CUBA SOTTO ATTACCO MEDIATICO
Il presidente cubano Miguel Diaz Canel
E’ frustrante vedere e leggere come ancora una volta le nostre istituzione europee e la nostra informazione, sempre asservita agli interessi del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, continuino a gettare fango contro il governo cubano, reo, secondo loro, di essere un sistematico violatore dei diritti umani del proprio popolo e di essere incapace di risolvere i problemi dell’isola.
Periodicamente l’attenzione verso Cuba diventa di attualità nei nostri mezzi di informazione che spesso coincide con l’approvazione da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione di condanna verso il legittimo governo dell’isola caraibica. L’ultima risoluzione approvata dal Parlamento Europeo contro Cuba risale a pochi giorni fa, una risoluzione che invito a leggere per comprendere come i nostri rappresentanti a Bruxelles approvino risoluzioni senza conoscere minimamente ciò di cui si sta parlando.
Non mi voglio soffermare troppo su questa risoluzione ma non posso non citare alcuni punti che ritengo davvero vergognosi. Nel testo viene, come al solito, ribadito il carattere non volontario delle missioni dei medici cubani nel mondo, vengono definite come non libere, i medici sarebbero obbligati a partecipare alle missioni sanitarie all’estero. Se poi si ascoltano le testimonianze dei medici che anche in Italia, attualmente si trovano in Calabria per cercare di sostenere il catastrofico sistema sanitario della regione, si scopre che sono contenti di aiutare il nostro paese e che nessuno denuncia di essere stato forzato a partecipare alle missioni.
Poi vengono prese in esame le solite repressioni verso chi non approva il sistema di governo cubano: chiedetelo ai ragazzi che a Pisa ed in altre città del nostro paese sono stati brutalmente caricati dalla polizia senza che nessuno al Parlamento Europeo abbia alzato un dito per condannare il nostro governo.
Altro punto interessante della risoluzione è la citazione dell’organizzazione non governativa spagnola Prisoners Defenders che afferma che a Cuba non c’è libertà religiosa. Questa organizzazione ha redatto un rapporto che poi è stato usato dal dipartimento di Stato degli Stati Uniti per inserire Cuba nell’elenco delle nazioni che non rispettano la libertà religiosa. Il rapporto utilizzato da Washington si è basato su sole 56 interviste e testimonianze, di cui 21 persone hanno dichiarato di aver subito qualche atto di persecuzione da parte del governo, quindi un rapporto assolutamente da prendere in considerazione come l’organizzazione che lo ha redatto. Organizzazione talmente affidabile che viene pure citata nella risoluzione del Parlamento Europeo a dimostrazione di come i nostri politici abbiano le idee chiare su quali fonti prendere in considerazione quando preparano un documento per essere proposto per l’approvazione.
Ma nessuno ha citato, sempre riguardo alla libertà religiosa, quanto ha detto Jerry Pillay, segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, durante la sua visita a Cuba che ha affermato che “il governo cubano offre spazi per i cittadini per godere della loro fede”.
Ma evidentemente per il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e per i membri del Parlamento Europeo, che attingono le informazioni contro Cuba, e non solo, dalla Casa Bianca, quello che ha affermato Jerry Pillay è perfettamente insignificante perché va contro le loro politiche di costante attacco contro Cuba. E’ più affidabile per la loro voglia di cambiamento in senso liberale del governo cubano affidarsi ad un rapporto in cui solo poco più di 20 persone hanno dichiarato di essere state vessate dal governo che prendere in considerazioni le dichiarazioni di Jerry Pillay che ha dichiarato che in nessuno dei suoi colloqui con le autorità ecclesiastiche presenti a Cuba che qualcuno abbia avuto pressioni dal governo o che sia stato sottoposto a persecuzioni.
Ma gli attacchi contro la isla grande negli ultimi giorni non si limitano solamente a questo. I nostri grandi mezzi di informazione e le agenzie stanno dipingendo un quadro della situazione a Cuba allarmante. Ma per fortuna e quello che scrivono è solo frutto della solita propaganda contro la isola caraibica.
Il 29 febbraio una notizia ha riempito le pagine di tutti i giornali: Cuba ha chiesto al Programma Mondiale per l’Alimentazione un aiuto per la fornitura di latte in polvere per i bambini. Spalancati cielo: a Cuba la situazione alimentare è al collasso. Per fortuna sono solo illazioni. Cuba ha chiesto di essere aiutata per continuare a fornire gratuitamente, e sottolineo gratuitamente, il latte necessario ai bambini, chiedetelo alle nostre mamme quanto latte in polvere la nostra donna, madre e cristiana sta donando alle mamme italiane. Se L’Avana chiede aiuto per il latte allora tutti sull’isola stanno morendo di fame, hanno dedotto, senza sapere di cosa stanno parlando, i nostri sempre attenti giornalisti.
Poi Ansa cita un rapporto dell’Osservatorio Cubano per i Diritti Umani, altra organizzazione spagnola di cui non si conoscono i finanziatori, anche se è fin troppo facile immaginare da dove arrivano i soldi, nel quale viene dichiarato che nel solo mese di febbraio Cuba ha “chiuso con almeno 282 azioni repressive, tra cui 95 arresti arbitrari”, aggiungendo che “delle detenzioni arbitrarie, 71 erano contro le donne e 24 contro gli uomini”.
Una rapida ricerca in internet rivela che l’Osservatorio Cubano dei Diritti Umani ha pubblicato questo rapporto senza citare nemmeno una fonte. Vale a dire che i membri di questa organizzazione, che viene poi diffuso a livello internazionale, in Italia, come detto, lo diffonde Ansa, affermano che Cuba viola i diritti umani senza però citare alcun caso o nome di persone che sarebbero stati vessati dal governo di Miguel Diaz Canel. Magari hanno pure ragione ma, da giornalista che verifica quanto gli altri scrivono, qualche domanda me la faccio.
Insomma una campagna mediatica contro Cuba è in pieno atto, la risoluzione del Parlamento Europea recentemente approvata ha lo scopo di mettere in discussione l’accordo di Dialogo Politico e di Cooperazione tra l’Unione Europeo e Cuba approvato il firmato nel dicembre 2016 e pubblicato in via provvisoria il 1 novembre 2017. Un accordo che evidentemente a Washington non è mai piaciuto e che, grazie alla classe politica che affolla il Parlamento Europeo sempre pronta a sostenere le politiche arrivate da oltre oceano, potrebbe essere messo in discussione.
Per la Casa Bianca attaccare costantemente Cuba è una priorità politica in vista delle prossime elezioni presidenziali, conquistare l’elettorato cubano della Florida è sempre stato l’obiettivo dei democratici e dei repubblicani. Proporre politiche anticubane è una costante che spesso ha permesso di aggiudicarsi la Florida, fare terra bruciata attorno a L’Avana è una costante, quindi aumentare le pressioni anche dall’Europa serve ai democratici per dimostrare all’elettorato cubano che su Cuba non ci possono essere compromessi.
Fare terra bruciata attorno a Cuba serve poi anche per giustificare il decennale blocco economico, commerciale e finanziario portato avanti dagli Stati Uniti, un blocco che è la madre di tutti i problemi che l’isola affronta ma che nessuno, ovviamente perché imposto dagli Stati Uniti, vuole menzionare nelle loro analisi superficiali ed insulse. Proviamo a togliere il blocco per vedere se la situazione cubana migliora, magari poi se le cose continuano ad andare come denunciato dalla Casa Bianca e dai vassalli europei allora tutto dipende da Diaz Canel e dai suoi seguaci comunisti.
Infine la strategia degli Stati Uniti per attaccare il governo cubano, impossibilitati a compiere un azione armata come richiesto da una gran parte dei cubani residenti a Miami che amano la propria patria al punto di chiedere apertamente un bombardamento a tappeto dell’isola, per chi non lo avesse ancora capito, consiste nello stringere piano piano il cappio attorno al popolo con sempre maggiori sanzioni al fine di spingere i cittadini a compiere azioni destabilizzanti che portino alla sovversione, meglio se cruenta, del sistema di governo. Quindi risoluzioni che interrompano le cooperazioni con l’isola, rapporti farlocchi o di dubbia provenienza, notizie amplificate a dovere sono tutti modi per cercare di asfissiare l’economia dell’isola.
Andrea Puccio
9/3/2024 https://www.occhisulmondo.info/
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