Dal fumo della patente a crediti alla porcata dei sopralluoghi preannunciati

  • «L’aumento dei contributi non è che un aspetto della insufficiente rappresentanza degli imprenditori in Parlamento, il quale è colpevole dell’emanazione di leggi che gravano pesantemente sulle imprese. […] Senza offesa: gli ispettori del lavoro, teoricamente ben preparati, in pratica lasciano ancora molto a desiderare. […] Gli ispettori prescrivono dispositivi di protezione delle macchine che ne impediscono il funzionamento e che spesso devono essere rimossi dagli operai durante il lavoro.[…] Mente e occhi concentrati sul lavoro! Ecco la miglior protezione contro ogni infortunio. […] Ci preoccupano soprattutto i controlli a sorpresa degli ispettori del lavoro; gli imprenditori esigono che l’ispezione nei loro stabilimenti sia preannunciata».

Così i padroni dell’impero Austro-ungarico si lamentavano nel 1910 con Franz Kafka, ispettore dell’Istituto di Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro del Regno di Boemia.

Nel Regno della Meloni, anno domini 2024, questa richiesta è stata finalmente accolta e messa nero su bianco nel decreto legislativo 103 del 12.07.2024.

Un provvedimento che segue a ruota il tanto fumo e poco arrosto della “patente a crediti” spacciato come forma di miglioramento della loro qualificazione ma con tali e tante incongruenze con le norme vigenti, dilazioni e immoralità, complessivamente di ben poca utilità a ridurre gli infortuni. Nella bozza di decreto applicativo da poco presentato si vuole portare fino a 100 i crediti iniziali in considerazione dell’elevato rischio delle attività edili. E’ come stabilire che un patentato con la Ferrari deve avere più “punti” spendibili rispetto a uno con la Panda perché ha maggiori occasioni di violare le norme e quindi “perdere punti”. Sulla perdita dei crediti vi è uno dei nodi “morali” della norma : un omicidio sul lavoro vale 20 punti (se si viene condannati, anni dopo, anche in Cassazione) e sono comunque recuperabili con un po’ di “formazione”. Non bastava questo intervento inconsistente ora si svela chiaramente il vero volto della destra sul tema della sicurezza del lavoro : un laccio che strangola la libertà d’impresa che va invece garantita mettendo la mordacchia agli organi di vigilanza. Di conseguenza si strangolano i controlli mettendo la mordacchia agli ispettori.

Come si è giunti a questo ? Dalla legge delega al Governo Draghi nel 2022 sul mercato e la concorrenza che include le “semplificazioni dei controlli sulle attività economiche” si arriva oggi a stabilire letteralmente che “in attuazione del principio di trasparenza … l’amministrazione fornisce in formato elettronico, almeno dieci giorni prima del previsto accesso presso i locali dell’attività economica l’elenco della documentazione necessaria alla verifica ispettiva”.

E’ palese che dieci giorni dopo l’avviso l’ispettore troverà – a parte qualche sprovveduto – un luogo di lavoro lucidato a specchio, con lavoratori in regola, macchine dotate di tutte le protezioni. Almeno per quel giorno tutto sarà al meglio, potremo parlare di “Cronaca di una ispezione annunciata”, con esito prevedibile.

Occorre qualche precisazione : la legge delega Draghi pur prevedendo una serie di interventi di “semplificazione” non accennava all’ispezione annunciata che è tutta del “sacco” del governo in carica. Sono comunque esclusi dall’annunciazione i controlli richiesti dalla Autorità Giudiziaria o da “circostanziate segnalazioni” o genericamente se “emergano situazioni di rischio”. Il messaggio è però chiaro e rivolto in particolare ai dirigenti degli organi di vigilanza, da quelli “centrali” (Inail, Inps, INL) a quelli “locali” (ASL) : impedite che tecnici troppo “intraprendenti” mettano davanti la sicurezza dei lavoratori al “diritto” di non disturbare la produzione.

Ed è trasversale perchè riguarda i controlli ambientali (AIA, rifiuti, ecc), quelli sugli alimenti e sui controlli veterinari, di igiene pubblica oltrechè quelli relativi alle regolarità contrattuali (sono esclusi dalla nuova norma quelli di carattere fiscale, antimafia, di “polizia economico finanziaria” e quelli connessi con la difesa nazionale).

In diversi casi la previsione dell’avviso è comunque inapplicabile : si provi a pensare ai cantieri in cui vi possono essere  decine di imprese con presenze diversificate a seconda dell’evoluzione dell’opera. Come pensa il governo che sia possibile “avvisarle” tutte (o anche solo quelle che saranno presenti in cantiere al decimo giorno dall’avviso sempre che rimangano ad aspettare il controllo) ?

Il problema reale che viene richiamato (per l’ennesima volta) nella norma incriminata è la mancanza di coordinamento tra i diversi enti (centrali e locali), questa condizione si trascina da decenni e può determinare casi di  controlli ravvicinati (fiscali, ambientali, di sicurezza ecc). Alla base vi è la mancata reciproca disponibilità delle conoscenze (database) tra i diversi enti. Ognuno segue la sua strada ignaro di quello che fanno gli altri senza che ognuno possa disporre di una “fotografia” del soggetto sottoposto a controllo.

Se ne parla periodicamente da oltre 20 anni senza passi avanti (e figuriamoci poi se passa l’autonomia differenziata …) ma questo non può essere l’alibi per una scelta pessima. La norma prevede un database unico ma ci vorranno anni anche dopo la sua realizzazione affinchè sia davvero utile. Il tempo perso non può essere recuperato.

Una ulteriore motivazione espressa dalla lettura della norma (ci limiteremo agli aspetti relativi alla sicurezza sul lavoro) è che la stessa viene emanata in virtù dell’obiettivo di “semplificazione” della attività della pubblica amministrazione, sarebbe quindi un altro tassello contro lacci, lacciuoli e “burocrazia” il cui smantellamento è iniziato a fine anni ’90 (contestualmente a liberalizzazioni e privatizzazioni di servizi pubblici) e hanno visto centro-sinistra e centro-destra uniti nella medesima – per noi disastrosa – direzione. Non una “riforma” dell’azione della pubblica amministrazione ma una ragnatela (fatta perlopiù di autocertificazioni che nessuno controlla anche perchè non vi è nè la volontà nè il personale per farlo) per quest’ultima per ridurre il fastidio che una pubblica amministrazione efficiente poteva dare alle costanti e presenti violazioni nei campi più disparati (si pensi solo al buco nero dell’evasione ed elusione fiscale) e contestualmente permettere a chiunque di diventare imprenditore con i relativi effetti nefasti sulla sicurezza del lavoro che subiamo ogni giorno.

Segnalo infine un paradosso : ci si preoccupa che una attività economica possa essere sottoposta a controlli troppo ravvicinati (10/12 mesi). Attualmente il Livello Essenziale di Assistenza richiesto alle Regioni/ASL è controlli annuali sul 5 % delle imprese. Applicando la media del pollo di Trilussa significa un controllo ogni 20 anni. La regola introdotta è del tutto inutile se non per accontentare chi è ancora fermo al 1910 e cade nel vuoto dei controlli attuali (frutto della decimazione degli ispettori delle ASL negli ultimi 15 anni). Questa norma avrà un maggior effetto su altre tipologie di controlli come quelli in campo alimentare, veterinario e ambientale … quindi d’ora in poi fate più attenzione a quello che mangiate. Spero che l’attenzione e idonee iniziative arrivino dai sindacati e dalle associazioni ambientaliste, ognuna, meglio ancora se assieme, per gli interessi collettivi che rappresentano.

Per quanto mi riguarda personalmente e professionalmente (la norma mi tocca direttamente) giudico questa norma come avvilente per la pubblica amministrazione, mi riferisco a quella che accede per le ispezioni nei luoghi di lavoro e si confronto con i datori di lavoro e i lavoratori direttamente e nella immediatezza delle verifiche, non quella che sta seduta in ufficio a fare controlli di “carta” che anzi verrà ulteriormente motivata e premiata per il numero di controlli virtuali che produce.

Spero vivamente in un sollevamento di tutti quei colleghi ispettori nei diversi enti a tutela della propria professionalità, per quanto mi riguarda, non mancherò di continuare a pensare e ad agire quale soggetto chiamato dal pubblico a garantire il rispetto delle norme in materia di sicurezza con i mezzi appropriati e corretti già esistenti.

Marco Caldiroli

Presidente Medicina Democratica – Tecnico della Prevenzione

24/7/2024 https://www.medicinademocratica.org/

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