Contro la Superliga in Sanità

“Meno Stato, più Mercato”! Sento avvicinarsi questo ululato e penso e temo che, spesso, ritornano come gli Zombi nei film horror di seconda scelta.  Ma qui non siamo al cinematografo, ma in un paese martoriato nelle vite, nella salute, nell’economia, negli affetti da una pandemia destinata a non scomparire in breve tempo. Un fenomeno che dovrebbe averci insegnato pure qualche cosa; che dovrebbe averci disvelato le debolezze strutturali del nostro Paese, l’incuria di questi anni per una fondamentale conquista civile quale il Servizio sanitario nazionale; negligenza paragonabile solo alla mancata manutenzione del  ponte Morandi.

Eppure no, non è così, questa esperienza – temo – non ci è bastata. Quali sono queste “voci” che si avvicinano? Ne cito due, palesi seppure non denunciate con forza, non disvelate adeguatamente, ma gravi e provenienti da fonti “autorevoli” dell’apparato statale e prossime al Governo.

La prima è l’incredibile, ai miei occhi e alla mia coscienza, dichiarazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che si rivolge al Presidente del Consiglio dei Ministri con la sua annuale Segnalazione di Proposte di riforma concorrenziale[1]. Io, sfogliando queste pagine, avevo avuto una flebile speranza: che tale Autorità rivolgesse un sentito appello – o monito – al Presidente del Consiglio, affinché prendesse posizione, come un vero liberale, contro l’abuso dei brevetti che, diventando di fatto un cartello  monopolistico, si sono trasformati, da stimolo all’innovazione, a un mezzo per bloccarla o rallentarla[2].

Il documento non dà risposta a questa mia speranza: il rafforzamento del sistema sanitario non si attua pertanto con adeguati finanziamenti opportunamente orientati, con la formazione e assunzione di personale, con un potenziamento della ricerca, con una profonda riforma della sanità territoriale ma – afferma questo testo – con un “efficientamento” che si ottiene con “… una maggiore apertura all’accesso delle strutture private all’esercizio di attività sanitarie non convenzionate”. Ciò comporterà, credono (o fingono di credere) gli estensori di tali indicazioni: “… una più intensa integrazione fra pubblico e privato” capace di rispondere alle crescenti richieste dei cittadini.

Marco Geddes

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28/4/2021 https://www.saluteinternazionale.info

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