Cos’altro deve accadere affinché gli israeliani si scrollino di dosso la loro apatia?
La barbarie ha invaso il Paese. È diventato privo di qualsiasi traccia di umanità. E potrebbe rimanere con noi per generazioni a venire.
Fonte: English version
Di Gideon Levy – 8 dicembre 2024
Immagine di copertina: Bambini palestinesi dopo un attacco aereo israeliano a Khan Yunis, luglio. Credito: Jehad Alshrafi/AP
Cos’altro deve accadere affinché i cittadini israeliani si scrollino di dosso la loro paralizzante apatia? Quali altri orrori devono verificarsi affinché i media di medio livello si degnino di svolgere il loro ruolo e di denunciarli? Cosa potrebbe incrinare la narrazione del 7 ottobre in cui è impantanato Israele, con la sconvolgente affermazione che sulla sua scia tutto è lecito e che solo lui è la vittima?
Ora sembra che niente possa aiutare. Niente infrangerà l’involucro di cristallo che Israele ha costruito per sé stesso per evitare di affrontare i fatti. E i fatti stanno arrivando ora, accompagnati da prove definitive: Israele sta perpetrando barbari Crimini di Guerra a Gaza. Non come eccezioni, ma come politica.
Non come eccezionalità, ma come una questione sistemica. Non si può più negare il messaggio, anche se Israele ci sta ancora provando. Altri diecimila bambini morti basteranno a sconvolgere questo Paese? Altri mille video raccapriccianti toccheranno qualcuno? Forse l’esecuzione di mille uomini ammanettati di fronte a un muro? È molto improbabile.
L’immorale armatura in cui si è avvolto Israele è impenetrabile. È impermeabile a qualsiasi atrocità. Forse se intraprendesse una campagna per eliminare 100 cani al giorno a Gaza, le fondamenta tremerebbero e la coscienza nazionale si risveglierebbe. Solo allora.
Non è una coincidenza che l’esercito abbia un ordine specifico che proibisce l’uccisione di cani, come riportato dal riservista Haim Har-Zahav nella sua testimonianza modello, che avrebbe dovuto causare un cataclisma. Qualsiasi altra cosa, oltre all’uccisione di cani, che è scioccante di per sé, incluso il danneggiamento di masse di persone innocenti a Gaza, sarà giustificata o negata da tutti gli israeliani, i cattivi e i buoni. Con una tale coscienza, anche il trasferimento della popolazione sarà accolto con indifferenza. I Campi di Concentramento e persino di Sterminio troveranno alcuni sostenitori. È il 7 ottobre.
La testimonianza sconvolgente, fattuale e pertinente di Har-Zahav dovrebbe essere una lettura obbligatoria per ogni israeliano. Nell’esercito, nelle scuole, nelle sinagoghe, nelle yeshive (scuole religiose) e nelle università. Tutti dovrebbero leggere Har-Zahav. Ma questo non accadrà, perché Israele non vuole sapere. Nessuno può negare le affermazioni di Har-Zahav. Non è un nemico della nazione ed era lì, nel Corridoio Netzarim, in contrasto con la stragrande maggioranza delle persone che negano gli orrori. Come se la testimonianza di Har-Zahav non bastasse, il giorno dopo è uscito un articolo di Nir Hasson su Haaretz su un progetto di documentazione portato avanti dal coraggioso storico Lee Mordechai.
Questa storia è ancora più sconcertante. Il dottor Mordechai ha presentato la serie più sistematica e dettagliata di Crimini di Guerra perpetrati dalle Forze di Difesa Israeliane a Gaza. Persino il sobrio Hasson ha testimoniato che approfondire la molteplicità di prove di Mordechai è stata un’esperienza terribile.
Millecentoquaranta famiglie sono state completamente spazzate via; forse la cifra più orribile è la morte di 710 bambini di età inferiore a un anno; 489 membri del personale sanitario, tra cui 55 medici; 100 professori; 243 atleti; e quattro neonati prematuri, morti quando l’esercito ha costretto l’infermiera che si prendeva cura di loro ad abbandonarli alla morte. 240 feriti e malati sono stati imprigionati in un ospedale per una settimana senza cibo.
Cosa si fa dopo aver visto tutti questi dati? Cosa si può dire? Ma per favore, evitate un conteggio dei punti in stile commercio al dettaglio tenuto da buoni israeliani, come il giornalista Nadav Eyal (“questo non è un rapporto, è un guazzabuglio”): i dati non sono affidabili, è il Ministero della Sanità di Hamas, che vi ha detto che questa era la verità, si dovrebbe aspettare una commissione d’inchiesta, che non verrà mai istituita, tutte queste scuse non sono più valide. Non con questi numeri allarmanti di vittime, non in considerazione delle prove che si accumulano da tutte le parti, fino a quando persino l’ex Capo di Stato Maggiore dell’IDF e politico di destra Moshe Ya’alon non definisce questi dei Crimini.
Non è una commissione d’inchiesta quella che serve, ma una commissione di coscienza. Non statistiche precise, ma occhi e un cuore. Guardate qualsiasi stazione televisiva che non sia israeliana e vedrete voi stessi. Se 700 neonati morti non possono toccare il cuore dei genitori israeliani, che amano così tanto i propri figli, allora la coscienza di Israele è mortalmente malata, forse è già morta in questa guerra. La barbarie ha invaso il Paese. È diventato privo di qualsiasi traccia di umanità. E potrebbe rimanere con noi per generazioni a venire.
Gideon Levy è editorialista di Haaretz e membro del comitato editoriale del giornale. Levy è entrato in Haaretz nel 1982 e ha trascorso quattro anni come vicedirettore del giornale. Ha ricevuto il premio giornalistico Euro-Med per il 2008; il premio libertà di Lipsia nel 2001; il premio dell’Unione dei giornalisti israeliani nel 1997; e il premio dell’Associazione dei Diritti Umani in Israele per il 1996. Il suo ultimo libro, La punizione di Gaza, è stato pubblicato da Verso.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org
10/12/2024 https://www.invictapalestina.org
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