Da Maastricht alla guerra
Quando ci fu la famigerata risoluzione del Parlamento Europeo che sostanzialmente equiparava nazismo e comunismo e riscriveva la Storia della Seconda guerra mondiale in chiave revisionista, noi di transform lanciammo l’allarme. La risoluzione rovesciava quelle classiche del Parlamento Europeo che sempre avevano riconosciuto e ringraziato l’URSS per il contributo decisivo dato alla sconfitta del nazifascismo. Questa volta ciò veniva rovesciato. La risoluzione per altro era stata “preparata” principalmente da esponenti dei Paesi dell’Est cui era stata sostanzialmente delegata. Un grave errore da parte degli altri rappresentanti. Fatto per la solita furbizia politica di tenere conto di voti che erano stati decisivi per eleggere Ursula Von Der Layen.
Ma c’è di più e di peggio. L’allargamento del dopo ’89 è stato fatto tutto in termini di compartecipazione competitiva con la NATO, di aree di influenza in particolare tedesca, di “adesione” al liberismo e di generici principi di diritto. Con il risultato oggi evidente che la UE non è avanzata come soggetto politico autonomo. E che questi Paesi stanno contribuendo a modificare la storica politica europea verso la Russia che aveva resistito alla guerra fredda e che da De Gaulle a Brandt, da Palme a Berlinguer, guardava ad una Europa dall’Atlantico agli Urali. Fanno pesare infatti i loro storici problemi di rapporto con la Russia e anche i loro antichi nazionalismi che portarono a collocazioni inopportune nella seconda guerra mondiale guardando al passato e non al futuro.
Stanno rendendo la presenza della NATO più bellicista. Sono alcuni come la Slovenia, frutto di disintegrazioni di Paesi realizzate con guerre della NATO. In gran parte hanno seri problemi di rispetto di diritti formali e sostanziali che vengono “rimbrottati’ in certi momenti e lasciati correre in altri quando serve il loro appoggio. Vengono al pettine tragicamente le contraddizioni della gestione del dopo ’89, che fu interpretato come vittoria sul “comunismo”. In realtà il socialismo reale si era sfaldato per le sue contraddizioni ed ogni paragone con la vittoria sul nazifascismo non ha alcuna attinenza alla realtà storica. Per altro in URSS Gorbaciov provò una seria transizione verso un nuovo assetto interno e un nuovo ordine mondiale che fu di fatto boicottata da dentro e da fuori. In diversi Paesi ci furono figure che facilitarono transizioni meno cruente come gli stessi Jaruzelski e Honecker. Molti altri invece si riciclarono in leadership neonazionaliste. Intanto riemergevano fantasmi del passato di destre neonaziste. Per fortuna anche nuove sinistre alternative come la Link in Germania e le nuove esperienze in Slovenia e Croazia.
La UE ha proceduto nel massimo dell’opportunismo storico politico, tra NATO e Gazprom. Invece che crescere come soggetto politico autonomo si è affidata alla globalizzazione e ai mercati, all’intergovernatorismo e alla retorica dei diritti proclamati e non politicamente perseguiti e che oggi diventa bellicismo. Cosa significa in questo quadro una Germania riarmata è cosa che non si chiedono i dominanti delle sliding doors cui siamo consegnati ma che per fortuna si pongono le imponenti manifestazioni per la pace che si svolgono in quel Paese. Ho detto dominanti delle sliding doors perché i curricula, e gli emolumenti, di chi comanda in Europa sono molto trasversali tra poteri politici, economici, militari. Caratteristica della governance della globalizzazione che vede un convergere in questo senso di una classe di oligarchi che in parte spartiscono e in parte si sbranano.
Oggi si sbranano. C’è da chiedersi come si pensi che una UE che con Maastricht è tutta mercato competitivo nella globalizzazione possa attrezzarsi ad una sorta di neo autarchia. Ma la questione principale è se per non avere risposta a questa domanda ci porteranno alla guerra mondiale. Questo è ciò che dobbiamo impedire. Per questo, condannato Putin, condannato l’espansionismo NATO, ogni sforzo va posto a creare le condizioni della Pace e di un nuovo ordine mondiale democratico. Tra le quali c’è la costruzione finalmente di una Europa realmente autonoma e democratica.
P.s. Zalensky parla al Congresso USA e chiede la formazione di una nuova struttura che chiama U24 che intervenga nei conflitti. Bypassando l’ONU. E “oltre” la NATO. Mi pare evidente che, con buona pace del “riduzionisti” del bianco e nero, si sta giocando una partita globale. La condanna della aggressione militare russa non può permettere di censurare che qui è in corso un attacco a ciò che resta dell’ONU e dell’ordine condiviso. Per creare che cosa? Il club dei fedelissimi che per altro si mangia la UE? Una conferma che la nostra proposta di una “Jalta2.0, cioè di una grande conferenza mondiale che dia più potere democratico all’ONU, è necessaria.
Roberto Musacchio
16/3/2022 https://transform-italia.it
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