Detersivi e ammorbidenti, un pieno di profumi che provocano allergie

Tra i peggiori ci sono Dash capsule 2 in 1 ambra & orchidea che contiene 7 profumi allergenici oltre i 100 mg/kg, di cui uno tocca il valore record di 2.442 mg/kg, e l’ammorbidente Lenor Fresh Air Sensitive ipoallergenico, che ne contiene 4, di cui uno raggiunge 735 mg/kg

Tra ammorbidenti, detersivi per lavatrice e stoviglie e detergenti vari, la nostra casa è piena di sostanze profumate che, in molti casi, possono provocarci reazioni allergiche, soprattutto a livello cutaneo e respiratorio. A nulla serve la scritta ipoallergenico o destinato a “pelli sensibili” perché in molti di questi prodotti non solo queste sostanze sono presenti, ma superano anche il limite dei 100 mg/kg. Cosa del tutto inaccettabile, visto che il loro potenziale dannoso è stato chiaramente dimostrato da oltre 10 anni. Due nomi su tutti? Dash Capsules 2 in 1 ambra & orchidea che contiene 7 profumi allergenici oltre i 100 mg/kg, tra cui una fragranza non soggetta a etichettatura tocca il valore record di 2.442 mg/kg, e l’ammorbidente Lenor Fresh Air Sensitive ipoallergenico, che contiene 4 profumi allergenici oltre i 100 mg/kg, di cui uno raggiunge addirittura 735 mg/kg.

I risultati delle analisi

È quanto è emerso dalle ricerche effettuate da Que Choisir che ha analizzato 60 prodotti appartenenti a 4 categorie di detersivi tra i più venduti e noti per essere profumati: ammorbidenti, detersivi liquidi o in capsule per lavatrice e per stoviglie e detergenti per la casa. Per ciascuno di essi, è stata analizzata la loro composizione, alla ricerca di 57 fragranze allergeniche, ossia tutte quelle per cui sono state sviluppate tecniche di dosaggio in laboratorio. L’elenco comprende i 26 profumi che, secondo il regolamento europeo, devono essere indicati in etichetta se la loro concentrazione supera i 100 mg/kg, più altri 31 che potrebbero esserlo in futuro.
La maggior parte dei prodotti contiene profumi soggetti a etichettatura obbligatoria e altri esenti, che raramente vengono riportati in etichetta.

Diffidare del claim ipoallergenico

Considerando le quantità rilevate, sarebbe doveroso informare il consumatore mentre, invece, il produttore in alcuni casi vanta il prodotto come “ipoallergenico”, “senza allergeni”, “sensibile” o destinato a “pelli sensibili”. I prodotti con questi messaggi di marketing rassicuranti, sono stati penalizzati: tra i 18 interessati, ben 4 contengono profumi allergenici non regolamentati oltre i 100 mg/kg, superando in alcuni casi anche di molto questo limite.
Tra questi figurano tre ammorbidenti, tra cui Lenor Fresh Air Sensitive ipoallergenico, che contiene 4 profumi allergenici oltre i 100 mg/kg, di cui uno raggiunge addirittura 735 mg/kg. Soupline concentrato ipoallergenico non va meglio, con 2 fragranze allergeniche oltre i 100 mg/kg, di cui una a 586 mg/kg. Anche Cajoline Doux & pur l’original ipoallergenico è penalizzato per i due allergeni del profumo oltre i 100 mg/kg. Il quarto pessimo esempio è un detersivo per piatti dichiarato “pelli sensibili”, il Twido alla mandorla venduto da Aldi, che contiene un profumo allergenico (il benzaldeide) a 422 mg/kg.
Il paradosso è che alcuni detersivi classici risultano meno problematici dei prodotti pubblicizzati con claim più rassicuranti. Ad esempio l’ammorbidente Apta Elixir di pesca non contiene fragranze allergeniche oltre i 100 mg/kg quelle ricercate e la concentrazione massima rilevata è di 16 mg/kg. Anche i liquidi per stoviglie Paic Citron vert, Super Finn Lemon concentrated e Eco + Concentré citron (disponibile da E.Leclerc) ottengono buoni punteggi, e ci sono ottimi esempi anche tra detersivi e detergenti per la casa.

Allarme per detersivi e ammorbidenti

Tuttavia, è proprio nella categoria dei detersivi classici che i produttori abusano maggiormente dei profumi allergenici, in particolare nei detersivi e negli ammorbidenti. Per questi due prodotti, il rischio di contatto con sostanze allergeniche è reale, dato che queste fragranze sono pensate per rimanere sui tessuti. Dash Capsules 2 in 1 ambra & orchidea contiene 7 profumi allergenici oltre i 100 mg/kg, tra cui una fragranza non soggetta a etichettatura che arriva a 2.442 mg/kg. Lo stesso vale per l’ammorbidente Soupline Concentré grand air, che contiene 6 profumi allergenici oltre i 100 mg/kg, di cui uno a 1.198 mg/kg.
Inoltre, in diversi detersivi testati, è stata trovata una fragranza soggetta a obbligo di etichettatura oltre i 100 mg/kg, ma non riportata in etichetta. È il caso, ad esempio, del detersivo per lavatrice Omo 3 en 1 gelsomino e fiore di cotone e del detersivo per piatti Palmolive Original, che contengono rispettivamente 612 mg/kg e 162 mg/kg di alcool benzilico. I produttori sono stati informati di questi risultati, ma nessuno ha fornito spiegazioni. L’alcool benzilico non è sempre usato come fragranza; viene impiegato, ad esempio, come conservante per le materie prime. Qualunque sia la ragione della sua presenza, si ritiene che questo allergene dovrebbe essere segnalato per fornire ai consumatori una piena trasparenza.

Allergeni non solo nei profumi

In generale, i liquidi per stoviglie e i detergenti per la casa contengono un numero minore di queste sostanze e a concentrazioni più basse. Tuttavia, un prodotto in particolare si distingue in negativo: il detergente multiuso Carolin Gelsomino & Eucalipto che contiene ben 5 profumi allergenici oltre i 100 mg/kg, di cui uno a 343 mg/kg. Altri 5 detergenti multiuso contengono anche tre fragranze allergeniche oltre i 100 mg/kg.
Ma c’è ancora un alert: il test di Que Choisir si è concentrato sui profumi. Tuttavia, i detersivi possono contenere altri ingredienti problematici, come la metilisotiazolinone (MIT) che, utilizzato da solo o associato a metilcloroisotiazolinone (MCIT), come conservante, è noto per essere un potente allergene cutaneo. Alcuni prodotti ben classificati, che contengono pochi profumi allergenici, presentano comunque questo mix MIT/MCIT, come il detersivo Prix mini di U.

Cartellino rosso per l’informazione ai consumatori

L’informazione ai consumatori è praticamente sempre assente sulle etichette dei detersivi contenenti profumi allergenici non regolamentati. È vero che attualmente non vi sono violazioni, ma i produttori non dovrebbero usare formule di marketing rassicurante senza motivo. Alcuni marchi menzionano questi allergeni nelle schede ingredienti pubblicate online, come Henkel per le sue linee di detersivi Le Chat, Super Croix, X-Tra e Mir, o Lidl per Formil. Un piccolo, ma insufficiente miglioramento. È sul prodotto stesso che questi allergeni devono essere chiaramente identificabili. Sarebbe ideale aggiungere persino “Allergeni” prima della loro lista.

Normativa troppo poco protettiva

Dal 2004, 26 fragranze allergeniche devono essere indicate sull’etichetta quando la loro concentrazione supera i 100 mg/kg. Eppure, i produttori ne utilizzano molte di più. Forse basterebbe seguire l’esempio dei cosmetici (che è tutto dire). Per questi prodotti, infatti, la Commissione europea ha pubblicato un nuovo regolamento, che entrerà in vigore il 31 luglio 2026, che prevede l’obbligo di etichettatura su circa 80 sostanze che vanno oltre le 26 fragranze allergeniche. Sarebbe opportuno fare lo stesso per i detersivi, ma siamo ancora a livello di discussione e probabilmente, considerando i tempi di applicazione previsti dai legislatori, ci vorranno diversi anni prima che l’informazione fornita ai consumatori migliori.

Antonella Giordano

8/11/2024 https://ilsalvagente.it

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