Dare status e dignità al lavoratori dell’usato
La ricostruzione del Paese dopo la pandemia prevede una piena sostenibilità globale, dal rapporto con l’ambiente ai modelli di sviluppo economico, fino alle relazioni sociali e l’accesso alle opportunità in modo eguale e non divisivo. Questo processo di rilancio economico e sociale deve includere le fasce della popolazione in estrema difficoltà, in una nuova stagione di sviluppo che non lasci indietro nessuno, in cui disuguaglianze e fragilità vengano superate e la visione di una società aperta, giusta e integrata sia pienamente perseguita e attuata.
In questo processo, l’abbiamo già detto e lo ripetiamo, le comunità rom e sinte possono essere una risorsa economica, sociale e culturale per l’Italia. Questa è la considerazione dalla quale parte una proposta sul terreno determinante del lavoro. Vogliamo essere cittadini che siano messi in condizione di partecipare allo sforzo nazionale per uscire dalla crisi dell’ultimo anno e per disegnare una società migliore e con opportunità per tutti. Per questo chiediamo che ci siano azioni specifiche e mirate per affrontare alcuni dei problemi che impediscono questo nostro contributo, nelle aree progettuali del quadro complessivo del PNRR (Piano nazionale di rinascita e resilienza).
Lo facciamo con proposte concrete a partire dalla transizione ecologica
Circa il 40% della popolazione rom e sinta svolge, in modo formale o informale, attività legate all’economia circolare (raccolta di ferro e recupero dei rifiuti, riqualifica e vendita di oggetti usati), che sono una fonte di reddito fondamentale per le famiglie e allo stesso tempo rientrano nella categoria dei lavori socialmente utili.
Questo settore oggi non viene preso in considerazione perché caratterizzato ancora in gran parte da una condizione di informalità. Le ragioni di questa informalità sono molteplici, ma la principale può essere rintracciata nell’incapacità del settore di organizzarsi e di fare pressione sulla politica perché questa attività venga normata. Un’incapacità che trova ragione anche nella composizione sociale e nella estrema “polverizzazione”.
L’universo del riuso é costituito infatti da migliaia di piccole microimprese che si muovono quasi sempre ai margini della formalità. Ma grazie a un riuso su scala poggiato sullo smistamento nelle isole ecologiche é possibile far emergere le filiere sommerse, offrendo a migliaia di operatori informali la possibilità di esercitare in modo redditivo il proprio mestiere, e dare un ulteriore impulso ai negozi in conto terzi che oggi, al pari degli informali, soffrono dell’asistematicità dell’approvvigionamento delle merci.
Mettere in contatto la raccolta differenziata con il settore dell’usato é possibile e l’introduzione di soluzioni logistiche in tal senso genererebbe forti vantaggi economici sia per le amministrazioni locali che per gli operatori dell’usato.
Per ciò sono necessarie e urgenti proposte innovative per la legalizzazione dei settori informali dell’usato: l’abusivismo genera infatti problemi alla cittadinanza (che però non disdegna l’acquisto), alle amministrazioni, ma soprattutto agli operatori, che non riescono a costruire un progetto imprenditoriale e di vita in seguito all’estrema precarietà della loro attività. A soffrire dell’abusivismo é soprattutto la popolazione rom e sinti, che oggi vede a Roma come nel resto d’Italia la principale fonte d’impiego onesta (anche se informale) proprio nella raccolta e nella vendita delle merci riusabili.
Regolamentare il settore é quindi (oggi più di ieri) diventata un’urgenza assoluta.
È con forza quindi che il Movimento Kethane sostiene la proposta legge della Rete Nazionale degli Operatori dell’Usato.
Per ultimo segnaliamo il tema delle piccole imprese rappresentato dai lavoratori dello spettacolo viaggiante, un settore che coinvolge tra 40.000 e 50.000 persone in Italia. A causa del Covid-19 il settore dello spettacolo viaggiante ha subito gravi perdite economiche mettendo a rischio il fallimento dell’ 80% di queste imprese, recando danni incalcolabili alle condizioni economiche per le famiglie che traggono sostentamento da queste attività.
Kethane ritiene decisivo un intervento che affronti non solo lo stato di emergenza attuale, ma soprattutto un riassetto complessivo del settore per una efficace ripresa economica basato sulla stabilità normativa, l’identificazione di categoria adesso presente come sottovoce della categoria “commerciante” con “attività prevalente: spettacolo viaggiante”; la possibilità di attuare delle agevolazioni per gli anni 2021-2022; la riduzione dei contributi INPS data la dipendenza non solo dalla stagionalità, ma anche dalla pandemia; infine snellire le pratiche burocratiche e le spese di segreteria con l’utilizzo di un’unica domanda di istruttoria per coloro il cui lavoro è legato a sagre e fiere, con la possibilità di integrazione della domanda in caso di eventi aggiuntivi a quelli previsti dalla domanda unica.
30/3/2021 https://www.kethane.org/blog
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