Contro lo smantellamento della Repubblica per l’uguaglianza dei diritti Il momento è ora!

E’ arrivata alla discussione parlamentare il progetto di Autonomia differenziata del governo Meloni, nella disattenzione generale. Solo la volontà pervicace dei Comitati per il Ritiro di ogni autonomia differenziata e del Tavolo NOAD è riuscita a sollevare un minimo di allerta mediatico. Sono stati infatti organizzati presidi in 30 città d’Italia (capoluoghi di provincia e di regione), che hanno consegnato a prefetti e uffici regionali il documento che motiva le ragioni di una protesta inaugurata più di 5 anni fa e di una mobilitazione che da allora è continuata costantemente.

I presìdi sono riusciti benissimo: migliaia di donne e uomini hanno dato vita – da Nord a Sud – ad una contestazione pacifica, motivata, ferma sulle posizioni che coerentemente sono seguite da anni: contro ogni forma di autonomia differenziata, contro la devoluzione di qualsiasi materia disponibile alla potestà legislativa esclusiva delle regioni, che violerebbe i principi configurati negli artt. 1, 2, 3, 5 della Carta. Ciò che si vuole è scritto in quel testo, che fonda il volto della Repubblica, cioè di tutti e tutte noi: uguaglianza, solidarietà, autonomia solidale e non competitiva, in una Repubblica “una e indivisibile” fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento. A Roma hanno raggiunto il presidio Elly Schlein e Giuseppe Conte, Giuseppe Provenzano e Francesco Boccia del PD; Maria Domenica Castellone, Alessandra Maiorino, Roberto Fico e Francesco Caschiello del M5S; Peppe de Cristofaro,  Nicola Fratoianni, Filippo Zaratti per AVS.

Il DDL Calderoli è piombato in Parlamento senza un’adeguata informazione e senza tener conto delle voci critiche pervenute da fonti autorevolissime del mondo accademico, economico, sociale e istituzionale, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, la Commissione Europea, la Banca d’Italia,  Confindustria, la Corte dei Conti e perfino la Cei.

Il 16 gennaio, giorno dei presidi,  è partita  la discussione in Aula al Senato, senza che il Governo abbia ottemperato alla sua stessa tabella di marcia a proposito dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, la cui definizione avrebbe dovuto concludersi entro il 2023.

Come ampiamente prevedibile, ciò non è avvenuto e, con il decreto “Milleproroghe”, è stato concesso un altro anno di tempo per la definizione degli standard inerenti i diritti sociali e civili, che lo Stato, attraverso il Parlamento, e non il Governo,  attraverso decreti amministrativi,dovrebbe garantire a tutti/e, indipendentemente dal territorio di residenza.

Un percorso perverso e pasticciato giunge ora ad un punto cruciale, non senza contraddizioni all’interno della maggioranza, che si regge sullo scambio fra autonomia differenziata e premierato, un connubio distruttivo dell’assetto della Repubblica.

Con l’abbaglio del “decentramento” e del “rispetto della volontà popolare”, si disarticola in 20 staterelli la struttura della Repubblica, mettendone sostanzialmente in forse la stessa esistenza,  e si accentrano i poteri nelle mani dei cacicchi regionali, svilendo il ruolo del Parlamento e le forme della partecipazione democratica garantite dalla Costituzione.

Tutto ciò avviene mentre siamo immersi in un contesto di guerra e di violenza, con l’acuirsi delle differenze territoriali e sociali che stanno facendo precipitare milioni di persone verso livelli di povertà, di paura e di incertezza insostenibili.

Bisogna fermarli, il momento è ora!

Tutti e tutte dovremmo sentirci impegnati/e in questa lotta in difesa dei diritti essenziali delle persone, dalla sanità all’istruzione, dal lavoro ai beni culturali, dalle infrastrutture ai contratti di lavoro. Tutti coinvolti nella difesa delle conquiste dei lavoratori e dei lavoratrici, che hanno configurato democrazia e uguaglianza in questo Paese.

Il 16 gennaio è stato un primo giorno di mobilitazione nazionale, da far vivere territorio per territorio, per contrastare e impedire questo disegno scellerato. Molti i futuri appuntamenti che Comitati e Tavolo hanno in previsione per i prossimi mesi, a cominciare dalla Petizione Europea contro l’AD, che sarà discussa dal Parlamento Europeo lunedì 22: il nostro impegno continua.

Marina Boscaino
portavoce dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti

Tonia Guerra
segreteria nazionale, responsabile campagna NO A.D. Rifondazione Comunista

17/1/2024 https://transform-italia.it/

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