Comunicato stampa 6 febbraio voto in Senato su Autonomia differenziata
Da 5 anni i Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata e da 2 anni il Tavolo NOAD, si oppongono al progetto eversivo dell’Autonomia Differenziata.
Lo fanno sia attraverso un processo di formazione/informazione delle cittadine e dei cittadini che ancora non sanno nulla o quasi di ciò che si prospetta per loro, perché non si è voluto promuovere nessuna forma di dibattito pubblico. Intanto il ddl Calderoli già approvato in Senato è stato già assegnato alla Commissione Affari Costituzionali della Camera.
Si è voluto nascondere che si produrrà un ulteriore drammatico aumento delle già vertiginose diseguaglianze tra Nord e Sud. Come dimostra la sanità, ci sarà una stretta annunciata sulle privatizzazioni; il peggioramento dei servizi pubblici ovunque si risieda; l’affiancamento al contratto collettivo nazionale di contratti regionali.
Si tratta dunque di una intenzionale picconata all’uguaglianza dei diritti e alle conquiste di lavoratori e lavoratrici.
Il voto in Senato – così come si è determinato il 23 gennaio, quando il ddl Calderoli è stato approvato con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 3 astenuti – ha posto in particolare evidenza il voto compatto di Fratelli d’Italia, frutto concreto dello scambio scellerato con la Lega tra Autonomia Differenziata e Premierato.
Tale dato appare ulteriormente clamoroso e scandaloso, considerando il voto dei senatori di quel partito eletti al Sud: 3 in Sardegna, 2 in Calabria, 4 in Sicilia, 4 in Puglia, 1 in Basilicata, 4 in Campania e 1 in Molise. Essi si sono resi responsabili non solo di aver tradito quello che nelle dichiarazioni di voto lo stesso senatore De Priamo di FdI ha definito “il valore sacro” dell’unità d’Italia, ma anche di aver subordinato il destino del Mezzogiorno e quindi dei propri elettori a quello “scambio” politico.
Per questi motivi, chiederemo un confronto pubblico, territorio per territorio, con i senatori che si sono pronunciati favorevolmente al progetto di un’autonomia differenziata che oltretutto impone la clausola di invarianza finanziaria: dunque nessun nuovo stanziamento di risorse per garantire i livelli essenziali dei servizi pubblici e sanare le diseguaglianze che affliggono cittadini e cittadine in ogni parte d’Italia.
In particolare chiederemo ai senatori del Sud per quali motivi hanno sostenuto una legge che aggrava le condizioni sociali del Mezzogiorno, e ne aumenta le disparità con il Nord.
Tavolo No Autonomia differenziata
Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e l’unità della Repubblica
5/2/2024
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