DEPOSITO NUCLEARE: A TRINO VERCELLESE SI GIOCA UNA PARTITA NAZIONALE

di Alberto Deambrogio

La vicenda che, intorno al tema della scelta per il sito del deposito nazionale per le scorie radioattive, si sta dipanando a Trino Vercellese dovrebbe interessare chiunque ha a cuore il rispetto della sicurezza ambientale, della scienza e della democrazia. Dopo un lungo iter che ha prodotto prima la CNAPI (carta dei siti potenzialmente idonei) e poi la CNAI (carta dei siti ritenuti idonei), una norma proposta dalla Lega è entrata a gamba tesa nel percorso stabilito, proponendone un parallelo di possibili autocandidature da parte di comuni esclusi dalle precedenti carte perché senza i requisiti prescritti. Ricordo, a questo proposito, che tali requisiti non sono stati stabiliti in modo aleatorio da un soggetto qualsiasi, ma sono scientificamente validati da autorità internazionali come l’IAEA.

Nella finestra aperta dalla Lega si è immediatamente infilato il comune di Trino, che, con il suo sindaco Pane (FdI) ha colto la palla al balzo proponendo l’autocandidatura del proprio comune. Quest’ultimo è stato giustamente escluso da CNAPI e CNAI e ora chiede una rivalutazione dei criteri di esclusione. Eppure, come ha spesso ricordato Gian Piero Godio uno dei massimi esperti di tali questioni, questi ultimi sono molto chiari: presenza di risaie, falde affioranti, rischi di alluvione e sismici, presenza di aree protette, rischio di rottura catastrofica della diga del Moncenisio solo per citare i principali. In fase di conversione del decreto-legge n. 181, che tratta di molti temi energetici, ma ha anche una parte dedicata appunto alla gestione dei rifiuti radioattivi, si è immesso un nuovo sconcertante tassello, questa volta ad opera di parlamentari di Azione. Infatti all’articolo 11 si parla del deposito nucleare nazionale e risulta depositato l’emendamento proposto dagli onorevoli Fabrizio Benzoni e Daniela Ruffino (Azione), che aggiunge al testo dell’articolo del Decreto-Legge 181 le seguenti parole:… la Sogin S.p.A. accerta che eventuali aree autocandidate non presenti nella CNAI fossero risultate non idonee per ragioni tecniche superabili con adeguate modifiche al progetto definitivo del Deposito Nazionale o per non conformità a criteri di esclusione, di cui alla Guida Tecnica ISPRA n. 29, afferenti a vincoli territoriali nel frattempo decaduti o sostanzialmente modificati”.

Come PRC abbiamo immediatamente proceduto a segnalare pubblicamente questo vulnus micidiale ricordando che i criteri di esclusione elencati della Guida Tecnica 29 di ISPRA (ora ISIN) e validati dalla Agenzia internazionale per l’Energia Atomica IAEA, escludono, ad esempio, le aree con rischio sismico e quelle con falde acquifere superficiali, ecc. Per quella via si stabilisce obbligo ad avere una serie di salvaguardie naturali di base, alle quali devono poi essere sommate le varie salvaguardie artificiali di tipo tecnologico, quali ad esempio la costruzione di tipo antisismico o l’impermeabilizzazione e l’elevazione del deposito, ecc. Occorre dunque ribadire che i criteri di esclusione spingono verso aree in cui si possano riscontrare tutte le condizioni di sicurezza naturali a cui sommare quelle di tipo tecnico-costruttivo. Si parla in questo caso, e solo in questo, di ridondanza della sicurezza, proprio perché servono i due elementi: naturale ed artificiale. Per queste ragioni, dal testo dell’emendamento abbiamo chiesto di eliminare le parole: “per ragioni tecniche superabili con adeguate modifiche al progetto definitivo del Deposito Nazionale o”. Purtroppo nelle scorse ore l’emendamento di Azione è passato a livello di Commissione Attività Produttive e Ambiente con il voto di centro destra e Azione.

Le derive politiche, amministrative, democratiche e normative, che nelle scorse settimane hanno caratterizzato le mosse dell’area governativa con i suoi attaché e del sindaco di Trino, hanno visto però un contrasto battagliero da parte di un comitato denominato Tri.NO, che in pochi giorni ha superato le 700 adesioni. Come PRC, mettendo a frutto anche una coerenza di lotta su quel territorio che dura da trenta anni, siamo parte di quella esperienza, la vogliamo far crescere e sostenere.

Dopo i primi interventi, le assemblee informative, l’azione di lotta, comunicativa e di costruzione di relazioni con amministratori e portatori di interessi nell’area vasta, il comitato sta proponendo e programmando nuovi interventi.

In primo luogo è stata lanciata una petizione on line “Contro il deposito nazionale di scorie nucleari a Trino Vercellese”, indirizzata ad una vasta serie di decisori, compreso il presidente della Repubblica Mattarella. Il messaggio non vuole essere Nimby (non nel mio cortile), semplicemente si vuol far capire alla politica che un territorio ritenuto per ben due volte non idoneo, secondo criteri tecnico scientifici, non può essere rivalutato e/o abilitato con aggiustamenti normativi e torsioni politiche. Il deposito serve e va costruito però nell’area meno inidonea possibile. Vi invito caldamente a firmare la petizione: www.change.org/p/contro-il-deposito-nazionale-di-scorie-nucleari-a-trino-vercellese.

Si sta poi mettendo in cantiere una nuova manifestazione, aperta, in grado di far sentire la voce di tutte le persone, variamente collocate in soggettività organizzate o come semplici cittadini e cittadine, che intendano non rassegnarsi allo stato di cose presente, all’insopportabile degrado politico andato in scena in queste settimane.

Infine parteciperemo tutte e tutti a un importante appuntamento messo in piedi da Legambiente in occasione della giornata mondiale delle zone umide. Il 3 febbraio ci muoveremo in luoghi strategici e pieni di bellezza paesaggistica e naturalistica intorno a Trino, ci saranno giornalisti e comunicatori. A tutti loro potremo ancora una volta, una volta di più, far passare il nostro sacrosanto messaggio: vi sembrano questi luoghi dove piazzare il deposito nazionale?

A me pare emerga a tutto tondo, anche da queste veloci note di cronaca e di lotta, un interesse che dovrebbe essere complessivo, della comunità nazionale, intorno a ciò che si vorrebbe far passare a Trino. Non basta, anche se è giusto e aiuta, affrontare il tema in termini territoriali, di area vasta. I soggetti sociali, associativi, politici, che hanno a cuore scelte ambientali ed energetiche capaci di futuro si concentrino a fondo sulla vicenda di Trino vercellese.

24 gennaio 2024

Partito della Rifondazione Comunista
Comitato regionale del Piemonte e Valle d’Aosta

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