, in televisione la copertura mediatica è stata frammentata e non ha mai realmente esplorato le cause delle proteste degli ambientalisti.
Tracce più evidenti della polarizzazione di opinioni su queste azioni si trovano nelle comunicazioni su Facebook. In alcuni casi Ultima generazione ha denunciato le reazioni di sconcerto di passanti o di politici nei loro confronti, di solito esternate con parole molto dure, rivendicando, di converso, la propria posizione contro la miopia del governo di fronte alla crisi climatica.
I politici e i commenti sulle azioni di Ug
Per quanto riguarda i commenti degli esponenti del governo, le reazioni dei politici sono diverse e, quando ci sono, sono critiche. Su Facebook, c’è stato chi, come il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, non si è espresso mai sulle azioni; chi lo ha fatto poco, come la premier Giorgia Meloni e il ministro Pichetto Fratin; e chi invece l’ha fatto con maggior frequenza, come l’allora ministro Sangiuliano e il ministro Salvini.
Chiunque si sia espresso, ha ribadito da una parte il diritto di manifestare, ma dall’altra ha giudicato come violenti i metodi utilizzati dal movimento, tanto che Pichetto Fratin ha contrapposto i loro modi alla serietà, alla concretezza e alla determinazione del governo.
Su Facebook, c’è stato chi, come il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, non si è espresso mai sulle azioni; chi lo ha fatto poco, come la premier Meloni e il ministro Pichetto Fratin; e chi invece l’ha fatto con maggior frequenza, come l’allora ministro Sangiuliano e il ministro Salvini
Anche l’allora ministro Sangiuliano non ha fatto riferimento ai temi alla base dell’azione di Ultima generazione e ha individuato dell’inasprimento delle pene la risposta a questo tipo di proteste. All’interno dei suoi post, dedicati soprattutto agli imbrattamenti (vista la carica ricoperta), c’erano elementi di esasperazione – come “ora basta” o “È la goccia che fa traboccare il vaso” che accompagnavano la notizia dell’imbrattamento della Barcaccia a Roma – con un utilizzo particolarmente marcato della parola “ecovandali”.
Gli attacchi del ministro Salvini
“Sedicenti ambientalisti”, “ecocriminali”, “cretini”, “imbecilli”, “pericolosi delinquenti” e “blasfemi” sono alcuni degli insulti rivolti dal ministro Salvini agli attivisti nei 94 post dedicati alle azioni di Ultima generazione, un numero talmente alto che quasi eguaglia quello dei post degli attivisti.
A differenza del ministro Sangiuliano, che si era concentrato sugli imbrattamenti, il leader della Lega ha commentato sia azioni di Ug in Italia, sia quelle di altri movimenti ambientalisti nel Paese e in Europa.
Nel suo linguaggio, la gran parte dei termini usati per definire gli attivisti tendevano a screditare il messaggio politico-ambientalista, a criminalizzare o a giudicarli in modo negativo. Così il messaggio degli attivisti è stato definito come “estremismo ideologico ‘green’ irrazionale e pericoloso”, una “pericolosa de-generazione ideologica ambientalista”, “sconvolgente e irrazionale idiozia dell’estremismo ideologico ‘green’”, un “atto criminale”. Ha chiesto spesso l’arresto in flagranza e multe pesanti, Daspo e carcere. Intanto, lavorava insieme al governo al decreto per inasprire le sanzioni.
Isolati e puniti
Ascoltando i telegiornali dei giorni in cui si demonizzavano gli attivisti di Ultima generazione per le loro proteste colpiva un dettaglio. Di solito, prima o dopo, passavano uno o più servizi su alluvioni vicine, come quelle in Emilia-Romagna del maggio 2023, o eventi catastrofici legati alla crisi climatica che devastavano territori lontani, da uragani a incendi. Agli spettatori, però, non veniva mai fornito un nesso tra le ragioni delle proteste degli attivisti. rivolte alla crisi climatica e alla disattenzione rivolta all’ambiente, e le ragioni per cui si dava notizia della morte di decine di persone e di migliaia di sfollati.
Sui social, esponenti del governo, con potere e visibilità, deprecavano le azioni di cittadini che manifestavano, in alcuni casi contestando i metodi di quelle proteste, altre volte insultandoli sulla “pubblica piazza” dei social e aizzando messaggi d’odio, come quelli di alcuni utenti che proponevano di investire con le auto gli attivisti o di chi chiedeva pene severissime per i casi di imbrattamento.
Ultima generazione, dal canto suo, sembra rincorrere sulla piattaforma di Meta la narrazione di altri, che di solito non credono nell’efficacia delle modalità di protesta e, soprattutto, in cui il messaggio che lega le manifestazioni alla denuncia della crisi climatica fatica a emergere.
Intanto, prima con un Consiglio dei ministri ad aprile 2023 e poi con il decreto Ecovandali il Governo ha inasprito le pene per i reati tra cui quelli di imbrattamento e di deturpamento. Gli attivisti sono stati denunciati e sono andati a processo.
Ora si aggiunge un altro tassello. Con il passaggio al Senato del ddl Sicurezza, manifestare in maniera nonviolenta potrebbe essere ancora più difficile. Mentre le conseguenze legate alla crisi climatica sono sempre più visibili, le modalità per protestare vengono sempre più criminalizzate. Una miopia che potrebbe costare cara.
L’autrice
Natalie Sclippa, classe 1998, ha una laurea triennale in Scienze internazionali e diplomatiche all’Università di Trieste e una specialistica in Scienze criminologiche per l’investigazione e la sicurezza all’Alma Mater Studiorum di Bologna.
Redattrice de lavialibera dal 2021 e giornalista pubblicista dal 2023, si occupa di movimenti e ambiente, scuola e diritti.
5/1/2025 https://lavialibera.it
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