Come passiflora
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Giovanna Ceriotti si presenta in scrittura con tutta la profondità dei sentimenti che il genere umano porta dentro. Il suo lavoro si rivolge a un mondo intimo, quello che più ci appartiene, più nascosto, meno visibile.
Ecco, questo mondo emerge attraverso la forma di racconto in un romanzo che ne esprime tutta la sua forza.
Due donne a confronto. Distanti tra loro. Due generazioni che finiscono di incrociare le loro strade. Nora ha quindici anni, Tilde ottanta. Diventano vicine di casa senza volerlo.
Nora, a causa della separazione dei suoi genitori è costretta a cambiare abitazione e a trasferirsi con sua madre in un luogo che non riesce ad amare. Lì avviene l’incontro con Tilde, la nuova vicina di casa, una signora anziana rinchiusa e consegnata a un mondo da vecchia.
Tra loro nasce un’amicizia destinata a crescere sempre di più.
Un’amicizia forte, perchè forte è il valore di un sentimento che non ha età in questo romanzo. Il valore profondo di un sentimento importante, forse il sale della vita. E non a caso “Come passiflora” dà il titolo a questa storia, perché la passiflora è un rampicante lianoso e il nome significa fiore della passione. Ed è la passione che ricorre pagina dopo pagina, quando riaffiorano i ricordi belli e dolorosi di Tilde che si accompagnano con il cammino di un’adolescente che sta cercando di ritrovarsi e di capirsi prima di capire gli altri. Ma il valore dell’amicizia che si consolida sempre di più la farà aprire e gli si spalancherà un mondo in cui capirsi diventa più semplice e meno doloroso.
Un legame che sembra destinato a dare una svolta alle loro esistenze, perché sembrano spalancarsi nuovi orizzonti. Un punto di incontro che apre uno scrigno pregiato in cui lacrime e sorriso, sogni e ricordi, si trovano alla medesima fonte.
Un percorso comune, tra un’anziana e una giovane che vedono, frequentandosi, incontrandosi, riaccendere quei sentimenti reciproci che li condurranno su un’unica strada. Non è stato un caso che si siano incontrate. Nora non avrebbe mai voluto trasferirsi nella nuova casa, Tilde guardava con la diffidenza degli anziani i suoi nuovi vicini. È stato il destino ad andare loro incontro e ad accompagnarle per mano.
Un racconto che ravviva la nostra fiducia nel destino, nella capacità di coloro che danno ancora valore ai sentimenti, che sanno riconoscersi, annusarsi, incontrarsi. Non importa dove. Non importa quando.
Il passato non dà soltanto esperienza, dà insegnamenti, il presente non è scontato ma dà speranze per il futuro. Per Tilde non bastano più le immagini sbiadite della patina del tempo e per Nora il futuro che le riserva la vita è una profonda incertezza.
Questa storia è costruita in modo sapiente, dosando i sentimenti come valore aggiunto della vita. Non c’è niente di meglio di immergersi in queste pagine e riscoprirne il valore, il suo significato profondo, trattenendo il fiato, scrollandosi ogni tanto non dal torpore, ma per i brividi che trasmette. Ci coinvolge la storia di queste generazioni così distanti a confronto e il rumore di fondo che produce sarà soltanto la vibrazione che viene da dentro se sarete soggetti all’emozione.
Una storia che riscopre i valori intimi dell’esistenza, profondamente commovente, che rivela Giovanna Ceriotti come una scrittrice che sa attingere nel profondo del genere umano con la capacità e la passione di saperlo trasferire nei suoi personaggi.
Giovanna Ceriotti governa la scrittura dall’inizio alla fine del libro, con un linguaggio intenso, profondo. Il risultato è questo sorprendente valore di grande senso del reale che emerge dai protagonisti in modo naturale, con tono disincantato, con i suoi tuffi nel tempo e le sue graffiate improvvise.
E non possiamo, noi lettori, evitare di stare accanto a questi personaggi, perché potremmo riconoscerci.
È anche un modo per non sentirci estranei a un mondo che è quello in cui siamo catapultati. Eccovi qui sembra dirci l’autrice, restate con me. Facciamo questo viaggio insieme.
Giorgio Bona
Scrittore. Collaboratore redazione di Lavoro e Salute
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