Comportamenti delle guardie a Torino #6. La caccia al tesoro

Corso Giulio Cesare si dirige verso nord e, dopo l’incrocio del ponte Mosca, il marciapiede a sinistra è frequentato ogni giorno da giovani, in gran parte venuti da lontano, e dagli acquirenti dei minimarket e ristoranti popolari presenti sul breve tratto di strada. Qualcuno beve una birra, qualcun altro fuma una canna, ti fa un occhiolino e ti chiede se va tutto bene. Appoggiati al muro fanno passare il tempo: a volte il tempo scorre con difficoltà e qualcuno sbarella. Accanto ai cassonetti è parcheggiato un Volkswagen T4, furgone dell’unità cinofili della polizia di stato.

Due poliziotti hanno in mano lo zaino di un ragazzo appena uscito da un minimarket e un uomo s’avvicina per chiedere cosa sta succedendo. «Solo un controllo!», tuona l’agente con un fondo di voce incerta. Il ragazzo ha addosso un sorriso stupefatto, accanto a lui un amico e intorno non c’è più nessuno. L’altra guardia apre il cofano del furgone, tira fuori legato al guinzaglio un pastore tedesco e lo impiega come fosse un metal detector o un aspirapolvere. Ora il poliziotto avvicina il cane allo zaino del ragazzo, poi si fa trascinare dall’animale lungo il marciapiede, a caccia tra il puzzo di piscio e l’odore di carne d’agnello arrostita.

Poco lontano, in Barriera di Milano, si forma un piccolo slargo all’incrocio tra corso Palermovia Montanaro e via Sesia: ecco la piazzetta è invasa dai poliziotti e dai loro mezzi. Ci sono due blindati, cinque volanti, due furgoni. Un furgone è ancora il T4 dei cinofili. Nello slargo sta sparpagliata una quarantina di guardie sornione ad aspettare che passa il tempo. Gli agenti chiacchierano, guardano il telefono, fumano. I ragazzi e le ragazze che ogni giorno stanno qui sono scomparse.

Poco più a sud un altro cane dell’unita cinofili perlustra il selciato. Il poliziotto con il cane al guinzaglio è seguito con frenesia da un collega: sono gli unici due in attività. Il primo, con entusiasmo da esploratore, comunica al secondo: «Guarda, è qui che nascondono la droga!». Indica una fessura tra il marciapiede e la strada. Gli altri poliziotti, sul lato opposto della strada, si scambiano battute, seguono con lo sguardo i passanti incuriositi, sbuffano.

Dopo poche ore le guardie sono diminuite, ma i mezzi blindati e i furgoni mantengono il loro posto. A pochi chilometri di distanza da lì, verso il centro, piazza Palazzo di Città è chiusa da tutti e tre i lati d’accesso. Blindati, poliziotti, vigili urbani, schierati in cordone intimano ai passanti di proseguire a destra o a sinistra. La piazza è vuota e una donna osserva: «Ma cosa c’è? Tutta ‘sta scena e poi cosa c’è? Niente». (dora griot)

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26/1/2024 https://www.monitor-italia.it/

Immagini: collages di stefania sipinelli

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