CRONACHE DI MORTI ANNUNCIATE

Morire di Cpr a Palazzo San Gervasio

Aggiornamenti, sviluppi e antecedenti sul caso della strana morte di Oussama Darkaoui (alias Oussama Belmaan) nel CPR di San Gervasio a Potenza (in Bottega ne abbiamo parlato QUI), che nei giorni successivi alla morte veniva indicato come algerino e con un nome parzialmente diverso.

“Il 4 agosto Oussama Darkaoui, un ragazzo marocchino di 22 anni, è morto nel CPR di Palazzo San Gervasio, in Basilicata. Le prime informazioni diffuse dalle autorità del CPR dicevano che Oussama Darkaoui fosse morto dopo un tentativo di suicidio, ma nuovi documenti pubblicati dal Corriere della Sera smentiscono questa ricostruzione.” scriveva Il Post del 28 agosto, che continua: “Le cause della sua morte non sono ancora note, la procura di Potenza ha aperto un’inchiesta. Dopo la morte, agenzie di stampa e giornali avevano riportato poche e frammentarie notizie su cosa era successo basandosi su quanto detto dalla direzione del CPR. Sia l’agenzia ANSA che altri siti e giornali avevano scritto che nei giorni precedenti alla morte Oussama Darkaoui avrebbe compiuto atti di autolesionismo e tentato di suicidarsi ingerendo pezzi di vetro. Avevano scritto anche che per questo motivo sarebbe stato ricoverato all’ospedale San Carlo di Potenza e dimesso alcuni giorni dopo.” … “

Il 26 agosto il Corriere aveva parlato con la madre di Oussama Darkaoui, che si trova in Marocco e che aveva raccontato di aver parlato con diversi «compagni di prigionia» del figlio. Questi le avevano riferito «che Oussama è stato picchiato selvaggiamente e poi trascinato via come un animale e abbandonato per terra. E che dopo tutto questo, forse per farlo rinvenire, gli hanno fatto una iniezione endovenosa, che però gli è stata fatale: lo hanno visto scuotersi e morire lì, per terra, con la bava che gli fuoriusciva dalla bocca». La madre del ragazzo non ha specificato chi sarebbe stato a picchiarlo.” … “All’inizio peraltro l’identità di Oussama Darkaoui era stata comunicata in modo errato da molti: lo si era descritto come un algerino di 19 anni, ed era stato chiamato con il nome Belmaan Oussama. Il 6 agosto il procuratore di Potenza Francesco Curcio aveva detto all’ANSA che il ragazzo «non è stato picchiato ma ciò non esclude alcuna fattispecie di reato», compresi «l’omicidio doloso, colposo e un atto autolesionistico».

La famiglia di Oussama Darkaoui  (Corriere della Sera)

La morte di Oussama Darkaoui aveva causato anche una rivolta tra le persone migranti detenute, e il 10 agosto il Tavolo Asilo, l’insieme di associazioni impegnate nel garantire la protezione internazionale e il diritto all’immigrazione, aveva organizzato una visita ispettiva al centro, a cui avevano partecipato anche tre parlamentari, quattro consiglieri regionali, oltre a medici, infermieri, avvocati, mediatori culturali.

Dopo la visita è stata scritta una relazione da cui non sono emersi dettagli che chiariscono le cause della morte di Oussama Darkaoui. La relazione rileva però una situazione di grossi problemi del centro, a livello strutturale e igienico soprattutto. Si rileva anche come sia la direzione del CPR che la prefettura di Potenza abbiano fatto molte resistenze alle richieste delle persone in visita, negando loro l’accesso a diversi documenti e mostrando un atteggiamento poco collaborativo e «mancanza di trasparenza». A proposito di Oussama Darkaoui si dice che «alla nostra richiesta di visionare la documentazione sanitaria di Oussama, ci viene detto che non è più presente presso il CPR in quanto è stata sequestrata» insieme «al registro eventi critici sanitari» dalla procura di Potenza. 

La dura cronaca a ritroso dai titoli dei giornali

Le cose che non tornano nella morte di un ragazzo migrante al CPR di Palazzo San Gervasio. Oussama Darkaoui è morto il 4 agosto: secondo le autorità del centro era stato ricoverato per atti di autolesionismo, ma non è vero. Il Post, 29.08.2024

Ispezione dei parlamentari nel Cpr di Palazzo San Gervasio: «Condizioni disumane»  L’edicola del Sud, 29.08.2024

I documenti di Oussama, il 22enne morto nel Cpr di Potenza: «Prima della sua morte mai ricoverato in ospedale»  Corriere della Sera, 29.08.2024

Il giallo di Palazzo San Gervasio: Oussama morto nel Cpr di Potenza, l’ospedale smentisce le autorità: mai ricoverato prima del decesso   L’Unità, 29.08.2024

Cpr di Palazzo San Gervasio: ecco l’inferno descritto nella relazione del Tavolo Asilo  Basilicata 24, 28.08.2024

Cpr, la relazione del Tavolo Asilo e Immigrazione. Dopo la morte di Osama, lo scorso 5 agosto, ci sono state due visite ispettive. L’ultima il 10 agosto. Diverse le criticità rilevate   TGR Rai Basilicata,  28.08.2024

«Mio figlio Oussama sognava di aiutarci dall’Italia. Ora ridatemi il suo corpo» Corriere della Sera, 26.08.2024

Il giallo del 23enne morto nel Cpr di Potenza. Il procuratore: non escludo l’omicidio  Corriere della Sera, 10.08.2024

Potenza, fiamme all’interno del Cpr di Palazzo San Gervasio dopo la morte di un migrante. «Picchiato e lasciato morire»  Corriere della Sera, 5.08.2024

Basilicata, 19enne algerino morto nel cpr: una raccolta fondi per far rientrare a casa la salma. Le associazioni: “Quel centro va chiuso”. il Fatto, 19.08.2024

CPR di Palazzo San Gervasio: 27 indagati e 26 capi di imputazione. Non solo corruzione, induzione indebita, truffa, falso, ma anche maltrattamenti e tortura. Meltingpot.org, 24.07.2024

Le bugie

“La morte di Oussama Darkaoui, (scrive Carlo Vulpio su Il Corriere della Sera del 28 agosto)  il ventiduenne marocchino deceduto il 4 agosto scorso nel Cpr (Centro per i rimpatri) di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, appare sempre meno un «giallo» e sempre più un castello di bugie. L’ultima in ordine di tempo, ma fondamentale per comprendere i fatti, riguarda il «profilo» che, subito dopo la morte di Oussama, si è voluto costruire di lui. Non potendolo descrivere come un criminale — il ragazzo non aveva alcun precedente penale ed è finito nel Cpr solo perché non aveva il permesso di soggiorno, per il quale sua zia Massira Harmouch, a Sondrio, stava cercando di mettere insieme la documentazione necessaria —, lo si è dipinto come una persona instabile, psicolabile, autore di atti di autolesionismo che ne hanno reso necessario il ricovero.

«Nei giorni precedenti alla sua morte, Oussama ha ingerito corpi estranei, forse pezzi di vetro, ed è stato ricoverato all’ospedale di Potenza», questo ripetevano autorità, medici e la direttrice del Cpr, e questo riferivano agenzie di stampa e tv pubbliche e private. A quel punto, il racconto dei fatti era già «orientato». Oltre alla morte, o forse l’omicidio, di Oussama, ecco anche la sua «character assassination», cioè la distruzione della sua reputazione. Se era «agitato», se ha ingoiato pezzi di vetro, se ha tentato il suicidio, se è finito in ospedale… Nulla di tutto questo. Oussama non è mai finito né in ospedale, né al pronto soccorso, e nemmeno ha mai fatto una visita medica in ambulatorio. Lo dimostra il documento dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, che il Corriere pubblica in esclusiva . «Agli atti di questa Azienda, dalle verifiche esperite — scrive la Direzione sanitaria potentina — non risulta alcun ricovero e/o accesso in pronto soccorso e/o ambulatoriale inerente a Darkaoui Oussama nato in Marocco il 01.01.2002».

La lettera dell’Asl è dell’altroieri, mercoledì 27 agosto, e riguarda non soltanto l’ospedale di Potenza, ma anche gli altri quattro che fanno parte dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo, e cioè gli ospedali di Melfi, Lagonegro, Pescopagano e Villa d’Agri. Per Oussama, dunque, detenuto nel Cpr da maggio scorso, non c’è mai stato alcun viaggio per ragioni mediche verso alcuno degli ospedali elencati. E tuttavia, nella «Relazione preliminare della visita al Cpr di Psg del 10 agosto 2024», cioè subito dopo la morte di Oussama, ciò che emerge è che il fatto falso diventa vero solo perché costantemente ripetuto «da chi di dovere», cioè da quel «muro di gomma» di figure istituzionali che avrebbero invece dovuto scalpitare per accertare la verità. Ma sembra che nessuno abbia niente da dire, nemmeno Catia Candido, la direttrice del Cpr (in appalto alla cooperativa «Officine sociali»), che ieri ci ha detto soltanto di essere «impegnata».

La «Relazione» sul lager di Psg (il Cpr viene definito proprio così) è il risultato di due visite ispettive svolte da parlamentari, consiglieri regionali, medici, avvocati e sindacalisti, l’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), la Cild (Coalizione italiana libertà e diritti civili) e il Tavolo Asilo. Ed è un documento che suscita orrore e vergogna. In cui si denunciano «la mancanza di trasparenza e di rispetto delle regole da parte del prefetto di Potenza», Michele Campanaro, e «le continue resistenze» del questore Giuseppe Ferrari e del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, «persino all’ingresso di parlamentari nel Cpr». Intanto, la salma di Oussama è ancora depositata nell’obitorio di Potenza, la famiglia reclama il corpo del ragazzo e dall’Ambasciata del Marocco cominciano a chiedere spiegazioni.”

Dalla pagina FB di Mai più Lager–No ai CPR  del 10.08.2024 https://www.facebook.com/NoaiCPR

SIAMO ENTRATI PER PARLARE CON CHI HA VISTO

Dopo un fitto scambio con altri reclusi nel CPR di Palazzo San Gervasio che ci avevano avvisato nell’imminenza dei fatti e raccontato la loro versione, il 6 agosto siamo entrati nel centro, al seguito del consigliere regionale Roberto Cifarelli, per ricercare la verità sulla morte di Oussama Belmaan e verificare lo stato dei luoghi dopo l’incendio appiccato per la protesta che ne ė seguita.

L’accesso della delegazione, che vedeva il nostro dottore Nicola Cocco di NoCPRsalute tra i componenti, è stato ostacolato in ogni modo.

In sostanza, in spregio alla legge che regolamenta l’accesso di parlamentar* e consiglier*: nessuna visibilità dei documenti richiesti (cartelle cliniche in primis; il registro degli eventi critici non è aggiornato da mesi, e questo é di estrema gravità); divieto di ingresso ai moduli abitativi. Con le persone recluse (leggi i possibili testimoni) è stato infatti consentito parlare solo attraverso le grate del cortile: vere e proprie “gabbie” in batteria.

Nessun accesso si è potuto avere al fascicolo sanitario di Oussama né quindi al certificato che avrebbe attestato l’idoneità delle sue condizioni di salute lo scorso maggio, al suo ingresso.

Il danneggiamento di due settori a seguito delle protesta ha determinato la liberazione di diversi reclusi di settori diversi (molti testimoni tra loro, guarda caso).

Anche la Direttrice del centro ha confermato quanto riferitoci dai ragazzi, cioè che nei giorni precedenti Oussama aveva compiuto atti di autolesionismo ingerendo dei corpi estranei (pezzi di vetro) ed era stato ricoverato, presso l’Ospedale di Potenza. Al suo rientro, nonostante tale chiaro segno di disagio, il medico interno non ha sollecitato nessuna revisione dell’idoneità del ragazzo, come previsto tra l’altro dal Regolamento nazionale (art. 3, comma 4).

Le informazioni raccolte presso le persone detenute ed alcuni membri del personale del gestore nel corso della visita hanno confermato quanto dettoci al telefono, descrivendo Ousaama, quantomeno nelle ultime settimane, come soggetto con evidenti problemi di salute mentale, spesso sedato, nonché vittima, secondo alcuni, di frequenti pestaggi da parte del personale di polizia. Soprattutto quando si lamentava troppo insistentemente di voler uscire. Più volte è stato cambiato di modulo.

Della morte di Oussama si sono accorti i compagni dopo diverse ore che non si svegliava: si era addormentato dopo essere tornato dall’infermeria del CPR e non si è svegliato più.

L’ambulatorio è stato trovato dalla delegazione pieno di psicofarmaci. Hanno assicurato che la loro somministrazione avviene solo dietro prescrizione specialistica ma non è stata offerta nessuna documentazione a conferma. Hanno confermaro la presenza di solo 1 infermiere ed un oss per 100 trattenuti.

Dai pestaggi delle forze dell’ordine, alla ripetuta pesante sedazione (della quale nel CPR di Palazzo San Gervasio si abusa oltremodo, come ormai comprovato e anche documentato da video andati in tv) come facile “soluzione” della gestione del caso, alla assoluta mancata presa in carico di una persona sofferente e fragile reclusa in un ambiente fortemente patogeno, la storia di Oussama parla di violenza e di abusi gravissimi, di tutta la violenza dello Stato su un giovane ragazzo.

Quanto all’età e alla nazionalità, teniamo a precisare che i compagni di Oussama dicono che quest’ultimo gli aveva raccontato di avere dichiarato una data di nascita e una nazionalità diversa dal sua effettiva, sicché ancora non è chiaro se avesse 19 o 24 anni e se fosse marocchino o algerino.

Difficile in questa situazione anche cercare di restituire salma alla famiglia che finora pare non sia stata avvisata. Non è dato sapere neppure chi fosse il suo legale.

Dal contatto con i trattenuti sono emerse storie individuali di disperazione e denunce di un generale stato di degrado e abbandono degli spazi interni (assenza di materassi, servizi igienici sporchi, caldo asfissiante), di assenza di informazione sulla propria situazione legale. Diverse persone hanno presentano evidenti problemi psichiatrici incompatibili con una detenzione in questo stato.

Il 7 agosto è stata effettuata l’autopsia della quale nulla al momento sappiamo.

Senza necessità di approfondimento medico legale, comunque la si guardi, emerge lampante la responsabilità dello Stato cui questa persona era stata consegnata o anzi che da esso é stata privata della libertà personale: che il disagio fosse preesistente (con conseguente inveridicità del certificato di idoneità) o che sia sopravvenuto in conseguenza della permanenza in un luogo patogeno, poco cambia se non in termini di altre figure le cui gravi responsabilità si aggiungono, specie se trovassero conferma le denunce di pestaggi a danno del ragazzo e la somministrazione smodata di psicofarmaci.

Ricordiamo che il precedente gestore del CPR è attualmente sotto inchiesta insieme ad altre figure a carico delle quali sono emerse imputazioni quali maltrattamenti e reato di tortura.

Nel corso di tale gestione si è avuto il “Morto invisibile” Osaro Uhnmwangho 44 anni – Nigeria, che ancora attende una risposta.

Segno questo che non è questione di mala gestione: i CPR sono luoghi volutamente torturanti dove la morte è un rischio calcolato ed accettato.

Non sono riformabili, è arrivato il momento di abolirli, per dare un senso (si fa per dire) alla morte degli oltre 40 ragazzi che hanno perduto la vita in questi lager nell’indifferenza generale.

Dopo la visita è stata scritta una relazione da cui non sono emersi dettagli che chiariscono le cause della morte di Oussama Darkaoui. La relazione rileva però una situazione di grossi problemi del centro, a livello strutturale e igienico soprattutto. Si rileva anche come sia la direzione del CPR che la prefettura di Potenza abbiano fatto molte resistenze alle richieste delle persone in visita, negando loro l’accesso a diversi documenti e mostrando un atteggiamento poco collaborativo e «mancanza di trasparenza». A proposito di Oussama Darkaoui si dice che «alla nostra richiesta di visionare la documentazione sanitaria di Oussama, ci viene detto che non è più presente presso il CPR in quanto è stata sequestrata» insieme «al registro eventi critici sanitari» dalla procura di Potenza. https://www.facebook.com/NoaiCPR

asgi.it_cpr morte-tavolo-asilo-immigrazione

LINK

ilpost.it_Morte migrante cpr palazzo san gervasio

corriere.it_I documenti di oussama morto nel cpr di potenza

unita.it_Oussama: ospedale smentisce autorita

basilicata24.it_cpr  palazzo san gervasio-ecco linferno

edicoladelsud.it_ispezione dei parlamentari: condizioni disumane

ilfattoquotidiano_raccolta-fondi-per-far-rientrare-a-casa-la-salma

tgrbasilicata_la relazione del tavolo asilo e immigrazione

meltingpot.org_/cpr di palazzo san gervasio: 27 indagati

usb.it_richiesta di chiusura del cpr di palazzo san gervasio

striscialanotizia-10.05.24_morte misteriosa di un uomo in un cpr

ilmanifesto10.01.24_Trattati come scimmie inferno nel cpr di potenza

30/8/2024 https://www.labottegadelbarbieri.org/

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