Corruzione e sanità: un fenomeno conosciuto ma sottovalutato dagli operatori ?
La sanità è il settore più a rischio corruzione, secondo il Global Corruption Baromenter 2016. “La corruzione esiste – conferma Raffaele Cantone, presidente dell’A.N.A.C. – ma non tutta la sanità è corrotta. Il problema è la mancanza di indicatori certi per individuarla. Gli unici dati, quelli giudiziari, sono inidonei a misurare questo fenomeno”. Un dato sicuro, però, secondo Alberto Vannucci di Illumiamolasalute, la rete promossa da Libera, Avviso Pubblico, Coripe e Gruppo Abele, è che l’Italia è al penultimo posto in Europa per “corruzione percepita”. Un fenomeno conosciuto in sanità, ma forse sottovalutato dagli operatori si chiedono gli organizzatori del convegno promosso da FIASO, Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere e dall’AORN Santobono Pausillipon. Come fare, allora, per evitarla? Il principale strumento è la trasparenza, è la risposta di Cantone, ospite al convegno, che concorda con il presidente FIASO Francesco Ripa di Meana: la parola chiave è accountability.(GUARDA IL VIDEO)
Una trasparenza che deve puntare “più alla qualità più che alla quantità dei dati resi disponibili sui siti ufficiali delle pubbliche amministrazioni” secondo Cantone. Il presidente dell’Anticorruzione richiama la recente legislazione sul FOIA, il Freedom of Information Act, da poco in vigore anche in Italia che, facilitando l’accesso ai documenti, suggerirebbe anche un ripensamento delle informazioni liberamente accessibili a tutti.
Quali sono, invece, le azioni concrete di contrasto al fenomeno corruttivo che possono essere messe in campo dagli operatori sanitari?
“Il controllo sulla gestione delle liste di attesa, ad esempio – afferma Antonietta Niro, Responsabile Prevenzione della Corruzione del Santobono – con un obiettivo: l’abolizione totale delle liste cartacee. L’informatizzazione è anche uno strumento di controllo della corruzione in ambito farmaceutico”.
Altro settore a rischio è quello dei dispositivi medici, sottolinea Cantone che denuncia: “Non ci posso essere prezzi differenti addirittura all’interno di una stessa regione”. Il presidente dell’Anticorruzione si sofferma poi sul grande business degli appalti ed esorta a proseguire sulla strada della “riduzione delle stazioni appaltanti e dell’aggregazione della spesa”.
“L’analisi di rischio è l’unico documento che conta da un punto di vista processuale”, spiega l’avvocato Giorgio Calesella, in un intervento sui confini giuridici e sui presupposti culturali del fenomeno corruttivo, che si conclude con un ammonimento: “Criminalizzare la sanità è del tutto inutile”.
L’etica dei professionisti della sanità è il grande antidoto alla corruzione, secondo Alfredo Guarino dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, che si è soffermato sulla formazione degli specializzandi e sull’importanza dell’educazione in tema di conflitto di interesse.
La prevenzione passa anche attraverso l’adozione dei codici di autoregolamentazione, afferma Paolo Siani, Direttore UOC Pediatria Sistematica del Pausillipon. “Bisogna però fare in modo che queste regole vengano rispettate – commenta Cantone – che ricorda come la loro violazione rappresenti un illecito disciplinare”. Il presidente dell’A.N.A.C. esorta i manager delle aziende sanitarie a farsi portavoce dell’anticorruzione: “Non hanno bisogno del grande orecchio per sapere cosa accade. La prevenzione va fatta dall’interno” sottolinea e conclude sul tema della meritocrazia, introdotto da Anna Maria Minicucci, Dg del Santobono. Cantone auspica, infatti, un’emancipazione della sanità “dalla politica e dalle dinamiche localistiche”.
Vai alla pagina dell’evento per scaricare le slide del convegno.
17/1/2017 www.sossanita.it
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