COVID: INTERVENTO PUBBLICO PER FERMARE LA PANDEMIA

Con la campagna di vaccinazione contro il Covid in corso, nonostante le forniture contrattualizzate col governo, sono arrivate da Pfizer e AstraZeneca decisioni unilaterali di ritardare le consegne di vaccino previste per queste settimane. Pfizer consegnerà all’Italia 165.000 fiale in meno pari al 29% di quanto stabilito. Pertanto, molte delle 500.000 persone che aspettano la seconda somministrazione rimarranno scoperte. Il motivo addotto è la necessità di interrompere la produzione nello stabilimento di Anversa per effettuare i lavori necessari al fine di aumentarne la capacità produttiva. Una motivazione surreale e cinica sulla pelle di chi è esposto a rischio per la vita e la salute, dettata dal maggior profitto e dal minor costo di ristrutturazione, fermando uno stabilimento invece di potenziarlo a produzione costante, riconvertirne altri o fare accordi con altri produttori, come proposto dal Governo francese, disponibile a stipulare accordi per far produrre il vaccino Pfizer alla ditta Sanofi, nei suoi stabilimenti

Ma non solo: la Pfizer ha anche deciso arbitrariamente, senza alcuna consultazione, di scegliere quali dei 293 punti di somministrazione saranno più danneggiati dalla carenza di vaccini, che non si distribuirà in modo uniforme, ma colpirà particolarmente Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Riguardo all’AstraZeneca mancano ancora informazioni ufficiali, ma sembra che consegnerà solo il 60% delle dosi pattuite. È chiaro che queste pessime notizie impongono di riscrivere completamente la campagna vaccinale, con esiti imprevedibili.

E ciò mentre per l’ennesima volta, Governo, Ministero della Salute e ISS hanno rinunciato ad esercitare le facoltà concesse dalla normativa per organizzare e assicurare in modo omogeneo sul territorio nazionale le vaccinazioni, delegando tutto al Commissario Arcuri e al Dipartimento della Protezione civile, assecondando le spinte autonomistiche della Conferenza delle Regioni, nelle quali come sempre eccelle la Lombardia a sanità privatizzata, rivelatesi fallimentari anche per chi le propone. A questo si aggiunge l’insufficiente reclutamento di personale e l’assenza di un sistema informativo unico nazionale delle vaccinazioni, in luogo dei tanti sistemi informativi regionali, non dialoganti tra loro.

Il Piano vaccinale Covid, di cui la Conferenza Stato-Regioni ha solo preso atto, è impreciso perché non menziona tra le priorità i soggetti di tutte le età ad alto rischio in quanto affetti da patologie croniche, è troppo diluito nel tempo per ottenere un’immunità di gregge efficace a ridurre i danni sanitari, sociali ed economici della pandemia e non garantisce l’uniformità tra le Regioni.

Non vi è alcuna trasparenza da parte dell’UE e del Governo italiano sulle trattative intercorse con le società produttrici, sui costi e i quantitativi. Sono state infatti contrattualizzate consegne di dosi protratte sino ai mesi autunnali, perché l’Italia ha preferito puntare sul vaccino AstraZeneca (per ragioni di costi? produzione italiana? facilità di impiego?). Risultato: nei primi due trimestri 2021 siamo legati alle forniture insufficienti di Pfizer e Moderna, per i successivi non ci sono certezze.

Siamo di fronte all’ennesima testimonianza della pericolosità per la tutela della salute dello strapotere esercitato dalle multinazionali del farmaco, anche nei confronti dei governi, per imporre le loro logiche di mercato in piena emergenza sanitaria, sociale ed economica. Bisogna rendersi conto, in Italia e in Europa, che l’accesso ai farmaci e il rapporto tra poteri pubblici e industria farmaceutica devono essere immediatamente rivisti per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Per questo riteniamo necessario da subito, che:

> il governo italiano, come promesso dal commissario Arcuri, metta in atto insieme ad altri governi europei azioni legali e sanzioni commerciali nei confronti della Pfizer ed eventualmente di AstraZeneca;

> le Associazioni di cittadini per il diritto alla salute procedano a una class action contro le due aziende per i ritardi dell’attuazione del Piano vaccinazioni Covid, che configurano i reati di inadempimento di pubbliche forniture, truffa, concorso in epidemia colposa e frode in commercio;

> si aderisca alla petizione “Niente profitti sulla pandemia” presentata al Parlamento Europeo, affinché i brevetti e i diritti di proprietà intellettuale non ostacolino l’accessibilità e la disponibilità di qualsiasi vaccino o trattamento contro il Covid; la legislazione dell’UE non limiti le licenze obbligatorie rilasciate dagli Stati membri; i beneficiari di finanziamenti dell’UE siano obbligati alla condivisone delle conoscenze in materia di tecnologie sanitarie, proprietà intellettuale, dati delle ricerche, alla trasparenza dei finanziamenti, dei costi di produzione e a licenze non esclusive.

Al di là di queste misure immediate, riteniamo sia tempo che il Governo italiano:

> sostenga le richieste dei governi di India e Sudafrica per ottenere dall’Organizzazione Mondiale del Commercio la sospensione dei brevetti per i vaccini, i farmaci e i dispositivi medici necessari per il contrasto alla pandemia Covid e si adoperi perché quanti più Stati facciano altrettanto;

> proceda immediatamente a realizzare un sistema industriale e distributivo pubblico del farmaco, dei vaccini e dei sistemi diagnostici, col coinvolgimento e il finanziamento delle istituzioni di ricerca universitarie e del SSN, per rendere possibile e sicura nel nostro paese la disponibilità di tali presidi, senza i ricatti imposti dalle multinazionali del farmaco

FIRMA LA PETIZIONE ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei)

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