Dallo Stato democratico alla Stato di polizia, il percorso ultradecennale è stato completato dal neofascismo istituzionale

La camera dei deputati ha approvato a larghissima maggioranza il Ddl 1660, col quale senza troppi giri di parole, si istituisce in Italia lo stato di polizia. A questo stato di polizia si arriva dopo averlo sperimentato per decenni in una realtà come la Valsusa trasformata in una enclave sottoposta a un regime autoritario con il beneplacito di tutte le forze pro tav. Centinaia e centinaia di arresti, denunce, fogli di via nei confronti degli attivisti Notav, criminalizzazione della lotta Notav, repressione del dissenso, militarizzazione del territorio. Una aperta violazione dei diritti democratici oggetto, ricordiamolo, di una ferma condanna da parte del Tribunale Permanente dei Popoli. E noi che abbiamo partecipato e partecipiamo a quelle lotte a dire di una situazione intollerabile. Ora il salto di qualità. Ciò che è stato sperimentato in forma surrettizia in Valsusa lo si estende sistematicamente in tutta Italia. Ribelliamoci contro lo stato di polizia e di repressione delle lotte e del dissenso. Oggi importante manifestazione a Roma. Di seguito alcuni obbrobri approvati dalla Camera:

🔴 Il blocco stradale e quindi gli scioperi diventano reato penale con condanne fino a 2 anni di carcere;

🔴 le proteste in carcere o nei Cpr possono essere punite col carcere fino a 20 anni;

🔴 idem per chi protesta contro le grandi opere;

🔴 Anche la “propaganda” delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo considerata “terrorismo della parola”;

🔴carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con le occupazioni;

🔴 Fino a 15 anni per resistenza attiva

🔴 Fino a 4 anni per resistenza passiva (nuovo reato, ribattezzato “anti-Ghandi”)

🔴 Facoltà per forze dell’ordine di detenere una seconda arma personale al di fuori di quella di ordinanza e al di fuori del servizio.

🔴 Carcere immediato anche per le madri incinte o con figli di età inferiore a un anno

🔴 Dulcis in fundo, si vieta agli immigrati senza permesso di soggiorno finanche l’uso del cellulare, vincolando l’acquisto della SIM al possesso del permesso di soggiorno.

Ezio Locatelli

Responsabile nazionale Organizzazione Rifondazione Comunista

14/12/2024

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