DISABILITA’ E ACCOMODAMENTO RAGIONEVOLE: DAGLI AMBIENTI DI VITA AI LUOGHI DI LAVORO.
Presentazione del Convegno
Con l’affermazione e la diffusione del modello bio-psico-sociale nella legislazione e negli orientamenti internazionali, la disabilità non è più considerata un “difetto” o una “menomazione”, ma viene vista come un normale aspetto della variabilità umana. Questo punto di vista parte dal presupposto che la maggior parte delle persone, nel corso dell’esistenza, vive e sperimenta una disabilità fisica, a carico dell’apparato locomotore, in qualche forma visibile o invisibile, temporanea o permanente; la disabilità viene comunemente ormai considerata parte della diversità connessa alla natura umana e può avere un impatto minimale o sostanziale sulla capacità di una persona e sulla sua potenzialità d’uso delle sue abilità.
Osserviamo oggi come l’invecchiamento della popolazione generale e lavorativa, l’aumento delle patologie cronico-degenerative a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, l’elevato incremento delle malattie professionali verificatosi negli ultimi anni, gli esiti permanenti di gravi traumi lavorativi ed extra-lavorativi, concorrano in varia misura alla limitazione delle abilità e delle capacità dell’individuo “normale” o “normodotato” e influenzino negativamente la qualità della vita e ne riducano in vario modo l’autonomia.
Nel maggio 2001 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato la Classificazione Internazionale del Funzionamento (ICF) che è stata riconosciuta come strumento idoneo per misurare la condizione di salute e di disabilità delle persone. La classificazione evidenzia la necessità di un approccio integrato alla persona e permette di correlare lo stato di salute individuale e l’ambiente: si evince quindi che la disabilità si sposta dall’ambito della malattia e della menomazione al rapporto tra le persone e un ambiente (fisico e relazionale) sfavorevole.
Spostando l’attenzione dalle cause all’impatto sul funzionamento degli individui e ponendo tutte le condizioni di salute sullo stesso piano, l’ICF si configura come uno strumento universale per descrivere e misurare lo stato di salute e di disabilità di qualsiasi persona.
Il termine “reasonable accomodation” viene introdotto nei primi anni ’90 negli Stati Uniti, dove fu emanato l’American with Disability Act (A.D.A.), legge che si inseriva nel quadro dei programmi per l’integrazione e la non-discriminazione delle minoranze e che si poneva lo scopo di tutelare i diritti dei disabili e di garantirne una maggiore integrazione sociale.
La convenzione O.N.U. per i diritti delle persone con disabilità, ratificata in Italia con Legge n°19 del 2009, definisce (art.2) l’accomodamento ragionevole come un insieme “delle modifiche e degli adattamenti necessari e appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo, adottati ove ve ne sia necessità in casi particolari, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali”.
Il concetto di “accomodamento” comprende tutti gli aspetti dell’accessibilità complessiva dell’ambiente di vita e di lavoro, della riprogettazione individualizzata del posto di lavoro, dell’adozione di ausili tecnici utili a facilitare i compiti lavorativi, della riorganizzazione dei processi e dei flussi di lavoro e dell’eventuale supporto di assistenza personale; la “ragionevolezza” invece evoca il principio di “non costringere il Datore di Lavoro ad investimenti sproporzionati”.
Il convegno, che ruota intorno alle parole-chiave “disabilità, lavoro, ICF e accomodamento ragionevole”, diventa quindi un primo momento di incontro e di confronto interdisciplinare tra le numerose figure professionali che operano nel campo della prevenzione primaria, dell’ergonomia nei luoghi di lavoro e nell’ambito della riabilitazione per il re-inserimento lavorativo e sociale della persona.
Sono stati infatti invitati esperti di progettazione inclusiva, architetti, ingegneri biomedici, ricercatori sulle “tecnologie assistive”, tecnici della prevenzione, medici del lavoro, fisiatri, ortopedici, neurologi, terapisti occupazionali, fisioterapisti, infermieri, ergonomi e medici competenti che potranno condividere le numerose ricerche sviluppate, le conoscenze acquisite, le esperienze maturate in questo ambito, con il dichiarato obiettivo di mettere a punto una metodologia di lavoro applicabile in tutti i casi in cui si verifichi la necessità di un accomodamento ragionevole negli ambienti di vita e nei luoghi di lavoro.
Il programma si articola in una prima sessione mattutina caratterizzata da otto relazioni tecniche ed una sessione pomeridiana dedicata ad una Tavola Rotonda dal titolo “Accomodamento ragionevole: semplice compromesso, riabilitazione personalizzata o strumento di prevenzione collettiva? Protagonisti a confronto”.
Destinatari: tutte le professioni sanitarie (Medici di tutte le discipline, in particolare: Medici del Lavoro, Fisiatri, Ortopedici, Neurologi; tecnici e specialisti del settore della Riabilitazione quali: Fisioterapisti, Educatori Professionali, Terapisti Occupazionali, Infermieri, logopedisti, tecnici delle psico-neuromotricità, ecc.) e psicologi.
Data di svolgimento: 6 marzo 2015
Ore di formazione: 8
Luogo di svolgimento : IRCCS S. Maria Nascente – Fondazione Don C. Gnocchi Onlus, Milano via A.Capecelatro 66.
Relatori e programma definitivo vengono riportati nell’allegata brochure
Responsabile scientifico: dott. Quintino Bardoscia, Medico specialista in Medicina del Lavoro, Medico Competente dell’ IRCCS “S. Maria Nascente”
7/2/2015
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