Diritto alla casa, il decreto sicurezza colpisce i più poveri
Dietro le grandi e belle manifestazioni giuste e opportune, poi c’e la quotidianità. Da oggi, lunedì 7 aprile, una data che risveglia dei ricordi per chi li ha in materia di teoremi, è in vigore il decreto legge sicurezza.
Fino ad ora era un disegno di legge ora diventa decreto legge quindi in attesa della conversione in legge, diventa legge in vigore ed operativa.
Si è parlato molto di questo ddl sicurezza ora decreto legge.
Si è giustamente parlato, per esempio, di come questo intenda reprimere le lotte e fermare gli attivisti sociali con anni di galera,.
Ma da sempre gli attivisti sociali mettono in conto denunce, processi e la possibilità di condanne.
Meno si è parlato e si parla dei suoi effetti sulle persone, sulle famiglie.
Mi riferisco, in particolare, all’articolo 10 del decreto legge, che era articolo.10 anche nel disegno di legge.
L’articolo.10 si riferisce alle occupazioni abusive e prevede per le famiglie che occupano l’immediato rilascio dell’alloggio e condanne fino a 7 anni per gli occupanti, che potrebbero essere benissimo anche minori, anziani, persone disabili, etc etc.
Premetto che considero gravissime le occupazioni.di case che sono prime case o case assegnate per esempio a persone che sono momentaneamente assenti per motivi di salute o perché andate in ferie o a trovare parenti, oppure quelle gestite dalla criminalità per la gestione del territorio, fatti che si possono affrontare già con le leggo esistenti.
Ma è del tutto evidente che lo scopo del governo è tutt’altro.
Il.governo con l’articolo.10 intende traslare la questione casa da una parte a questione di ordine pubblico con una svolta repressiva e autoritaria e dall’altra spostare le politiche abitative verso lidi più proficui e verso settori sociali solvibili quali dipendenti pubblici, o forze dell’ordine o studenti o padri separati.
Attenzione non che a questi non si debba offrire una area di alloggi ad affitti sostenibili ma quello che sta avvenendo è la sostituzione dell’intervento.del governo nelle politiche abitative che assume altri soggetti sociali come, a questo punto, esclusivo riferimento.
Da questo approccio non sono, ahimè, esenti parti della sinistra e amministrazioni comunali cosiddette progressiste.

Tutto con buona pace dell’oltre milione di famiglie in affitto ma in povertà assoluta , delle 600.000 famiglie richiedenti case popolari, delle 40.000 famiglie che ogni anno subiscono una sentenza di sfratto.
In tale contesto e su.tali famiglie interviene l’articolo.10 del decreto legge sicurezza.
A fronte dell’assenza di risposte concrete sono tante le famiglie costrette e ripeto costrette a dover trovare un riparo.
Per queste famiglie davvero la.risposta che il governo sa dare è offrire il passaggio da casa a casa circondariale?
Senza tenere conto che attualmente lo stato delle carceri oggi scadenti e sovraffollate da 48.000 detenuti nonché lo stato dei tribunali chevnon consente di sostenere l’eventuale impatto delle famiglie occupanti.
Secondo Federcasa, associazione degli enti gestori di case popolari, solo in questo ambito sono 48.000 le famiglie occupanti.
Per non parlare dell’ambiguita’ sull’applicazione dell’articolo.10 alle famiglie cin sfratto che dopo la sentenza sono, infatti, definite “occupanti senza titolo”.
E questo amplierebbe di molto l’impatto dell’articolo 10 del decreto legge.
Addirittura i relatori Onu all’alloggio.e alla difesa degli attivisti sociali hanno.scritto un documento ufficiale inviato al governo dove esplcitavano che questo articolo.violava il patto internazionale sui diritti economici sociali e culturali, sottoscritto e ratificato dall’Italia con la legge 881 del 1977.
Sotto certi aspetti, molto sottovalutato anche nelle manifestazioni contro il decreto sicurezza, l’articolo.10 è forse il più subdolo e socialmente pericoloso perché i suoi effetti si riversano sul ventre molle della povertà abitativa ed economica che viene inserita d’ufficio nell’ambito della delinquenza anche senza processo.
Colpisce che il Presidente della Repubblica non abbia, tra i suoi rilievi, posto attenzione all’articolo 10 dell’ex disegno di legge ora decreto legge.
Siamo di fronte ad un approccio.sui diritti sociali quale è quello all’abitare che si abbatte sulle famiglie e di conseguenza sugli attivisti sociali che le difendono e che difendendole diventano essi stessi delinquenti, di puro stampo repressivo.
Può accadere da oggi.
Ed è significativo che questo avvenga mentre è partita la campagna di raccolta firme per la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per inserire il diritto all’abitare e al godimento non solo.alla proprietà che sarebbe bene supportare.
Perché oggi più che mai si deve riprendere dall’attivismo.sociale ma anche culturale ripartendo dai fondamentali: chiedere di sancire il diritto all”abitare in Costituzione significa anche questo ed è parte integrante dell’opposizione al decreto legge sicurezza.
Qui trovate il link per firmare la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, per inserire il diritto all’abitare in Costituzione con Cie o Spid. https://firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/2700001

Massimo Pasquini
7/4/2025 https://diogenenotizie.com/
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